Codice Civile art. 2397 - Composizione del collegio (1).Composizione del collegio (1). [I]. Il collegio sindacale si compone di tre o cinque membri effettivi, soci o non soci. Devono inoltre essere nominati due sindaci supplenti. [II]. Almeno un membro effettivo ed uno supplente devono essere scelti tra i revisori legali iscritti nell'apposito registro (2). I restanti membri, se non iscritti in tale registro, devono essere scelti fra gli iscritti negli albi professionali individuati con decreto del Ministro della giustizia (3), o fra i professori universitari di ruolo, in materie economiche o giuridiche. [III]. (4). (1) V. nota al Capo V. (2) Le parole «tra gli iscritti nel registro dei revisori contabili istituito presso il Ministero della giustizia» sono state sostituite dalle parole «tra i revisori legali iscritti nell'apposito registro» dall'art. 37, comma 5, del d.lg. 27 gennaio 2010, n. 39. (3) V. l'art. 1 d.m. 29 dicembre 2004, n. 320 (G.U. 18 gennaio 2005, n. 13), che individua i seguenti albi professionali: avvocati, dottori commercialisti, ragionieri e periti commerciali, consulenti del lavoro. (4) Comma abrogato, in sede di conversione, dall'art. 35 d.l. 9 febbraio 2012, n. 5, conv., con modif., in l. 4 aprile 2012, n. 35. Il comma, così come modificato dal d.l. n. 5, cit., prima della legge di conversione, recitava: «Se lo statuto non dispone diversamente e se ricorrono le condizioni per la redazione del bilancio in forma abbreviata ai sensi dell'articolo 2435-bis, le funzioni del collegio sindacale sono esercitate da un sindaco unico, scelto tra i revisori legali iscritti nell'apposito registro. L'assemblea provvede alla nomina del collegio sindacale, entro trenta giorni dall'approvazione del bilancio dal quale risulta che sono venute meno le condizioni per la redazione del bilancio in forma abbreviata. Scaduto il termine, provvede il tribunale su richiesta di qualsiasi soggetto interessato». Originariamente, il comma era stato inserito dall'art. 14, comma 14, l. 12 novembre 2011, n. 183, e recitava: «Per le società aventi ricavi o patrimonio netto inferiori a 1 milione di euro lo statuto può prevedere che l'organo di controllo sia composto da un sindaco unico, scelto tra i revisori legali iscritti nell'apposito registro». InquadramentoLa riforma del diritto societario, contenuta nella legge del 2003 e, successivamente, il d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, si sono occupati di ridefinire funzioni, compiti e composizione del collegio sindacale. In primo luogo, a tale organo è stata sottratta la funzione di controllo contabile nelle società aperte, che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, e in quelle tenute alla redazione del bilancio consolidato. Per tali società, il controllo contabile risulta attribuito ad un revisore legale (cfr. artt. 2403, comma 2 e 2409-bis, comma 3, c.c.). Lo stesso dicasi per le compagini che adottano il sistema dualistico e quello monistico, ove il collegio sindacale risulta rispettivamente sostituito – nelle sue funzioni istituzionali di controllo – dal consiglio di sorveglianza e dal comitato di controllo sulla gestione. La dottrina sostiene che la riduzione dell'ambito delle competenze del collegio sindacale sia, in realtà, strumentale a garantirne una maggiore efficienza, altrimenti compromessa dall'estensione delle attribuzioni e prerogative (Benatti, 875). Quanto alla composizione, proprio la circostanza che al collegio potrebbe non spettare il controllo contabile, ha spinto il legislatore a prevedere che uno solo – tra i sindaci effettivi e quelli supplenti – debba essere scelti tra i revisori legali iscritti nel registro apposito, laddove per i restanti essi possono essere individuati tra professionisti o docenti in materie economiche o giuridiche. Composizione del collegio sindacale. Numero dei sindaci. Le società quotateL'art. 2397 c.c., al comma 1, definisce la composizione del collegio sindacale stabilendo che deve essere composto da tre o cinque membri effettivi, soci o non soci. Inoltre, è previsto che siano nominati due sindaci supplenti. Tra questi, come visto: 1) almeno uno dei membri effettivi ed uno dei membri supplenti devono essere scelti tra i revisori legali iscritti nell'apposito registro; 2) i membri restanti, invece, qualora non siano iscritti in tale registro, devono essere scelti fra gli iscritti negli albi professionali individuati con decreto del Ministro della giustizia, oppure tra i professori universitari di ruolo, in materie economiche e giuridiche. Rinviando al commento all'art. 2477 c.c., quanto alle ipotesi di facoltatività o di obbligatorietà della nomina del collegio sindacale nelle s.r.l., va segnalato il contrasto nella giurisprudenza di merito in ordine ai requisiti richiesti per l'accesso all'incarico in quel tipo sociale Secondo un primo orientamento, nel caso di sindaco unico di s.r.l. con compiti limitati alla vigilanza interna e con esclusione del controllo contabile, non sarebbe necessaria la relativa iscrizione nel registro dei revisori legali dei conti (Trib. Roma, 1° giugno 2020). Più precisamente, secondo tale avviso si ritiene che, potendo la s.r.l. prevedere in sede di statuto la nomina di un sindaco unico con soli compiti relativi alla vigilanza interna alla società, non estesi alla revisione e controllo contabile, in quel caso questi non dovrà essere iscritto al registro dei revisori dei conti. Ciò sul presupposto che il richiamo alle norme previste per le società azionarie, contenuto nell'art. 2477, comma 5, c.c. non dovrebbe intendersi in modo rigido, ma tenendo conto della struttura della società a responsabilità limitata e delle mansioni espressamente attribuite, tali, eventualmente, da non richiedere quella professionalità giustifica. Di contro si riporta altro orientamento di merito per il quale, viceversa, è decisivo il rinvio del codice alla disciplina in tema di spa contenuto ex art. 2477 c.c.,, di modo che anche nelle s.r.l. nelle quali sia prevista la nomina di un organo di controllo, l'organo di controllo sindacale deve comunque contenere almeno un componente effettivo e uno supplente iscritto nel registro speciale dei revisori legali. Pertanto, nelle s.r.l. non sarebbe consentito un collegio sindacale composto esclusivamente da professionisti non revisori. Ove poi, si afferma, all'organo di controllo sindacale sia affidato l'incarico anche della revisione legale dei conti, tutti i suoi componenti devono essere revisori (Tribunale Milano sez. spec. impr., 13 giugno 2019 , Soc., 2019, 11, 1302). La deliberazione assembleare di nomina, inoltre, deve specificare quali sindaci debbano considerarsi effettivi e quali supplenti. La disposizione in commento implica un ridotto margine di autonomia per le scelte societarie relative alle dimensioni dell'organo di controllo. Infatti, la norma si contraddistingue per essere di tipo imperativo (Cavalli, 17; Frè, 879; Tedeschi, 247), dunque non derogabile dallo statuto. Si esclude, pertanto, la possibilità di prevedere un numero di sindaci pari e comunque diverso da quelli indicati dalla norma. Per questo motivo, il criterio di scelta numerica dei sindaci è stato definito rigido o semirigido. La dottrina ha criticato, a lungo, la suddetta composizione rigida (Domenichini, 723) o semirigida (Campobasso, 393), ritenendola pari ad un ostacolo per il corretto ed efficace svolgimento delle funzioni dell'organo di controllo. Anche la previsione inerente ai sindaci supplenti, inoltre, è stata oggetto di censure ad opera della dottrina, la quale ha sottolineato come la presenza di questi ultimi sia spesso inutile. Ciononostante, la loro indicazione secondo taluni non può mancare (Domenichini, 723) apparendo non derogabile (contra Rigotti, 12). Emerge l'orientamento in forza del quale il numero dei sindaci può essere fissato solo dallo statuto: pertanto la successiva modifica, rispetto dei limiti legali, può perfezionarsi mediante una delibera dell'assemblea straordinaria (Frè, 544). La clausola dello statuto, che consentisse all'assemblea ordinaria la determinazione di quel numero, è univocamente considerata viziata. Secondo parte della dottrina, una delibera di aumento del numero di sindaci, diversamente da quella inerente alla sua riduzione, deve essere ritenuta immediatamente efficace, dal momento che non si registra un caso di decadenza o revoca del collegio, bensì solo la necessità di una sua integrazione. Alla suddetta tesi, si oppone quella per cui anche la delibera di riduzione dei componenti del collegio debba interpretarsi come immediatamente efficace, poiché tale modifica è in grado di causare la decadenza dell'intero collegio, oppure la realizzazione di una giusta causa di revoca. Tuttavia, è stato ritenuto che le tesi esposte non rispetterebbero il cardinale principio di indipendenza dei sindaci, che prescrive l'inefficacia immediata della delibera dell'assemblea straordinaria inerente alla modifica, in qualunque senso, del numero di sindaci, non essendo in grado di incidere sui rapporti in corso, producendo i suoi effetti solo al momento del rinnovo del collegio sindacale. La disciplina esaminata si differenzia, parzialmente, da quella prevista per la determinazione della composizione del collegio sindacale nelle società quotate in borsa, così come disposta dall'art. 148 TUF. Tale norma riconosce ai soci di stabilire, nell'atto costitutivo, il numero dei componenti del collegio sindacale, rispettando i limiti legali per cui i sindaci effettivi non possono essere inferiori a tre, mentre i sindaci supplenti non possono essere inferiori a due. L'elasticità che traspare dalla norma si giustifica alla luce della necessità di temperare le complesse funzioni di controllo delle imprese quotate. Il comma 2 dell'art. 148 dispone che un sindaco effettivo sia espresso dalla minoranza, con il metodo del voto di lista, come prescritto dalla Consob con proprio regolamento (art. 144-sexies del regolamento n. 11971/1999, e successivi). In tale ambito, la Consob ha peraltro stabilito che debba esser seguito lo stesso metodo per l'elezione di un sindaco supplente espressione della minoranza. Si evidenzia la possibilità, nelle società per azioni quotate, di costituire collegi sindacali anche in numero pari, purché sempre superiore ad almeno tre membri, dal momento che non risulta alcuna prescrizione normativa che imponga che i sindaci siano in numero necessariamente dispari. Requisiti di professionalità dei sindaci. Differenze con le società quotate.Il secondo comma della disposizione in commento individua i requisiti di professionalità richiesti per i componenti del collegio sindacale, fondamentali per garantire l'efficacia della funzione di controllo svolta. Essa differenzia tra sindaci, a seconda che siano incaricati, o no, di effettuare anche controlli di natura contabile. Ove ciò sia previsto, si applica la disciplina ex art. 2409-bis, comma 2, secondo il quale tutti i sindaci devono essere iscritti nell'albo dei revisori contabili. In caso contrario, invece, deve farsi riferimento alla norma in commento, che stabilisce la necessità per cui un sindaco effettivo ed uno supplente debbono essere iscritti nel registro dei revisori contabili, mentre i restanti possono essere scelti tra soggetti iscritti al medesimo registro, ovvero tra iscritti negli albi professionali selezionati dal Ministero della giustizia, ovvero tra professori universitari di ruolo, in materie economiche o giuridiche. Il Ministero della giustizia ha provveduto ad individuare gli albi, per mezzo del d.m. 29 dicembre 2004, n. 320, indicando gli albi di avvocati, dottori commercialisti, ragionieri e periti commerciali, consulenti del lavoro. Riguardo i professori universitari, invece, la norma non delimita le materie oggetto di insegnamento, ma viene lasciata libertà allo statuto, a patto che le materie siano di natura economica o giuridica, nonché siano inerenti alle funzioni di controllo interno delle società. La scelta legislativa relativa all'obbligatorietà della presenza di un sindaco dotato di competenze specifiche in materia contabile viene giustificata con il compito del collegio dei sindaci, consistente nel controllo sintetico complessivo sul bilancio e sulla correlata necessità di vigilare sull'adeguatezza e sul concreto funzionamento dell'assetto amministrativo e contabile societario. Va aggiunto, ad ogni modo, come non sia discusso che lo statuto possa prevedere requisiti ulteriori per i componenti dell'organo, talché la delibera di nomina, adottata in spregio a dette previsioni, sarebbe invalida. I requisiti di professionalità disposti dall'articolo in analisi, non sono contemplati per il funzionamento del collegio sindacale delle società quotate dal momento che, in tal caso, si fa applicazione dell'art. 148, comma 4, TUF. Tale norma rinvia la fissazione dei requisiti di professionalità ed onorabilità dei sindaci ad un regolamento ministeriale, adottato in concreto dal Ministro della giustizia e dal Ministro dell'economia, sentiti la Consob, la Banca d'Italia e l'Isvap (d.m. 20 marzo 2000, n. 162). Secondo quest'ultima disposizione, almeno un sindaco effettivo, se i sindaci sono tre, ovvero due sindaci effettivi, qualora fossero in numero maggiore, nonché un supplente, devono essere scelti tra gli iscritti al registro dei revisori legali dei conti. Per gli altri sindaci non revisori, invece, sono disposti requisiti diversi, poiché devono essere scelti tra coloro che hanno maturato un'esperienza triennale nell'esercizio di: 1) attività di amministrazione o di controllo o compiti direttivi presso società di capitali che abbiano un capitale sociale non inferiore a due milioni di euro; 2) attività professionali o di insegnamento universitario di ruolo in materie giuridiche, economiche, finanziarie e tecnico-scientifiche, strettamente attinenti all'attività di impresa; 3) funzioni dirigenziali presso enti pubblici o pubbliche amministrazioni operanti nei settori creditizio, finanziario e assicurativo o comunque in settori strettamente attinenti a quello di attività dell'impresa. In ogni caso, tali settori di attività devono essere specificati dallo statuto, che non può contenere regolamentazioni generali. Dunque, la materia delle società quotate si contraddistingue per la previsione di un particolare requisito di anzianità minima di iscrizione o di attività. Inoltre, si ritiene che i soggetti che possono essere nominati sindaci nelle società non quotate, possono esserlo anche in quelle quotate, mentre coloro che ricevono l'incarico di sindaco nelle società quotate non possono essere eletti anche nelle società non quotate, alla luce del requisito legato alla precedente esperienza lavorativa maturata. BibliografiaAmbrosini, Il nuovo diritto societario, Commentario, Torino, 2005; Auletta, Diritto commerciale, Milano, 2003, 174; Benatti, Sub artt. 2397-2406 c.c., in Il nuovo diritto delle società, a cura di Maffei Alberti, Padova, 2015; Calandra Buonaura, I modelli di amministrazione e controllo nella riforma del diritto societario, in Giur. comm. 2003; Campobasso, Diritto commerciale, II, Torino, 2013; Cavalli, in Tr. Colombo-Portale, V, Torino, 1998; Domenichini, Sub art. 2397, in Società di capitali, Commentario a cura di Nicolini e Stagno d'Alcontres, III, Napoli, 2004; Fauceglia, Impresa e società, Pisa, 2018; Franzoni, Gli amministratori e i sindaci, Torino, 2002; Frè, Società per azioni, Bologna, 1992; Quagliotti, Art. 2397 c.c., in Codice commentato delle società, a cura di Abriani-Stella Richter, Torino, 2010; Providenti, Sub art. 2397, in Nazzicone, Providenti, Società per azioni. Amministrazione e controlli, Milano, 2010; Rigotti, Composizione del collegio, Collegio sindacale. Controllo contabile, a cura di Ghezzi, in Commentario alla riforma delle società, diretto da Bianchi, Ghezzi, Marchetti, Notari, Milano, 2005; Tedeschi, Il collegio sindacale, in Comm. S., Milano, 1992. |