L’accidentalità nell’assicurazione della responsabilità civile

Filippo Rosada
26 Giugno 2018

Nell'assicurazione della responsabilità civile la delimitazione della garanzia assicurativa per i soli fatti accidentali escluda anche i fatti commessi con colpa grave dell'assicurato oltre a quelli dolosi?
Massima

Il concetto di accidentalità nell'ambito della polizza di assicurazione della responsabilità civile comporta l'inclusione nella copertura assicurativa di tutti i fatti conseguenti anche a colpa grave dell'assicurato, con esclusione delle sole azioni dolose.

Il caso

Un condomino conviene in giudizio un altro condomino per sentire accertare il diritto ad essere risarcito a causa delle infiltrazioni d'acqua provenienti da un calorifero dell'appartamento sovrastante. Il convenuto chiama la compagnia di assicurazione che copre il rischio della responsabilità civile, per essere da questa manlevato. La terza chiamata resiste alla domanda, in quanto l'infiltrazione non sarebbe stata causata da una rottura accidentale del calorifero, ma da una omessa manutenzione dello stesso. Il Tribunale condanna la compagnia di assicurazione a manlevare l'assicurato.

Propone gravame la compagnia di assicurazione.

La questione

La questione in esame è la seguente: nell'assicurazione della responsabilità civile la delimitazione della garanzia assicurativa per i soli fatti accidentali escluda anche i fatti commessi con colpa grave dell'assicurato oltre a quelli dolosi?

Le soluzioni giuridiche

La compagnia di assicurazione ha proposto impugnazione sostenendo che il concetto di accidentalità nel contesto del contratto di assicurazione che copre il rischio della responsabilità civile, debba essere inteso nel senso che devono considerarsi esclusi dalla garanzia anche tutti gli eventi colposi ascrivibili a colpa grave. A detta considerazione, secondo l'appellante, si giungerebbe anche in considerazione del fatto che la specifica puntualizzazione prevista per i danni da acqua non avrebbe senso se si limitasse a ripetere la medesima previsione già disciplinata nella clausola che regola l'oggetto della copertura assicurativa, ove si escludono dalla garanzia i fatti dolosi, richiamando il disposto dell'art. 1917 c.c.

La Corte, al fine di confutare la tesi proposta dall'appellante, rileva come la locuzione «danni involontariamente cagionati … a seguito di rottura accidentale» non possa che avere la funzione di rafforzare, quanto ai danni da acqua, la volontà di escludere unicamente i danni cagionati volontariamente.

Diversamente ragionando, verrebbe travisata la funzione tipica del contratto di assicurazione della responsabilità civile, che è quella di salvaguardare il patrimonio dell'assicurato dai danni causati a terzi in conseguenza di qualsiasi azione colposa, sia essa grave o meno.

A sostegno degli argomenti sinteticamente riportati, i Supremi Giudici richiamano i loro costanti precedenti, ove si specifica, da un lato, che l'assicurazione della responsabilità civile non copre i fatti dovuti a caso fortuito o forza maggiore (i cd. fatti accidentali), in quanto non conseguono ad alcuna responsabilità, mentre dall'altro, in mancanza di espresse clausole limitative del rischio, la garanzia assicurativa copre tutte le forme di colpa. «Pertanto la clausola della polizza stipulata da un condominio, la quale preveda la copertura dei danni "involontariamente cagionati a terzi in conseguenza di un fatto accidentale", senza contenere alcuna limitazione con riguardo a determinati gradi di colpa, fa ritenere operante la garanzia anche in ipotesi di comportamento gravemente colposo dell'assicurato (nella specie, per il difetto di manutenzione di una tubazione idrica condominiale), con la sola eccezione delle condotte dolose».

Conclude la Corte, osservando come una eventuale esclusione di garanzia, richieda una precisa specificazione dell'elemento oggettivo, senza alcun riferimento al grado della colpa.

La giurisprudenza è stata chiamata di sovente ad interpretare clausole di polizze contenti detto principio, con risultati spesso contrastanti.

Un primo e maggioritario orientamento, sul presupposto che in mancanza di colpa non possa sorgere responsabilità e che la ragione dell'assicurazione della responsabilità civile è di tenere indenne il patrimonio dell'assicurato per i danni arrecati a terzi per fatti colposi, ritiene che accidentali siano tutti i fatti colposi, con esclusione, pertanto, delle sole condotte dolose.

Secondo altro minoritario orientamento «Al fine di esplicitare il concetto di accidentalità di un fatto, di cui si tratta nell'art. 1 delle condizioni generali del contratto di assicurazione della r.c., si fa riferimento all'incertezza dell'evento, riguardante il complesso di fattori che concorrono a produrlo. Viene quindi considerato incerto un evento quando intervengono circostanze estranee a una normale attività che concretizzano le astratte potenzialità dannose di tale attività in un danno» (Cass. civ., sent., n. 1214/1992).

Secondo questa risalente giurisprudenza, in presenza di una clausola che limiti la risarcibilità ai soli fatti accidentali, non andrebbero indennizzati i danni quando sono conseguenza della sola attività, se non fraudolenta, comunque gravemente colposa dell'assicurato.

Osservazioni

Il caso in esame, riguarda la vexata quaestio del concetto di accidentalità nel contratto di responsabilità civile.

La tesi sposata dalla sentenza in commento si pone nel solco dell'orientamento maggioritario, certamente condivisibile, non fosse altro per il significato stesso del termine “accidentale”: «Che accade per caso, fortuito, casuale» (Vocabolario Treccani).

Se, pertanto, nell'interpretazione della clausola ci si limitasse a tenere in conto il mero significato letterale del termine, non si potrebbe che associare il fatto accidentale ad un'azione non volontaria.

Se, pertanto, si volesse includere, nel concetto di accidentalità, la sola colpa lieve, con esclusione dell'indennizzo per i casi di colpa grave, la clausola sarebbe affetta da nullità; paradossalmente, infatti, il contratto escluderebbe l'indennizzo sia per i fatti dolosi (art. 1900, comma 1 c.c.) che per i fatti colposi, così da vanificare la causa stessa dell'accordo e quindi la giustificazione del pagamento del premio.

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