Codice Civile art. 211 - Obbligazioni dei coniugi contratte prima del matrimonio (1).

Gustavo Danise

Obbligazioni dei coniugi contratte prima del matrimonio (1).

[I]. I beni della comunione rispondono delle obbligazioni contratte da uno dei coniugi prima del matrimonio limitatamente al valore dei beni di proprietà del coniuge stesso prima del matrimonio che, in base a convenzione stipulata a norma dell'articolo 162, sono entrati a far parte della comunione dei beni.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 80 l. 19 maggio 1975, n. 151. L'art. 78 della stessa legge, ha modificato l'intitolazione di questa Sezione.

Inquadramento

L'art. 211 si riferisce all'ipotesi in cui i coniugi con convenzione matrimoniale ex art. 162 c.c. modifichino il contenuto della comunione legale includendovi i beni personali di cui erano proprietari prima del matrimonio; ipotesi pienamente ammissibile, come evidenziato nel commento all'art. 210 c.c. Orbene, la norma prevede che i creditori particolari del coniuge possono agire per la riscossione coattiva del credito sui beni della comunione limitatamente al valore di quelli conferiti dal coniuge debitore per effetto della convenzione matrimoniale. La norma si applica anche alle parti di un'unione civile ex art. 1 comma 13 l. n. 76/2016

Comunione convenzione e obbligazioni dei coniugi contratte prima del matrimonio

È pacifico in dottrina (Alcaro — Sciumbata, 58 ss.; Confortini, 285 ss.; Corsi, 1984; Irti, 453 ss.; Paladini, 1999; Quadri, 1129 ss.; Santosuosso, ) che la norma miri a tutelare i creditori particolari del coniuge (Confortini, 314), consentendo loro di aggredire i beni in comunione limitatamente al valore di quelli conferiti dal debitore per effetto della convenzione matrimoniale ampliativa dell'oggetto della comunione legale. La norma mira, in pratica, a tutelare i terzi creditori particolari del coniuge, che legittimamente confidavano di potersi soddisfare sui beni personali del debitore, consentendo loro di non essere postergati ai creditori della comunione che sarebbero preferiti (Irti, 460). Per effetto di tale disposizione, in pratica, si neutralizzano nei confronti dei creditori particolari di un coniuge, gli effetti della convenzione matrimoniale, con cui si includono in comunione legale i beni personali dei coniugi posseduti prima del matrimonio; pertanto, la disposizione costituisce una deroga al disposto dell'art. 189, comma 2, c.c., autorizzando i creditori particolare ad agire sui beni comuni in via principale e paritetica rispetto ai creditori della comunione (Irti, 460 e Quadri, 412). La dottrina offre un'interpretazione estensiva della norma in commento ritenendo che trovi applicazione anche alle obbligazioni contratte successivamente al matrimonio, ma in epoca anteriore all'ampliamento della comunione legale (in tal senso Confortini, 313 e Paladini, 473). Il disposto dell' comporta che i beni, che i coniugi hanno voluto includere nella comunione legale, rispondono, oltre che delle obbligazioni contratte dopo il matrimonio, ai sensi dell'art. 189, comma 2 c.c., anche delle obbligazioni precedenti al matrimonio (Santosuosso, 337). Occorre approfondire quest'ultimo aspetto ed il rapporto tra le due disposizioni: l'art. 211 e 189 comma 2 c.c. sono speculari, presentano lo stesso contenuto: entrambe, infatti, consentono ai creditori particolari di un coniuge di aggredire i beni comuni fino al limite della quota del coniuge debitore per soddisfare crediti maturati prima del costituzione della comunione dei beni per effetto di matrimonio o di convenzione modificativa dell'oggetto della comunione; la differenza consiste nel fatto che l'art. 189 comma 2 c.c. consente a tali creditori di agire sulla comunione in via sussidiaria rispetto all'esecuzione sui beni personali del coniuge debitore e solo dopo che i creditori della comunione siano soddisfatti; l'art. 211 invece accorda ai creditori particolari una posizione paritetica ai creditori della comunione, con la conseguenza che le loro azioni esecutive possono coesistere con quelle esperite dai creditori della comunione. Per questo motivo, come notato dalla dottrina citata, l'art. 211 costituisce una deroga espressa all'operatività dell'art. 189 comma 2 c.c. Tra l'altro, le due disposizioni possono concorrere (Corsi, 79) in fase applicativa; potrebbero cioè trovare applicazione anche nell'ambito della medesima procedura esecutiva: si pensi ai creditori particolari dei singoli coniugi per debiti anteriori alla convenzione matrimoniale, che possono soddisfarsi, ai sensi dell'art. 211, sui beni in comunione, alla pari dei creditori di quest'ultima, fino alla concorrenza del valore dei beni già personali immessi in comunione convenzionale dal loro debitore; oltre tale limite, invece, verrebbero postergati rispetto a quelli della comunione e potrebbero soddisfarsi sui beni comuni residui soltanto in via sussidiaria rispetto ai creditori della comunione e nei limiti della quota del coniuge obbligato, ai sensi dell'art. 189 comma 2 c.c. (Corsi, 80). Per quanto concerne il limite entro cui è contenuta la responsabilità della comunione legale per le obbligazioni contratte da un solo coniuge prima della convenzione ampliativa della comunione legale, l'art. 211 parla semplicemente di «valore dei beni di proprietà del coniuge» e non si riferisce ai singoli beni in natura; da questo dato letterale la dottrina ha tratto la condivisibile interpretazione estensiva secondo cui i creditori particolari possono agire esecutivamente su tutti i beni della comunione, anche su quelli che erano di proprietà esclusiva dell'altro coniuge e confluiti in comunione legale per effetto della convenzione matrimoniale, ma fino al limite del valore dei beni apportati dal coniuge debitore (Quadri, 413; Irti, 460; Confortini, 314; Paladini, 473).

Bibliografia

Alcaro-Sciumbata, La comunione convenzionale, in Il nuovo diritto di famiglia. Contributi notarili, Milano, 1975, 58 ss.; Confortini, La comunione convenzionale tra coniugi, in Trattato Bonilini-Cattaneo, Il diritto di famiglia, II. Il regime patrimoniale della famiglia, Torino, 1997, 285 ss.; Corsi, Il regime patrimoniale della famiglia, in Trattato Cicu-Messineo, II, Le convenzioni matrimoniali, Famiglia e impresa, Milano, 1984; Irti, sub artt. 210 e 211, in Commentario Carraro-Oppo-Trabucchi, Padova, 1977, 453 ss.; Paladini, La comunione convenzionale, in Trattato Bessone, IV, Il diritto di famiglia, II, Torino, 1999; Quadri, La comunione convenzionale, in Dir. fam., 1991, 1129 ss.; Santosuosso, Delle persone e della famiglia-Il regime patrimoniale della famiglia-Della comunione convenzionale, in Commentario del codice civile, Parte terza, Torino, 1983.

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