Codice Civile art. 2354 - Titoli azionari 1 .Titoli azionari 1. [I]. I titoli possono essere nominativi o al portatore, a scelta del socio, se lo statuto o le leggi speciali non stabiliscono 2diversamente. [II]. Finché le azioni non siano interamente liberate, non possono essere emessi titoli al portatore. [III]. I titoli azionari devono indicare: 1) la denominazione e la sede della società; 2) la data dell'atto costitutivo e della sua iscrizione e l'ufficio del registro delle imprese dove la società è iscritta; 3) il loro valore nominale o, se si tratta di azioni senza valore nominale, il numero complessivo delle azioni emesse, nonché l'ammontare del capitale sociale; 4) l'ammontare dei versamenti parziali sulle azioni non interamente liberate; 5) i diritti e gli obblighi particolari ad essi inerenti. [IV]. I titoli azionari devono essere sottoscritti da uno degli amministratori. È valida la sottoscrizione mediante riproduzione meccanica della firma. [V]. Le disposizioni di questo articolo si applicano anche ai certificati provvisori che si distribuiscono ai soci prima dell'emissione dei titoli definitivi. [VI]. Sono salve le disposizioni delle leggi speciali in tema di strumenti finanziari negoziati o destinati alla negoziazione nelle sedi di negoziazione 3. [VII]. Lo statuto può assoggettare le azioni alla disciplina prevista dalle leggi speciali di cui al precedente comma.
[1] Articolo sostituito dall' art. 1 d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6 , con effetto dal 1° gennaio 2004. La legge ha modificato l’intero capo V, ed è stata poi modificata e integrata dal d.lg 6 febbraio 2004, n. 37, la cui disciplina transitoria è dettata dall'art. 6. Il testo dell'articolo, come modificato dall'art. 33 l. 24 novembre 2000, n. 340, recitava: «[I]. Le azioni devono indicare: 1) la denominazione, la sede e la durata della società ; 2) la data dell'atto costitutivo e della sua iscrizione, e l'ufficio del registro delle imprese dove la società è iscritta; 3) il loro valore nominale e l'ammontare del capitale sociale; 4) l'ammontare dei versamenti parziali sulle azioni non interamente liberate; 5) i diritti e gli obblighi particolari ad esse inerenti. [II]. Le azioni devono essere sottoscritte da uno degli amministratori. È valida la sottoscrizione mediante riproduzione meccanica della firma, purché autenticata [III]. Le disposizioni di questo articolo si applicano anche ai certificati provvisori che si distribuiscono ai soci prima dell'emissione dei titoli definitivi». [2] La parola «stabiliscono» è stata sostituita alla parola «stabiliscano» dall'art. 5, comma 1, lettera h), d.lgs. 6 febbraio 2004, n. 37. [3] Le parole «nei mercati regolamentati» sono state sostituite dalle parole «nelle sedi di negoziazione» dall'articolo 4, comma 2, d.lgs. 12 agosto 2016, n. 176. InquadramentoL'articolo in commento, così come rielaborato dopo la riforma, compendia in sé le regole che precedentemente si apprezzavano nei vecchi artt. 2354 c.c. e 2355 c.c. Poche sono le novità da un punto di vista sostanziale, mentre pregevole resta il tentativo di attribuire sistematicità e organicità alla materia, raggiunto attraverso la divisione tra i contenuti dell'art. 2354 c.c. e quelli dell'art. 2355 c.c. In particolare, l'art. 2354 c.c. fornisce una chiara lettura dell'elemento descrittivo del titolo azionario e degli elementi che in esso devono essere presenti. Il riferimento al titolo azionario, anziché al più generico azioni, anche se nella sostanza è privo di rilievo, si fa apprezzare per la tecnica redazionale, dal momento che tale espressione si riferisce normalmente all'azione nel suo significato di documento rappresentativo della partecipazione sociale. Azioni nominative e al portatoreIl primo comma dell'articolo in commento specifica che le azioni possono essere nominative o al portatore a scelta del socio, salvo quanto previsto dallo statuto e dalle leggi speciali. Il codice, anche nella nuova formulazione degli artt. 2354 c.c. e 2355 c.c. sembra confermare la libertà di scelta del socio, che potrà decidere se ricevere dalla società azioni nominative o al portatore; in realtà, nonostante il legislatore abbia lasciato immutata questa facoltà, usando una tecnica di rinvio per le eventuali deroghe, essa resta, per i motivi che saranno esposti qui di seguito, solo sulla carta. La libertà di scelta del socio di determinare il tipo di azione si scontra immediatamente con gli interessi della società che, di volta in volta, all'interno dello statuto potrà determinare se l'ente emetterà azioni nominative, piuttosto che al portatore, mortificando, ab origine, qualsiasi potere decisionale in merito della compagine sociale; decisione questa che l'ente emittente potrà assumere, sotto forma di clausola statutaria, qualora volesse imprimere ai futuri trasferimenti azionari specifiche regole di circolazione. Si ritiene in dottrina che tale esclusione della facoltà di scelta dell'azionista sia a senso unico, nel senso cioè di imporre obbligatoriamente la nominatività di tutte le azioni: al contrario, lo statuto non potrebbe disporre che le azioni debbano rimanere al portatore contro la volontà dei possessori dei titoli (Frè, Sbisà, 296; Visentini, 996; Cavallo Borgia, 12). La libertà di scelta del socio è allo stesso modo esclusa nel caso di azioni non interamente liberate; condizione che si verifica quando il socio non ha provveduto a versare completamente i conferimenti promessi. In questo caso le azioni dovranno essere necessariamente nominative, in virtù della responsabilità che resta in capo al cedente ai sensi dell'art. 2356 c.c.; così come necessariamente nominative dovranno essere le azioni con prestazioni accessorie proprio per salvaguardare l'interesse della società ad ottenere uno specifico servizio o bene. Il motivo per il quale si afferma che, in realtà, la libertà di scelta dell'azionista permanga solo in via di principio ed in sostanza sia fortemente preclusa, è rinvenibile nella circostanza che, ancor prima che tale facoltà fosse consentita con il codice del 1942, ragioni politiche e di controllo fiscale indussero il legislatore ad introdurre con il r.d. 25 ottobre 1941, n. 1148 il regime della nominatività obbligatoria per tutti i titoli azionari emessi da società con sede su tutto il territorio italiano. Pertanto, oggi, nonostante vani tentativi di modificare tale disposizione, resta granitica la regola della nominatività dei titoli azionari con uniche eccezioni rappresentate dalle azioni di risparmio e di quelle emesse dalle Sicav. L'ultimo comma dell'art. 2354 c.c., sempre a mezzo delle tecnica del rinvio, dispone che sono salve le statuizioni delle leggi speciali in tema di strumenti finanziari negoziati o destinati alla negoziazione nei mercati regolamentati. Il riferimento esplicito è all'art. 28, comma 1, del d.lgs. n. 213/1998 che a sua volta disciplina i casi in cui l'emissione dei titoli azionari debba avvenire necessariamente in forma dematerializzata. Sui titoli azionari nominativi si segnala la recente giurisprudenza di merito (Trib. Milano, sez. spec. Imprese, n. 846/2020) che sull’ammissibilità dell’usucapione abbreviata dei titoli azionari nominativi, si è espressa postivamente pur precisando alcuni elementi che devono necessariamente ricorrere. In particolare, i giudici milanesi richiedono la sussistenza sia del possesso caratterizzato dalla duplice intestazione formale sul titolo e nel registro dell'emittente e consistente nell'esercizio dei diritti inerenti alla qualità di socio, sia della buona fede, includente il convincimento dell'esistenza di un idoneo titolo di trasferimento delle azioni. Il contenuto della partecipazione azionariaIl codice offre un elenco puntuale degli elementi formali che devono essere presenti sul titolo azionario. La loro mancanza o incompletezza, sebbene non infici la validità della partecipazione, ad eccezione del requisito di cui al punto 4), è motivo di grave responsabilità per la società e per gli amministratori che potrebbero essere chiamati a risarcire eventuali danni nei confronti del portatore del titolo. Come precedentemente accennato, solo la mancanza della sottoscrizione del titolo azionario da parte di uno degli amministratori può comportare l'invalidità del titolo. Sottoscrizione che, come precisato espressamente dalla norma, può avvenire anche con apposizione di riproduzione meccanica della firma. Il titolo azionario deve indicare la sede, la denominazione della società e la data dell'atto costitutivo, nonché l'indicazione dell'ufficio del registro dove la medesima è iscritta; elementi utili ad identificare con precisione l'ente emittente; con la precisazione che, in riferimento alla sede, può essere sufficiente, e nella prassi è ciò che avviene, indicare solo il comune, il che consente in caso di variazione del solo indirizzo, di non dover procedere ad alcuna modificazione dei titoli azionari già emessi. Deve, inoltre, essere riportato il valore nominale delle azioni o, in mancanza di esso, il numero complessivo delle azioni, nonché il capitale sociale. È del tutto evidente che, qualora la società dovesse decidere di modificare questo elemento (emettere titoli azionari senza valore nominale in luogo di quelli con valore nominale), dovrà procedere al ritiro di quelli emessi per sostituirli con quelli confacenti alla nuova condizione. Il punto 4) dell'art. 2354 c.c. stabilisce che venga riportato sul titolo azionario se le azioni non sono state interamente liberate, condizione che si verifica quando i soci non hanno provveduto interamente al conferimento, all'atto dell'emissione del titolo azionario. Interessante è l'ultimo requisito, in virtù del quale il titolo deve indicare eventuali diritti o obblighi particolari. Quanto ai diritti, basti pensare alle categorie speciali di azioni che possono attribuire particolari diritti patrimoniali o amministrativi. La necessità, invece, che vengano riportati sul titolo eventuali obblighi è un chiaro riferimento alla presenza di eventuali limitazioni alla circolazione delle azioni, quali clausole di gradimento o prelazione, ovvero di azioni con prestazioni accessorie. Il quinto comma, chiarisce poi che gli eventuali certificati provvisori che siano stati rilasciati in attesa dell’emissione dei titoli definitivi, debbano presentare i medesimi requisiti di cui al quarto comma.
BibliografiaAa.Vv., Diritto delle società. Manuale breve, Milano, 2008; Bonfante, De Angelis, Salafia, Atti societari. Formulario commentato, Milano, 2014; Buonocore, Manuale di diritto commerciale, Torino, 2016; Campobasso, Diritto delle società, II vol., Milano, 2020; Campobasso, Diritto delle società, II vol., Milano, 2015; Cavallo Borgia, Le azioni e le obbligazioni, Torino, 2002; Frè, Sbisà, Sub art. 2354, in Comm. S.B., Bologna-Roma, 1997; Aa.Vv., La riforma del diritto societario, a cura di Lo Cascio, Milano, 2007; Maffei Alberti, Commentario breve al diritto delle società, Padova, 2015; Aa.Vv., Commentario alla riforma delle società, a cura di Marchetti, Milano, 2008; Visentini, Azioni di società, in Enc. dir., IV, Milano, 1959; ; Pupo, Il titolo azionario come bene mobile oggetto di usucapione, in Giurisprudenza Commerciale, fasc. 6, 2021. |