Legge - 1/12/1970 - n. 898 art. 12 quaterArt. 12-quater. 1. Per le cause relative ai diritti di obbligazione di cui alla presente legge è competente anche il giudice del luogo in cui deve essere eseguita l'obbligazione dedotta in giudizio (1). (1) Articolo aggiunto dall'articolo 18, comma 1, della Legge 6 marzo 1987, n. 74. InquadramentoNorma di stampo processuale, che detta una regola aggiuntiva in tema di competenza territoriale per le cause nelle materie regolate dalla l. n. 898/1970 riguardanti diritti di obbligazione. La funzione della norma è quella di favorire sul piano pratico il soggetto avente diritto a ricevere la prestazione che trae titolo dalla normativa dettata per il divorzio. Il testo normativo si esprime in termini generali (“diritti di obbligazione”) così da far ritenere che esso si riferisca ad obblighi di natura anche diversa da quella puramente patrimoniale e tipicamente costituiti dai doveri relativi alla corresponsione degli assegni all'ex coniuge e al mantenimento della prole. Le obbligazioni a contenuto pecuniario rappresentano certamente il nucleo principale dell'ambito di obbligazione della disposizione ma può ritenersi che essa si riferisca anche a fattispecie diverse, quali le controversie in ordine al diritto di visita, ai diritti degli ascendenti ed al concorso nelle scelte di vita dei figli minori. La regola stabilita dall'art. 12-quater si collega al disposto dell'art. 1182 c.c., per il quale l'obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata deve essere adempiuta nel luogo in cui essa si trovava quando l'obbligazione era sorta; mentre l'obbligazione avente ad oggetto una somma di denaro deve essere adempiuta al domicilio che il creditore aveva al tempo della scadenza. In sostanza, la portata della disposizione citata si risolve nel consentire all'ex coniuge creditore di adire il giudice del luogo nel quale ha il proprio domicilio (salva l'eccezione dettata per il caso di gravosità dell'adempimento) ove non si tratti delle rare ipotesi di consegna di cose specifiche. Regola di competenzaLa norma concerne la competenza per territorio ed aggiunge ai criteri stabiliti dall'art. 4 l. n. 898/1970 un criterio aggiuntivo la cui opportunità fu ravvisata in prosieguo di tempo e in base all'esperienza vissuta (modifica dovuta al d.l. n. 35/2005, conv., modif., in l. n. 80/2005). Si tratta di un foro concorrente, non esclusivo, rispetto a quello stabilito in ragione del luogo di ultima residenza comune dei coniugi e, in mancanza, del luogo di residenza o di domicilio del convenuto. Il sopraggiungere della riforma del processo civile introdotta dal d.lgs. n. 149/2022 ha profondamente modificato questa disciplina. L'art. 4 l. n. 898/1970 è stato abrogato dal decreto citato e resta applicabile, in via transitoria, solo per i procedimenti che già pendevano alla data delli 28 febbraio 2023 (nei limiti ovvi di quanto ciò sia ancora possibile). Per i procedimenti instaurati dopo tale data si applicano le disposizioni del rito unificato in materia di stato delle persone, di minori e di famiglia, di cui agli artt. 473-bis e seguenti c.p.c. La competenza per territorio è attualmente determinata nel modo seguente: se il procedimento riguarda minori, è competente il tribunale del luogo in cui il minore ha la residenza abituale; se vi è stato trasferimento del minore non autorizzato, la competenza, entro l'anno dal trasferimento, compete al tribunale del luogo di ultima residenza abituale minore (art. 473-bis.11). Altrimenti è competente il tribunale del luogo di residenza del convenuto e se questi è irreperibile o residente all'estero, il tribunale del luogo di residenza dell'attore; se l'attore risiede all'estero è competente qualsiasi tribunale della Repubblica. La citata riforma ha modificato numerose disposizioni della l. divorzio ma ha conservato in vita l'art. 14-quater. E' pertanto lecito pensare che la norma sia stata considerata compatibile con la nuova disciplina. La giurisprudenza aveva interpretato le disposizioni sulla competenza territoriale alla luce del disposto di cui all'art. 709 c.p.c., dettato a proposito della separazione coniugale, e ciò in base alla riscontrata assimilazione delle procedure di separazione e di divorzio, in origine diverse e progressivamente accomunate da numerosi interventi di modifica. Si era affermato: Le controversie che hanno ad oggetto la revisione dei provvedimenti relativi all'affidamento ed al mantenimento dei minori, ancorché contenuti in una pronuncia di separazione personale o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, devono essere radicate nel luogo di residenza abituale dei minori, nel rispetto delle regole dettate dal diritto internazionale convenzionale e ribadite nel nostro ordinamento positivo dall'art. 709 ter c.p.c., suscettibile di interpretazione estensiva, essendo il nuovo regime derivante dalla riforma della filiazione introdotta dalla l. n. 219 del 2012 e dal d.lgs. n. 154 del 2013, teso ad assicurare l'uniformità di regolazione giuridica della responsabilità genitoriale in sede separativa, divorzile ed in relazione ai figli nati fuori dal matrimonio (Cass. I, ord. n. 15421/2020). L'art. 709 c.p.c. è stato abrogato dal d.lgs. n. 149/2022 ma l'attualità del principio che era stato affermato risulta dal vigente testo dell'art. 473-bis.11. Ambito di applicazioneLa norma si applica alle cause relative ai diritti di obbligazione, e quindi anche alle domande di revisione delle statuizioni patrimoniali tra gli ex coniugi di cui all' art. 9 l. 1 dicembre 1970, n. 898 , sia per quanto concerne l'assegno di divorzio che in ordine al contributo per il mantenimento della prole (Trib. Arezzo, 22 dicembre 2009); inoltre si applica alle controversie in materia di pensione di reversibilità dell'ex coniuge deceduto, assegno a carico dell'eredità, trattamento di fine rapporto e quota di pensione di reversibilità dei genitori, ai sensi degli artt. 12- bis , 12-ter l. 1 dicembre 1970, n. 898 . Per effetto di tale norma l'ex coniuge che agisce nei confronti del coniuge superstite e dell'ente pensionistico ai sensi dell' art. 9 l. 1 dicembre 1970, n. 898 , può avvalersi del foro del luogo in cui l'ente erogatore ha la propria sede, in esso identificandosi il luogo di adempimento ( Cass. I, n. 336/2004 ). La norma speciale di competenza non si estende ai giudizi di modifica dell'assegno di mantenimento nella separazione, proposti a norma degli art. 710 e 711 c.p.c. ( Cass. I, n. 4099/2001 ). BibliografiaV. sub art. 12-bis l. n. 898/1970 |