Codice Civile art. 441 - Concorso di obbligati.

Francesco Bartolini

Concorso di obbligati.

[I]. Se più persone sono obbligate nello stesso grado alla prestazione degli alimenti, tutte devono concorrere alla prestazione stessa, ciascuna in proporzione delle proprie condizioni economiche [446].

[II]. Se le persone chiamate in grado anteriore alla prestazione non sono in condizioni di sopportare l'onere in tutto o in parte, l'obbligazione stessa è posta in tutto o in parte a carico delle persone chiamate in grado posteriore.

[III]. Se gli obbligati non sono concordi sulla misura, sulla distribuzione e sul modo di somministrazione degli alimenti, provvede l'autorità giudiziaria secondo le circostanze.

Inquadramento

L'art. 441 completa il disposto dell'art. 440 c.c.

Nel concorso di più obbligati, chi si trova nello stesso grado (secondo l'ordine stabilito dall'art. 433) divide con gli altri la prestazione, in ragione delle rispettive condizioni economiche. L'oggetto dell'obbligazione va ripartito, secondo un criterio proporzionale alla situazione di disponibilità economica e non per numero di partecipanti. Ciò vuol dire che l'obbligazione non ha natura solidale e che l'avente diritto non potrebbe esigere da uno degli obbligati l'intera prestazione. Per la prevalente dottrina si tratta dunque di una obbligazione parziaria, che non crea un litisconsorzio necessario, tra le parti, in un eventuale giudizio (Galgano, 551; Pacia, 536; Tamburrino, 480). Altri Autori accennano ad una obbligazione sui generis, analoga a quelle solidali, fermo comunque che l'avente diritto può convenire in giudizio il singolo obbligato soltanto con riferimento alla quota parte proporzionale alle sue condizioni economiche (Dogliotti, 487; Figone, Alimenti, 250; Vincenzi Amato, 906).

Una  diversità di opinioni si  manifesta sulla individuazione della natura dell’azione che spetta, a chi ha provveduto per intero, per ottenere dagli altri obbligati il rimborso di quanto corrisponde alla loro partecipazione; e per ottenere la divisione di eventuali spese che si è dovuto sostenere. Coloro che ravvisano nell'obbligazione facente capo a più obbligati una obbligazione solidale affermano che la richiesta di rimborso è una azione di regresso. Per gli altri si tratta della ripetizione di un indebito.

Il comma 2 dell'art. 441 c.c. provvede al caso in cui la prestazione deve essere posta a carico di soggetti di grado successivo rispetto a quelli che non hanno mezzi sufficienti per sopportare il peso dell'obbligazione a loro carico. In questo caso spetta all'alimentando, che agisce in giudizio, fornire la prova dell'incapacità delle persone che precedono, in quanto tale incapacità costituisce il presupposto della sua domanda.

Il comma 3 si riferisce alla possibilità che i soggetti obbligati stabiliscano tra loro la misura e le modalità della prestazione degli alimenti, senza necessità dell'intervento del giudice. Nell'eventualità che essi concordino di rendersi disponibili ad adempiere all'obbligo comune ma non trovino poi un accordo, non resta che chiedere un regolamento in giudizio.

Nel concorso di più obbligati alla prestazione alimentare, il giudice non è tenuto a ripartire fra i coobbligati in eguale misura l'assegno valutato sufficiente allo stretto necessario, per il sostegno dell'alimentando, ma deve porre a carico di ciascuno una parte della prestazione stessa, in proporzione della sua capacità economica, sia pur diversamente graduata. Cass. n. 1767/1986 ha aggiunto a questa affermazione che, nel caso inverso, nell'ipotesi in cui tutti i coobbligati, eccetto uno, non siano in grado di sopportare l'onere pro parte, l'obbligazione può essere posta in tutto o in parte a carico dell'unico obbligato economicamente capace.

L'onere della prova dell'impossibilità economica di far fronte alla prestazione alimentare spetta  al soggetto che intende liberarsi del relativo obbligo ( Cass. n. 3822/2001 ).

Per la giurisprudenza di merito, l'avente diritto, nell'eventualità che non riesca ad ottenere gli alimenti da coloro che sarebbero obbligati nel grado anteriore, non ha l'onere di chiamare in giudizio tutti i coobbligati, non essendo richiesto il litisconsorzio necessario, ma ha l'onere di provare l'impossibilità totale o parziale di provvedere degli obbligati di grado anteriore, per poter proporre la domanda nei confronti degli obbligati di grado ulteriore (Trib. Bari 16 febbraio 2016, n. 808). Grava sempre sull'alimentando l'onere della prova, sia pure nei confronti dei soli chiamati in giudizio, quale presupposto per l'accoglimento di una domanda volta ad ottenere gli alimenti da obbligati in un grado ulteriore oda una parte sola dei coobbligati nello stesso grado, tra i quali la prestazione alimentare dovrebbe essere ripartita (Trib. Bari 2 agosto 2006, Il civilista 2010, 1, 11).

Nell'ipotesi in cui uno dei coobbligati a prestare gli alimenti ai genitori adempia l'obbligo attraverso una assistenza globale ed agisca in regresso nei confronti dell'altro coobbligato la misura del compenso dovuto dev'essere liquidato in via equitativa (App. Milano 1 marzo 2002).

Bibliografia

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