Regolamento - 27/11/2003 - n. 2201 art. 41 - Diritto di visita1Diritto di visita1 1. Il diritto di visita di cui all'articolo 40, paragrafo 1, lettera a), conferito in forza di una decisione esecutiva emessa in uno Stato membro, è riconosciuto ed è eseguibile in un altro Stato membro senza che sia necessaria alcuna dichiarazione di esecutività e senza che sia possibile opporsi al suo riconoscimento se la decisione è stata certificata nello Stato membro d'origine in accordo con il paragrafo 2. Anche se il diritto interno non prevede l'esecutività di diritto, nonostante un eventuale ricorso, di una decisione che accorda un diritto di visita, l'autorità giurisdizionale può dichiarare la decisione esecutiva. 2. Il giudice di origine rilascia il certificato di cui al paragrafo 1, sulla base del modello standard di cui all'allegato III (certificato sul diritto di visita), solo nei seguenti casi: a) in caso di procedimento in contumacia, la domanda giudiziale o un atto equivalente è stato notificato o comunicato al convenuto contumace in tempo utile e in modo tale che questi possa presentare le proprie difese, o, è stato notificato o comunicato nel mancato rispetto di queste condizioni, sia comunque accertato che il convenuto ha accettato la decisione inequivocabilmente; b) tutte le parti interessate hanno avuto la possibilità di essere ascoltate; e c) il minore ha avuto la possibilità di essere ascoltato, salvo che l'audizione non sia stata ritenuta inopportuna in ragione della sua età o del suo grado di maturità. Il certificato standard deve essere compilato nella lingua della decisione. 3. Se il diritto di visita riguarda un caso che sin dall'atto della pronuncia della decisione riveste un carattere transfrontaliero, il certificato è rilasciato d'ufficio quando la decisione diventa esecutiva, anche se solo provvisoriamente. Se il caso diventa transfrontaliero solo in seguito, il certificato è rilasciato a richiesta di una della parti. [1] Articolo abrogato dall'articolo 104 del Regolamento del Consiglio del 25 giugno 2019, n. 1111, a decorrere dal 1° agosto 2022, fatto salvo quanto disposto dall'articolo 100, paragrafo 2, del medesimo Reg. 1111/2019. InquadramentoNell'intento di promuovere il fondamentale diritto — dovere del genitore non affidatario di intrattenere regolarmente rapporti con il minore, il diritto di visita è riconosciuto ed eseguibile, in accordo con la previsione in esame, senza che sia necessaria alcuna dichiarazione di esecutività o sia possibile opporsi al suo riconoscimento (Baratta, 581). L'efficacia automatica dei provvedimenti in materia di diritto di visita è subordinata a due condizioni, ovvero all'efficacia esecutiva degli stessi nello Stato in cui sono stati pronunciati ed alla certificazione sulla base di un modellostandardconforme ai relativi allegati del regolamento. Il certificato c.d. sul diritto di visita attesta, in sostanza, due elementi: il rispetto del diritto di difesa del convenuto e la possibilità offerta allo stesso minore di partecipare al procedimento, mediante l'ascolto dello stesso (Baratta, 213, nt. 130). Tra le condizioni ostative al rilascio del certificato non rientra, invece, la manifesta contrarietà del provvedimento all'ordine pubblico dello Stato richiesto dell'esecuzione. PremessaLa più rilevante novità contenuta nel Regolamento in esame rispetto alle previsioni del Regolamento n. 1347/2000 è, come evidenziato (v. Commento all'art. 40), costituita dall'introduzione di un regime particolare per il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia di diritto di visita e di ritorno del minore illecitamente sottratto. Si tratta, in particolare, di un sistema privilegiato rispetto a quello previsto dagli artt. 28 e seg. per le decisioni relative alla responsabilità genitoriale predisposto in relazione all'obiettivo ambizioso di facilitare il mantenimento di rapporti regolari tra il figlio ed il genitore separato o divorziato che risiedano in Stati diversi. Il suddetto regime si sostanzia, essenzialmente, nell'automaticità ed immediatezza del riconoscimento e dell'esecuzione dei provvedimenti in Stati membri differenti da quello di origine. È infatti abolito l'exequatur per le decisioni esecutive nello Stato membro d'origine e certificate in conformità al Regolamento stesso (in arg. Magrone, 362 ss.; McEleavy, 2004, 511). In primo luogo, al fine di promuovere il fondamentale diritto — dovere del genitore non affidatario di intrattenere regolarmente rapporti con il minore il diritto di visita è riconosciuto ed eseguibile, in accordo con la previsione in esame, senza che sia necessaria alcuna dichiarazione di esecutività o sia possibile opporsi al suo riconoscimento (Baratta, 581). La decisione che accorda il diritto di visita può inoltre essere dichiarata esecutiva nonostante un eventuale ricorso, anche quando l'esecutività di diritto non sia prevista dal diritto interno. Secondo parte della dottrina tale norma vuole evitare la proposizione di impugnazioni pretestuose finalizzate esclusivamente a procrastinare l'esecuzione delle decisioni (Magrone, 364). Presupposti per l'efficacia esecutiva automatica del provvedimento nello Stato membro di esecuzioneL'efficacia automatica dei provvedimenti in materia di diritto di visita è subordinata a due condizioni, ovvero all'efficacia esecutiva degli stessi nello Stato in cui sono stati pronunciati ed alla certificazione sulla base di un modellostandardconforme ai relativi allegati del regolamento. Il modello standard di certificato allegato al Regolamento in commento per le decisioni in materia di responsabilità genitoriale, oltre alle indicazioni sulle parti e su eventuali titolari della responsabilità genitoriale differenti dai genitori (ad esempio, i servizi sociali del Comune), deve essere corredato delle seguenti indicazioni: se si tratta di decisione resa in contumacia di una parte, dovrà essere corredato dalla parte che chieda il riconoscimento o l'esecuzione della pronuncia della documentazione richiesta dall'art. 37, § 2, dello stesso Regolamento in esame (ossia: a) l'originale o una copia autenticata del documento comprovante che la domanda giudiziale o l'atto equivalente è stato notificato o comunicato al contumace; o b) un documento comprovante che il convenuto ha inequivocabilmente accettato la decisione); dati dei minori coinvolti nella decisione (se sono più di quattro dovranno essere richiesti due certificati); se la decisione è esecutiva nello Stato membro di origine; nel caso di pronuncia esecutiva, se è stata notificata alla parte nei confronti della quale si intende farla valere (con indicazioni, in detta ipotesi, sul recapito di detta parte e sulla data dell'avvenuta notifica). Inoltre se si tratta di decisioni relative all'esercizio del diritto di visita per le quali è richiesto l'exequatur ai sensi dell'art. 28 del Regolamento in esame dovranno essere indicate, nella misura in cui possano evincersi dalla pronuncia, le modalità di esercizio del diritto di visita, con specificazione degli obblighi rispettivi imposti all'affidatario ed al beneficiario del diritto di visita, nonché delle eventuali limitazioni poste allo stesso. Il certificato c.d. sul diritto di visita attesta, in sostanza, due elementi: il rispetto del diritto di difesa del convenuto e la possibilità offerta allo stesso minore di partecipare al procedimento, mediante l'ascolto dello stesso (Baratta, 213, nt. 130). Invero, nell'ipotesi di decisioni contumaciali, il rilascio del certificato da parte del giudice d'origine è subordinato alla circostanza che l'atto introduttivo del giudizio sia stato notificato o comunicato al convenuto in tempo utile ed in modo tale che questi abbia potuto presentare le proprie difese o, non rispettate tali condizioni, sia comunque accertata l'accettazione inequivocabile della decisione da parte del convenuto (in arg. Magrone, 364 s.). Si è notato che, quanto alla necessaria audizione del minore, la norma in commento si differenzia dall'art. 23 lett. b) dello stesso Regolamento poiché se in quest'ultima ipotesi la mancata audizione del minore osta al riconoscimento della pronuncia soltanto ove una tale audizione faccia parte dei principi fondamentali di procedura dello Stato membro richiesto, l'art. 41 subordina in ogni caso l'automatica esecutività del provvedimento all'audizione del minore, a meno che la stessa non sia inopportuna in ragione dell'età e della maturità del minore (Magrone, 365). Tra le condizioni ostative al rilascio del certificato non rientra, pertanto, la manifesta contrarietà del provvedimento all'ordine pubblico dello Stato richiesto dell'esecuzione. Il che sembra dipendere dal fatto che è il giudice dello Stato membro di provenienza del provvedimento ad effettuare il controllo. Secondo taluni, peraltro, la norma sarebbe un'ulteriore dimostrazione del particolare favor che caratterizza la disciplina agevolata di queste pronunce rispetto alle altre in tema di responsabilità genitoriale (Magrone, 367). L'utilizzo del termine generico «decisione giudiziaria» (v. anche il Commento all'art. 2) comporta che la pronuncia non debba necessariamente assumere la veste formale di sentenza, purché sia esecutiva in virtù delle norme processuali dello Stato membro nel quale la stessa è stata pronunciata. 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