Codice Civile art. 2487 bis - Pubblicità della nomina dei liquidatori ed effetti 1 .Pubblicità della nomina dei liquidatori ed effetti 1. [I]. La nomina dei liquidatori e la determinazione dei loro poteri, comunque avvenuta, nonché le loro modificazioni, devono essere iscritte, a loro cura, nel registro delle imprese. [II]. Alla denominazione sociale deve essere aggiunta l'indicazione trattarsi di società in liquidazione. [III]. Avvenuta l'iscrizione di cui al primo comma gli amministratori cessano dalla carica e consegnano ai liquidatori i libri sociali, una situazione dei conti alla data di effetto dello scioglimento ed un rendiconto sulla loro gestione relativo al periodo successivo all'ultimo bilancio approvato. Di tale consegna viene redatto apposito verbale. Quando nei confronti della società è stata aperta la procedura di liquidazione giudiziale o di liquidazione controllata, il rendiconto sulla gestione è consegnato anche, rispettivamente, al curatore o al liquidatore della liquidazione controllata2.
[2] Periodo aggiunto dall'art. 380, comma 2, d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dall'articolo 39, comma 1, d.lgs. 26 ottobre 2020, n. 147. V. anche l'art. 42 , comma 1, d.lgs. n. 147, cit., che così dispone: « Il presente decreto entra in vigore alla data di cui all'articolo 389, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, ad eccezione delle disposizioni di cui agli articoli 37, commi 1 e 2, e 40.». Ai sensi dell'art. 389, comma 1, d.lgs. n. 14, cit., come sostituito dall'art. 5, comma 1, d.l. 8 aprile 2020, n. 23, conv., con modif., in l. 5 giugno 2020, n. 40, dall'art. 1, comma 1, lett. a) d.l. 24 agosto 2021, n. 118, conv., con modif., in l. 21 ottobre 2021, n. 147 e, da ultimo, sostituito dall’art. 42, comma 1, lett. a), d.l. 30 aprile 2022, n. 36, conv. con modif. in l. 29 giugno 2022, n. 79, la presente disposizione entra in vigore il 15 luglio 2022, salvo quanto previsto al comma 2 del citato decreto.
InquadramentoL'art. 2487-bis è norma a contenuto articolato, che regolamenta questioni di diversa collocazione sistematica. Per un verso, essa si occupa di disciplinare le necessarie conseguenze pubblicitarie (soprattutto a tutela dei terzi) che scaturiscono dall'apertura della fase di liquidazione: e, dunque, da un lato, la necessità che i terzi siano portati a conoscenza: a) del provvedimento (privatistico o giurisdizionale) che ha aperto la fase di liquidazione; b) del fatto che la società versi in fase dissolutiva, con la conseguenza di imporre ad essa la modificazione della denominazione, mediante la specificazione che la società sia «in liquidazione». Le regole in questione appaiono di evidenza intuitiva quanto alla finalità cui assolvono: conoscendo l'esistenza dello stato di liquidazione, i terzi vengono messi in guardia circa i limiti «naturali» dell'operare di coloro che agiscono in nome e per conto della società. Nel contempo il legislatore si premura di garantire che tale conoscenza da parte dei terzi sia non solo il frutto di una loro particolare diligenza, spinta sino a verificare le risultanze del registro delle imprese: è fatto obbligo alla società, infatti, di aggiungere la locuzione «in liquidazione» alla propria denominazione sociale, in modo tale da assicurare che la stessa società si presenti sistematicamente come soggetto giuridico in fase dissolutiva e dunque con un limitato potere operativo. L'ultimo comma della norma in commento, invece, disciplina un aspetto di rilevanza essenzialmente interna, ma cronologicamente conseguente alle iscrizioni pubblicitarie imposte dai precedenti due commi: quello che concerne il passaggio di consegne dagli amministratori ai liquidatori, che segna il momento di transito dei poteri gestori (ma gli amministratori, sin dall'accertamento del verificarsi della causa di scioglimento, hanno dovuto improntare a criteri liquidatori le proprie condotte gestorie) dall'organo amministrativo a quello gestorio; con la conseguente regolamentazione degli adempimenti cui sono tenuti gli amministratori per garantire ai liquidatori di avviare immediatamente l'attività che dovrà portare alla cessazione della società, in forma ordinata e nella più piena consapevolezza della situazione in cui versa la società, sotto il profilo dei conti ma non soltanto. La pubblicità della nomina e dei poteri attribuiti ai liquidatoriUna volta che sia stata effettuata la nomina dei liquidatori, la legge impone che si faccia luogo alla pubblicizzazione della stessa, mediante iscrizione dell'atto di nomina presso il registro delle imprese; parimenti soggetti a tale pubblicità sono, poi, sempre a norma dell'art. 2487-bis, comma 1, gli atti da cui eventualmente scaturiscano modificazioni dei poteri dei liquidatori (e, ovviamente, anche gli atti di revoca). A differenza di quanto accadeva con l'art. 2450-bis (norma introdotta nel codice civile, in forza del d.P.R.. n. 1127/1969), l'art. 2487-bis non fissa un termine entro cui si debba procedere a tale iscrizione. Si è sostenuto che la carenza di questo termine non può certo comportare che difetti un qualunque limite temporale nell'espletamento delle formalità in questione, concludendosi per una opportuna applicazione in via analogica delle norme degli artt. 2383, comma 4, e 2400, ultimo comma, in materia di pubblicità della nomina di amministratori e sindaci, norme che fissano il termine massimo per l'adempimento pubblicitario in trenta giorni (Vaira, 2079). Ci si è molto interrogati sull'individuazione dei soggetti tenuti alla iscrizione pubblicitaria in questione. Si ritiene che essi siano: - gli amministratori; - i liquidatori (certamente loro in caso di modificazione nella composizione dell'organo liquidatorio); - eventualmente i liquidatori (in caso di modificazione dell'organo); - i sindaci. Questi ultimi in considerazione del generale dovere di supplenza di cui sono gravati a garanzia del regolare svolgimento della vita societaria (NICCOLINI 1753); gli altri in funzione del proprio ufficio, finalizzato a garantire la regolarità della vita societaria (Pasquariello, 1586 e GIANNELLI DELL'OSSO, 991). È appena il caso di ricordare poi che, laddove la nomina dei liquidatori sia stata effettuata per il tramite di una deliberazione assembleare, trattandosi di delibera da adottarsi nelle forme dell'assemblea straordinaria, vi sarà un concorrente dovere del notaio rogante di fare luogo, entro trenta giorni dall'adozione della delibera, a norma dell'art. 2436, comma 1, al deposito della stessa presso l'ufficio del registro delle imprese (Vaira, 2079). Modificazione della denominazione socialeL'art. 2487-bis, comma 2, dispone che, una volta aperta la fase di liquidazione (e, si suppone, una volta nominati i liquidatori) alla denominazione sociale si debba aggiungere l'indicazione che la società si trova appunto in stato di liquidazione. La collocazione della previsione in questione nella disposizione sulla pubblicità della nomina dei liquidatori crea un inevitabile collegamento con la stessa ed ha posto ai commentatori della riforma il problema circa la competenza ad apportare la detta «aggiunta» alla denominazione sociale. Si discute, cioè, se debbano necessariamente provvedervi i liquidatori, ovvero se si tratti di adempimento d'ufficio, da eseguirsi in forma automatica, a cura del registro delle imprese, una volta che sia stata iscritta la deliberazione di nomina dei liquidatori. Nel senso che la modificazione sia sostanzialmente un effetto automatico dell'iscrizione della nomina dei liquidatori, si è segnalata la somiglianza tra il precetto dell'art. 2487-bis, comma 2, e quello dell'art. 2250, comma 3, cogliendosi il fatto che la riforma del 2003 vuole che la fase liquidatoria incida direttamente ed automaticamente anche sulla denominazione sociale che viene modificata ex lege, reputando insufficiente il fatto che essa emerge negli atti e nella corrispondenza societari (Niccolini, 2003, 176). Nel senso contrario, invece, si è esaltata la circostanza che il legislatore abbia usato il predicato «deve»: con ciò, implicitamente sancendo un obbligo a carico dei liquidatori di procedere all'incombente in questione (Vaira, 2080, n. 43). Appare importante segnalare che la Suprema Corte, di recente, è intervenuta in materia affermando che – secondo un principio già consolidato – l'aggiunta della locuzione «in liquidazione» ha solo una finalità informativa circa lo stato liquidatorio e non incide minimamente sull'identità dell'ente, che resta soggettivamente il medesimo rispetto a quello anteriore alla fase di liquidazione (Cass. n. 24045/2015). Il principio poc’anzi affermato ha trovato conferma anche a livello dottrinale. A tal proposito si veda GIANNELLI DELL'OSSO, 992. Il passaggio di consegne dagli amministratori ai liquidatoriProbabilmente il tema più rilevante che la norma dell'art. 2487-bis, comma 3, pone all'interprete è legato all'effetto che scaturisce dall'iscrizione del provvedimento di nomina dei liquidatori: sotto il profilo testuale, infatti, il legislatore parrebbe avere adottato un sistema di pubblicità costitutiva (addirittura con riguardo alla rilevanza dell'evento dissolutivo), con il ricollegare la cessazione dalla carica degli amministratori (e, dunque, implicitamente, l'insediamento in carico dell'organo liquidatorio) al momento in cui venga iscritto il provvedimento di nomina. La realtà appare più complessa, come da più parti è stato segnalato. Ed infatti: - per un verso, è principio legislativo che la condotta gestoria degli amministratori si debba convertire da ordinaria in liquidatoria, per effetto soltanto dell'accertamento dell'evento che determina la liquidazione: il che significa che tale evento assume rilievo in sé e per sé, a prescindere da qualsivoglia forma di pubblicità; - per altro verso, sul piano concreto, potrebbe risultare abbastanza frequente l'ipotesi in cui, in presenza di un conflitto sul verificarsi della causa di scioglimento ovvero, ancor più, sulla designazione dell'organo liquidatorio, gli amministratori uscenti pongano una condotta ostruzionistica rispetto all'insediamento dei liquidatori: con la conseguenza che l'iscrizione del provvedimento avrebbe attuato il passaggio di responsabilità, pur in un contesto in cui i liquidatori non siano in realtà minimamente stati posti in condizione di adempiere ai doveri del proprio ufficio (Bonechi, 2136). Ancora una volta, probabilmente, la soluzione più equilibrata si rinviene distinguendo il piano della rilevanza esterna, rispetto a quello della rilevanza interna degli effetti dell'iscrizione. Nei confronti dei terzi, una volta iscritto il provvedimento di nomina, gli amministratori perdono ogni legittimazione e, simultaneamente, i liquidatori assumono ogni potere ed ogni responsabilità (salvo poi riuscire a liberarsi dalla stessa, dimostrando la condotta ostruzionistica degli amministratori e di aver fatto tutto quanto nei propri poteri per attuare realmente il passaggio di consegne). Sul piano interno non potrà che prevalere la realtà effettuale: fino a quando gli amministratori non abbiano effettivamente posto i liquidatori in condizione di svolgere le proprie funzioni, essi conserveranno intatte le proprie responsabilità: anzi, le medesime potrebbero addirittura aggravarsi, nella misura in cui si dimostrasse che la loro condotta ha impedito il regolare svolgimento della fase di liquidazione. Sul piano (più) squisitamente operativo, la norma in commento pone a carico degli amministratori l'obbligo di consegnare ai liquidatori, accompagnando la consegna con idonea verbalizzazione: - i libri sociali; - una situazione dei conti aggiornata alla data in cui si è verificata la causa di scioglimento; - un rendiconto sulla gestione relativo al periodo successivo all'ultimo bilancio approvato. Quest'ultimo, peraltro, deve avere la struttura e la funzione di un bilancio infrannuale, con indicazione dell'attività svolta dagli amministratori e del relativo saldo contabile (GIANNELLI DELL'OSSO, 995). Si è correttamente osservato che nel caso, tutt'altro che infrequente, laddove l'evento liquidatorio avvenga in un contesto non conflittuale, in cui sia stato nominato liquidatore colui che ha rivestito la carica di amministratore, ovviamente tale fase di passaggio di consegne deve considerarsi del tutto deformalizzata (Vaira, 2081, n. 45). Il nodo interpretativo più rilevante circa la documentazione oggetto di consegna è certamente rappresentato dall'identificazione della situazione dei conti e dalla sua differenziazione rispetto al rendiconto sulla gestione. Il primo documento, che nella Relazione di accompagnamento alla riforma viene identificato come idoneo a consentire «la possibilità di individuare quanto posto in essere prima e dopo», parrebbe integrare una situazione patrimoniale alla data del verificarsi dell'evento che determina lo scioglimento: situazione opportuna da fotografare, nella misura in cui il compito principale dei liquidatori sarà proprio quello di valorizzare i beni. Quanto al secondo, appare pacifico che si tratti di un vero e proprio bilancio di esercizio infrannuale, che copre l'arco temporale intercorrente da quello considerato nell'ultimo bilancio e che va fino al momento del passaggio di consegne. È scontato nell'interpretazione dottrinale unanime che debbano essere oggetto di consegna anche tutti i beni sociali, beni che costituiscono uno dei fondamenti dell'attività dei liquidatori. Con una recente pronuncia, la Corte di Cassazione ha precisato che l'obbligo del liquidatore di ricevere in consegna i libri sociali si estende al liquidatore nominato successivamente in sostituzione del precedente. Per questa ragione non può ritenersi esente da responsabilità il liquidatore che non riceve i libri contabili e che omette ogni controllo sulla loro esistenza e sulla loro regolare tenuta. Anche per i liquidatori di società di capitali sussiste una posizione di garanzia del bene giuridico penalmente tutelato, con conseguente ineludibile responsabilità, ex art. 40 cpv. c.p., ove i detti obblighi siano disattesi (Cass. pen., n. 36737/2022).
BibliografiaBonechi, Sub art. 2484, in Aa.Vv., Codice delle società, a cura di Abriani, Milano, 2016; Giannelli, Dell'Osso, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2452-2510, a cura di Santosuosso, Torino, 2015; Niccolini, La disciplina dello scioglimento, della liquidazione e dell'estinzione delle società di capitali, in La riforma delle società. Profili della nuova disciplina, a cura di Ambrosini, Torino 2003; Pasquariello, Sub art. 2487-bis, in Commentario breve al diritto delle società, a cura di Maffei Alberti, Milano, 2017; Vaira, Sub art. 2487-bis, in Aa.Vv., Il nuovo diritto societario, diretto da Cottino, Bonfante, Cagnasso-Montalenti, III, Bologna, 2004. |