Codice Civile art. 2414 bis - Costituzione delle garanzie (1).Costituzione delle garanzie (1). [I]. La deliberazione di emissione di obbligazioni che preveda la costituzione di garanzie reali a favore dei sottoscrittori deve designare un notaio che, per conto dei sottoscrittori, compia le formalità necessarie per la costituzione delle garanzie medesime. [II]. Qualora un azionista pubblico garantisca i titoli obbligazionari si applica il numero 5) dell'articolo 2414 (2). [III]. Le garanzie, reali e personali e di qualunque altra natura e le cessioni di credito in garanzia, che assistono i titoli obbligazionari possono essere costituite in favore dei sottoscrittori delle obbligazioni o anche di un loro rappresentante che sarà legittimato a esercitare in nome e per conto dei sottoscrittori tutti i diritti, sostanziali e processuali, relativi alle garanzie medesime (3). (1) V. nota al Capo V. (2) Comma aggiunto dall'art. 1, d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6, come modificato dall'art. 5 1z) d.lg. 6 febbraio 2004, n. 37. (3) Comma aggiunto dall'art. 13, d.l. 12 settembre 2014, n. 133, conv., con modif., in l. 11 novembre 2014, n. 164. InquadramentoL'art. 2414, al punto 5), fa riferimento, come già evidenziato nel relativo commento, alla necessaria menzione, nel titolo, delle garanzie che assistono l'emissione, descritte come eventuali, perché evidentemente non strutturali rispetto alla emissione del prestito obbligazionario, salvo quanto precisato dall'art. 2412, comma 1, c.c. Ne viene che vanno riportate nel titolo, senza distinzioni, le garanzie che sostengono l'erogazione (Brancadoro, 946), ben oltre, dunque, il confine offerto dalla possibilità di concedere ipoteca di primo grado sui beni della stessa emittente laddove ciò sia reso necessario dalla esigenza di superare il limite quantitativo previsto dal primo comma dell'art. 2412 c.c. Logica vuole che le garanzie vengano costituite prima della emissione dei titoli. La loro presenza rappresenta, infatti, un elemento non imprescindibile ma decisivo dell'affidamento degli investitori sulle possibilità di recuperare l'erogato e di ottenere la puntuale remunerazione del prestito sotteso ai titoli. Per questa ragione, il titolo emesso senza che sia stata costituita la relativa garanzia fonda, ex art. 2394 c.c., in caso di incapienza patrimoniale dell'ente, la responsabilità dell'organo gestorio, chiamato a tale incombente, nell'ottica dei suoi compiti ordinari, in esecuzione della delibera di emissione. In dottrina (Blandini, 846) si prospetta anche la possibilità dell'azione diretta, ex art. 2395 c.c. Una tale ipotesi tuttavia dovrà essere mediata dalla natura ontologica dei prestiti obbligazionari, legati ad una emissione di titoli di massa ed al ruolo unitario che occorre assegnare alle scelte assunte dall'assemblea degli obbligazionisti. In questo quadro, va letta, oggi, la possibile previsione del rappresentante comune ai sensi del comma terzo della norma in commento, così come introdotta dall'art. 13, comma 2, del decreto legge 12 settembre 2014 convertito con modifiche nella legge n. 164 del 2014. Figura, quest'ultima, che, se presente, potrebbe per assorbire ogni posizione soggettiva legata al prestito obbligazionario, visto nella sua connotazione unitaria, delegittimando anche le iniziative risarcitorie autonome del singolo obbligazionista. Il riferimento a tale ultimo comma e, in particolare, il cenno testuale alla possibilità di legare il prestito obbligazionario a garanzie non solo personali o reali ma anche «di qualunque altra natura» oltre che dalle «cessioni di credito in garanzia», permette inoltre di ritenere tipizzata l'ipotesi della emissione accompagnata dalla previsione di garanzie atipiche. Garanzie reali. L‘indicazione del notaio ed il procedimento di iscrizione.Se il prestito è supportato da una garanzia reale, la norma in commento impone la indicazione nominativa del notaio chiamato a curarne la iscrizione sin dalla deliberazione di emissione. L'assenza di una siffatta indicazione vizia la delibera di emissione, rendendo la delibera, in coerenza, annullabileexartt. 2377 e 2416 c.c. Tale indicazione non è più coessenziale alla sola emissione legata ad ipoteche sui beni della società, strumentale al superamento del limite di cui all'art. 2412 c.c. Diversamente da quanto previsto dal regime previgente alla novella del 2003 (ex art. 2410 c.c.), oggi si fa generico rifermento alle «garanzie reali» dirette a supportare il prestito. Sia quelle prestate sui beni dell'emittente (utili, se di primo grado, a realizzare l'obiettivo di cui al comma 2 dell'art. 2412 c.c.); sia quelle dirette a gravare su beni di terzi. Ove sia resa a sostegno di titoli obbligazionari al portatore, l'iscrizione di ipoteca è regolata dagli artt. 2831, comma 1, 2839, n. 1 e 2845, commi 2 e 3, c.c. Non occorre al fine la preventiva individuazione dei singoli beneficiari, potendosi procedere alla iscrizione sulla base della sola delibera di emissione del prestito. L'iscrizione è, del resto, formalmente unitaria, pur se a favore della massa degli obbligazionisti, per quanto riguarda il creditore. Intervenuta la nomina del rappresentante comune degli obbligazionisti, questa va inoltre annotata per consentire la propalazione allo stesso delle notifiche e delle citazioni relative all'ipoteca previste dall'art. 2844 c.c. Tale favor di disciplina attiene tuttavia alle sole (più frequenti nella prassi) obbligazioni al portatore. In presenza di obbligazioni nominative, l'iscrizione, per contro, seguirà le indicazioni generali con conseguente specificazione nominativa di tutti gli obbligazionisti (Campobasso, 285). Le garanzie concesse dall'azionista pubblico.Merita un cenno il disposto del comma 2 della norma in commento. La previsione della obbligatoria menzione della garanzia offerta dall'azionista pubblico è stata tacciata, in dottrina, di marcata superfluità, una volta prevista, ai sensi del n. 5 dell'art. 2414, la necessità di indicare, nel titolo, ogni ipotesi di garanzia, comunque prestata a sostegno dell'obbligazione restitutoria, quale che sia il garante (Brancadoro). La ragion d'essere di tale superfetazione sarebbe disvelata dalla relazione governativa alla novella che ha introdotto la previsione in disamina (d.lgs. 6 febbraio 2004, n. 37). Si rimarca, in particolare, che le connotazioni del soggetto garante dovrebbero rendere maggiormente appetibile il titolo e favorirne la collocazione sul mercato. Vista nell'ottica della garanzia, tale precisazione, a ben vedere, non muta i termini del precedente giudizio: ogni garanzia, infatti, trova la sua funzionalità in ragione delle caratteristiche soggettive del garante. Ciò che sembra assumere rilievo, piuttosto, è il dato della propalazione inerente alla figura di azionista dell'ente garante. Ed in questa ottica, ciò che dovrebbe veicolare fiducia è tale correlazione societaria, non la garanzia prestata in sé. BibliografiaBlandini, Sub art. 2414-bis, in Commentario al Codice civile diretto da E. Gabrielli, Torino, 2014, 820; Brancadoro, Sub art. 2414-bis, in Società di capitali: commentario, a cura di Niccolini, Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; Campobasso, Le obbligazioni, in Tr. Colombo-Portale, Torino, 1994; D'Ambrosio, in Codice commentato delle nuove società, a cura di Bonfanti, Corapi, Marziale, Rordorf, Salafia, Milano, 2004. |