Prescrizione del diritto derivante dal contratto di assicurazione della responsabilità civile

Giovanni Gea
05 Novembre 2018

Qual è l'idoneo contenuto della comunicazione all'assicuratore della responsabilità civile ai fini della sospensione del termine di prescrizione dei diritti derivanti all'assicurato dal relativo contratto?
Massima

La lettera con la quale l'assicurato comunica all'assicuratore, per le competenze del caso, la circostanza del proprio rinvio a giudizio da parte del giudice delle indagini preliminari, indicando nell'oggetto della predetta lettera il nominativo del danneggiato nonché la propria responsabilità professionale, deve considerarsi idonea a notiziare l'assicuratore dell'esercizio, da parte del danneggiato, dell'azione civile nel processo penale e, dunque, a sospendere il corso della prescrizione finché il credito del danneggiato non sia divenuto liquido ed esigibile oppure il diritto dello stesso non sia prescritto.

Il caso

Il medico di una struttura ospedaliera, condannato in sede penale al risarcimento dei danni subiti dai familiari, costituitisi parti civili, di una paziente deceduta presso la predetta struttura a seguito di intervento chirurgico, agiva in sede civile, per quanto qui di interesse, nei confronti della compagnia con cui aveva stipulato la polizza di assicurazione per la responsabilità civile professionale onde vedersi da questa garantito e manlevato in ordine alle richieste risarcitorie avanzate da detti familiari nei propri confronti chiedendo, altresì, che la società di assicurazione venisse condannata al pagamento diretto del dovuto.

Il Tribunale accoglieva la domanda del medico e condannava la compagnia di assicurazione a tenerlo indenne di quanto avrebbe dovuto pagare ai familiari della paziente in forza della citata sentenza penale.

La Corte d'Appello, adita dalla compagnia di assicurazione, accogliendo l'eccezione di prescrizione ex art. 2952, comma 3, c.c. dalla stessa sollevata, rigettava la domanda di manleva del medico.

Avverso tale sentenza il medico proponeva ricorso in Cassazione.

La questione

Qual è l'idoneo contenuto della comunicazione all'assicuratore della responsabilità civile ai fini della sospensione del termine di prescrizione dei diritti derivanti all'assicurato dal relativo contratto?

Le soluzioni giuridiche

La Corte di Cassazione, con la sentenza in commento, cassa con rinvio la sentenza della Corte d'Appello ravvisando un vizio inerente il procedimento di “sussunzione” della fattispecie concreta sotto la norma astratta (art. 2952, comma 4, c.c.) che le sarebbe dovuta essere applicata.

Ed, invero, la S.C. ritiene che la Corte d'Appello abbia erroneamente apprezzato “in iure” il contenuto della lettera del 12 giugno 2006, avente ad oggetto "Rinvio a giudizio. Eredi G.S. / Dr. S.G. RC Professionale", con cui il medico aveva informato l'assicuratore della responsabilità civile che «A seguito di comunicazione del 16/01/06 Prot. n. 178 Direzione Sanitaria di Presidio e conclusioni di indagini effettuate dal GIP della Procura di Termini Imerese si comunica che lo scrivente è stato rinviato a giudizio con la prima udienza prevista per il 19/10/16. Si comunica per le competenze del caso. Si resta a disposizione per eventuali chiarimenti», giungendo, così, ad escludere che la stessa fosse idonea a comunicare all'assicuratore la proposizione di un'azione giudiziaria da parte degli eredi della paziente e, dunque, a sospendere ex art. 2952, comma 4, c.c. il corso della prescrizione del diritto derivantegli dal relativo contratto.

Ad avviso della S.C., contrariamente da quanto ritenuto dalla Corte d'Appello, l'indicazione, nell'oggetto della lettera dell'assicurato del 12 giugno 2006, della circostanza del rinvio a giudizio, del riferimento agli eredi contro il medico e della responsabilità professionale evidenziava come la comunicazione, in quanto rivolta all'assicuratore, fosse proprio la partecipazione del fatto che gli eredi, cioè i danneggiati, si fossero attivati giudizialmente nel far valere le loro ragioni.

Del resto, l'associazione della circostanza del rinvio a giudizio con il riferimento agli eredi in unione al nome del medico, sottintendeva senza dubbio, in quanto seguita dall'evocazione della responsabilità civile professionale, che il rinvio a giudizio era stato disposto in una situazione in cui gli eredi della paziente si erano costituiti parte civile nella fase dell'udienza preliminare davanti al GIP.

Inoltre, l'espressa affermazione, nel contenuto della lettera del medico del 12/6/2006, di una sorta di motivazione della comunicazione con l'espressione "si comunica per le competenze del caso" e con l'ulteriore dichiarazione "si resta a disposizione per eventuali chiarimenti" non poteva che intendersi come confermativo di quanto ricollegabile al contenuto delle indicazioni dell'oggetto della comunicazione.

La lettera non poteva, dunque, avere altro senso che quello di notiziare la società assicuratrice che vi era stato l'esercizio da parte degli eredi dell'azione civile con la costituzione di parte civile nell'udienza preliminare rispetto al rinvio a giudizio.

D'altro canto, per unanime e consolidato orientamento della S.C., l'art. 2952, comma 4, c.c. «non richiede alcuna particolare formalità» il che esclude che sia necessario indicare nella comunicazione in modo espresso che è stata esercitata l'azione civile, essendo sufficiente che il contenuto della comunicazione riveli tale esercizio in modo anche soltanto implicito.

Tanto esclude che il medico dovesse dire espressamente che era stata esercitata l'azione civile con la costituzione di parte civile e anche soltanto che era stata esercita quell'azione.

Si aggiunga che la norma in questione pone in via meramente alternativa, come determinativa dell'effetto della sospensione del corso della prescrizione, la richiesta di risarcimento danni, alludendo, dunque, come contenuto idoneo della comunicazione anche la semplice manifestazione di una partecipazione di esercizio stragiudiziale del diritto risarcitorio e tale circostanza evidenzia che, se anche, in ipotesi denegata, si volesse escludere che la lettera fosse idonea a partecipare l'esercizio dell'azione risarcitoria tramite la costituzione di parte civile, in ogni caso, per il tramite dell'espressa evocazione degli eredi e della precisazione della finalità della comunicazione come effettuata "per le competenze del caso", risultava idonea a comunicare sicuramente che gli eredi della paziente avevano formulato almeno una richiesta risarcitoria e ciò perché, altrimenti, sarebbe stata incomprensibile una comunicazione per quelle competenze, che altro non erano se non il farsi carico della pretesa risarcitoria nell'economia del contratto assicurativo.

L'affermazione della Corte d'Appello che l'evenienza della costituzione di parte civile "non avrebbe potuto trarsi dall'avvenuto rinvio a giudizio del sanitario sia perché il costituirsi parte civile è rimesso alla scelta delle persone offese sia perché la costituzione avrebbe potuto effettuarsi anche in dibattimento" trascura completamente il rilievo appena svolto e, dunque, che la lettera era in ogni caso idonea a sottendere che gli eredi avevano formulato richiesta risarcitoria.

Ma, prima ancora, omette di considerare la Corte d'Appello il dato dell'indicazione degli eredi in contrapposizione all'assicurato, che sopra si è sottolineato e che, in relazione al rinvio a giudizio, come s'è detto non poteva che sottendere, sebbene in modo implicito, che gli eredi si erano attivati con la costituzione di parte civile.

È sufficiente osservare che, se non vi fosse stata la costituzione di parte civile, il ricorrente non avrebbe avuto alcuna necessità di indicare, oltre al rinvio a giudizio, la sua correlazione alla posizione degli eredi in rapporto alla sua.

In sostanza, se la costituzione non vi fosse stata in sede di udienza preliminare sarebbe stato ragionevole che il medico si limitasse a comunicare il mero dato del rinvio e semmai sarebbe stato ragionevole che egli indicasse, per individuare la vicenda, la paziente deceduta.

Tanto si rileva non senza rimarcare, ad abundantiam - come circostanza aliunde rispetto alla lettera del medico del 12 giugno 2006 ed attinente al pregresso comportamento delle parti – che, nelle precedenti lettere del medico, gli eredi, cioè i soggetti che potevano far valere la pretesa risarcitoria stragiudizialmente o giudizialmente, non erano mai stati evocati, sicché la percezione da parte dell'assicuratore della lettera in quanto li evocava a maggior ragione, cioè al di là di quanto evidenziava solo il suo contenuto, doveva essere nel senso che vi fosse stata la costituzione di parte civile.

La Corte d'Appello ha, dunque, eseguito il procedimento di sussunzione della fattispecie concreta emergente dalla lettera de qua in modo erroneo ed ha, pertanto, fatto falsa applicazione della norma dell'art. 2952, comma 4, c.c.

La S.C. cassa, dunque, la sentenza della Corte territoriale in applicazione del seguente principio di diritto: «qualora il soggetto assicurato, che in precedenza abbia notiziato la propria assicurazione per la responsabilità civile di un sinistro, comunichi all'assicuratore con una lettera la circostanza del proprio rinvio a giudizio da parte del giudice delle indagini preliminari ed indichi nell'oggetto della comunicazione il danneggiato (nella specie gli eredi della persona deceduta nel sinistro) nonché la propria responsabilità professionale, precisando, altresì, che la comunicazione è fatta per le competenze del caso, la lettera deve considerarsi idonea a comunicare l'esercizio dell'azione civile da parte del danneggiato nel processo penale mediante costituzione di parte civile ed il giudice di merito che non la considera idonea in tal senso commette falsa applicazione della norma dell'art. 2952, quarto comma, cod. civ.».

Osservazioni

La decisione in commento si colloca nel solco della consolidata interpretazione giurisprudenziale dell'art. 2952, comma 4, c.c. secondo cui, dopo la comunicazione dell'assicurato all'assicuratore, della richiesta di risarcimento del terzo danneggiato o della proposizione da parte dello stesso dell'azione in giudizio, il decorso della prescrizione è sospeso fino a quando il credito del danneggiato non sia divenuto liquido ed esigibile, oppure non si sia prescritto, per poi riprendere il suo corso con il passaggio in giudicato della sentenza che liquida il danno.

La sospensione rappresenta, dunque, un periodo di tempo in cui non si calcola il decorso della prescrizione, a causa di eventi previsti dalla legge, del diritto dell'assicurato verso l'assicuratore di ottenere da quest'ultimo di essere liberato dall'obbligazione risarcitoria nei confronti del danneggiato e di essere rilevato dall'azione da questi intentata contro di lui.

Al riguardo si è precisato, inoltre, che la sospensione del termine di cui all'art. 2952, comma 4, c.c., si verifica non già con la denuncia del sinistro, bensì con la predetta comunicazione che è efficace anche se proviene dallo stesso danneggiato o, addirittura, da un terzo.

Nondimeno, nelle assicurazioni di responsabilità civile, il termine iniziale di decorrenza della prescrizione del diritto dell'assicurato va individuato nella data in cui per la prima volta il terzo danneggiato ha chiesto stragiudizialmente il risarcimento all'assicurato o ha promosso la relativa azione (art. 2952, comma 3, c.c.) e ciò in deroga all'art. 2935 c.c. secondo cui la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere.

Del resto, se è pacifico che dal contratto di assicurazione per la responsabilità civile l'assicurato ha diritto di ottenere dall'assicuratore di essere liberato dall'obbligazione risarcitoria nei confronti del danneggiato e di essere rilevato dall'azione da questi intentata contro di lui, deve ritenersi, altrettanto, pacifico, che l'obbligo dell'assicuratore di tenere indenne l'assicurato di quanto dovrà risarcire al terzo diviene concreto ed attuale soltanto quando questi, vale a dire il danneggiato, manifesta la sua intenzione di essere risarcito per il danno subito.

Soltanto da questo momento è minacciato il patrimonio dell'assicurato e da questo momento l'assicurato deve dare comunicazione all'assicuratore ai sensi e per gli effetti dell'art. 2952, commi 3 e 4, c.c. della richiesta stragiudiziale di risarcimento o dell'azione giudiziale promossa dal danneggiato.

Orbene, alla luce di quanto precede ed alla stregua di una corretta operazione ermeneutica, la S.C., ritenuto che la comunicazione all'assicuratore della richiesta del terzo danneggiato, quale prevista ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 2952, comma 4, c.c. non è assoggettata dalla legge a particolari oneri di forma e non rappresenta un atto di costituzione in mora, perseguendo semplicemente lo scopo di fare conoscere all'assicuratore la circostanza della istanza del terzo, ha sussunto la fattispecie concreta, pacificamente ed esattamente individuata, sotto la norma astratta che le è applicabile.

Infatti, non può revocarsi in dubbio che la lettera del 12/6/2006, con la quale il medico aveva rappresentato all'assicuratore la circostanza del rinvio a giudizio, del riferimento agli eredi e della responsabilità professionale, abbia compiutamente assolto, seppur implicitamente, allo scopo di informare l'assicuratore che il rinvio a giudizio era stato disposto in una situazione in cui gli eredi della paziente si erano costituiti parte civile nella fase dell'udienza preliminare davanti al GIP e, dunque, costituiva valida comunicazione ai fini propri dell'art. 2952, comma 4, c.c.

Del resto, al danneggiato dal reato è assegnato un potenziale ruolo processuale, con facoltà di costituzione di parte civile, soltanto quando il procedimento sia pervenuto alla fase indicata dall'art. 79 c.p.p. e non nel corso delle indagini preliminari e, dunque, la costituzione di parte civile ed il connesso esercizio dell'azione civile in sede penale può avvenire soltanto all'evolversi della vicenda penale con l'udienza preliminare; il fatto che rispetto ad un rinvio a giudizio, la posizione della parte offesa rileva potenzialmente come quella di parte civile con riguardo all'udienza preliminare all'esito della quale è pronunciato il detto rinvio, evidenzia che l'indicazione nell'oggetto della lettera della comunicazione nei termini descritti, per il fatto stesso di contemplare gli eredi della de cuius e, dunque, i danneggiati con riferimento ad un avvenuto rinvio a giudizio, che supponeva necessariamente la tenuta di un'udienza preliminare, non poteva che essere inteso nel senso di un riferimento implicante la costituzione dei detti eredi come parti civili in quell'udienza e ciò a maggior ragione in quanto si evocava la responsabilità civile.

Né l'effetto sospensivo potrebbe essere negato in ragione del fatto che la lettera non recasse esplicitamente la costituzione degli eredi della paziente come parti civili in quell'udienza essendo chiaramente indicato nell'oggetto della comunicazione all'assicurazione la circostanza del rinvio a giudizio, del riferimento agli eredi e della responsabilità professionale.

Dalla lettera era evidente, inoltre, come la comunicazione fosse stata effettuata «per le competenze del caso», il che sottendeva sicuramente che gli eredi della paziente avevano formulato almeno una richiesta risarcitoria di cui l'assicuratore avrebbe dovuto farsi carico nell'economia del contratto assicurativo.

Si trattava, in definitiva, di una comunicazione sufficientemente univoca nell'esplicitare la volontà degli eredi di ottenere dal medico il risarcimento dei danni subiti in conseguenza del decesso della familiare con conseguente certa e concreta esposizione del patrimonio dell'assicurato.

Infatti, «l'obbligo dell'assicuratore di tenere indenne l'assicurato di quanto dovrà risarcire al terzo diviene concreto ed attuale soltanto quando questi, vale a dire il danneggiato, manifesta la sua intenzione di essere risarcito per il danno subito; soltanto da questo momento è minacciato il patrimonio dell'assicurato e da questo momento l'assicurato deve dare comunicazione all'assicuratore ai sensi e per gli effetti del terzo, nonché del quarto comma dell'art. 2952 codice civile» (Cass. civ., n. 25897/2013).

Concludendo, nei sinistri di responsabilità civile professionale, l'assicurato non solo sarà tenuto alla denuncia del sinistro ma occorrerà, altresì, ai fini della sospensione del corso della prescrizione, che comunichi all'assicuratore la richiesta del danneggiato o l'azione da questi proposta per il risarcimento dei danni.

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