Codice Civile art. 2270 - Creditore particolare del socio.Creditore particolare del socio. [I]. Il creditore particolare del socio, finché dura la società, può far valere i suoi diritti sugli utili spettanti al debitore [2262] e compiere atti conservativi [2905, 2910 ss.] sulla quota spettante a quest'ultimo nella liquidazione [2282, 2283]. [II]. Se gli altri beni del debitore sono insufficienti a soddisfare i suoi crediti, il creditore particolare del socio può inoltre chiedere in ogni tempo la liquidazione della quota del suo debitore [2288]. La quota deve essere liquidata [2289] entro tre mesi dalla domanda, salvo che sia deliberato lo scioglimento della società [2272]. InquadramentoNelle società personali, come non è consentita la cessione volontaria della quota, con effetto nei confronti della società senza il consenso degli altri soci, così non è consentita l'espropriazione della quota sociale senza il consenso della società (Ferri, 638). L'espropriazione e il sequestro conservativo della quota socialeTale collegamento chiarisce che l'inespropriabilità della quota non si ricollega ad un'esigenza di tutela dei creditori sociali, ma risponde al particolare rilievo che l'individualità dei singoli soci assume in tali tipi di società (Cass. I, n. 15605/2002; Rivolta, 376). In effetti, l'espropriazione della quota comporterebbe l'inserimento nella compagine sociale di un nuovo soggetto, introducendo un elemento di novità incompatibile con i principî (il c.d. intuitus personae) che la caratterizzano (così ancora: Rivolta, 377; Cass. I, n. 15605/2002). Si comprende, allora, perché il legislatore, intendendo accordare ai creditori particolari dei soci la possibilità di soddisfarsi sulla partecipazione sociale del loro debitore, abbia previsto (ed è questa l'ipotesi contemplata dall'art. 2270 c.c.) la possibilità di richiedere (non già l'espropriazione, ma) la liquidazione della quota che, pur intaccando la consistenza del patrimonio della società evita l'ingresso di estranei nella compagine sociale. E si comprende, altresì, perché l'espropriazione della quota delle società personali sia ammessa quando essa sia per disposizione statutaria liberamente trasferibile (Ferri, 638). Muovendo da queste premesse, la Cassazione ha statuito che le quote delle società personali possono essere espropriate e sottoposte a sequestro conservativo anche quando la loro cedibilità sia temperata dal riconoscimento di un diritto di prelazione in favore degli altri soci, sul duplice rilievo che tale clausola: a) non incide sul potere di uscita del socio dalla società, ma solo sulle possibilità di scelta del cessionario; b) comporta nelle società di persona la «degradazione» della volontà degli altri soci, da elemento costitutivo della fattispecie traslativa della quota a elemento condizionante della scelta del nuovo titolare (Cass. I, n. 15605/2002) ed è pertanto diretta (non già a «salvaguardare», come nelle società di capitali, bensì) ad «attenuare» la rilevanza dell'elemento personalistico. L'art. 2270 c.c. è applicabile anche alle società irregolari e anche nel caso che ambedue i soci di una società di fatto, sul cui patrimonio l'esecuzione è stata promossa, siano condebitori solidali del creditore particolare procedente (Cagnasso, 128; Ferri, 637). Non trova giustificazione l'applicazione della misura cautelare di cui all'art. 2270 c.c. in specie, od altra misura cautelare atipica in genere, relativamente al sequestro di quote societarie di una s.a.s., qualora vi sia la coincidenza tra l'oggetto del quale si chiede il sequestro ed il bene assoggettato a pignoramento, quest'ultimo assorbente di ogni finalità conservativa (nel caso di specie la esecuzione presso terzi deve ritenersi preclusiva della possibilità di fare ricorso al sequestro anche nel caso in cui il pignoramento sia già iniziato per effetto delle prime notifiche ed ingiunzioni ex art. 543 c.p.c., pur non essendosi perfezionato per la omessa dichiarazione del terzo ex art. 548 c.p.c.: Trib. Bologna, 13 agosto 1996). Lo stesso tribunale felsineo ha affermato che non è possibile autorizzare il sequestro di una quota di società personale qualora quest'ultima abbia già costituito oggetto di pignoramento da parte dello stesso creditore poiché, essendo il sequestro finalizzato proprio al pignoramento della quota, si otterrebbe un rafforzamento non ammissibile di tipo duplicativo degli atti conservativi di cui all'art. 2270 c.c.; tale soluzione vale anche nel caso in cui il pignoramento già iniziato, non sia stato perfezionato per l'omessa dichiarazione del terzo ex art. 548 c.p.c. Ugualmente, non possono essere ottenuti provvedimenti cautelari atipici aventi ad oggetto la stessa quota già assoggettata a pignoramento (Trib. Bologna, 13 agosto 1996). La formulazione della norma chiarisce che l'inespropriabilità della quota di una società personale non esclude l'espropriabilità della quota di liquidazione, in quanto essa non indica «la misura della partecipazione» alla vita della società, bensì la quantità proporzionalmente corrispondente di beni, in natura o in danaro, che spettano o saranno per spettare al socio al momento della liquidazione sociale o individuale: gli atti conservativi sulla quota spettante al socio nella liquidazione non si identificano quindi nel sequestro conservativo ma si estendono anche alla procedura esecutiva (Ruperto, 1291). BibliografiaCagnasso, La società semplice, in Trattato di diritto civile, diretto da Sacco, Torino, 1998; G. Ferri, Manuale di diritto commerciale, a cura di Angelici e G.B. Ferri, Torino, 2016; Rivolta, La partecipazione sociale, Milano, 1965; Ruperto, Gli atti conservativi di cui all'art. 2270 c.c. e il sequestro a favore del creditore del socio nelle società personali, in Foro it. 1952, I, 1291. |