Assenze e licenziamento ritorsivo
24 Gennaio 2019
È ritorsivo il licenziamento successivo ad assenze del lavoratore che sostiene l'illegittimità del trasferimento?
Secondo il costante orientamento giurisprudenziale, è ritorsivo il licenziamento il quale configuri una reazione ingiusta ed arbitraria del datore ad un legittimo comportamento del lavoratore. In quanto assimilato al recesso datoriale fondato su ragioni discriminatorie, è nullo con conseguente condanna alla reintegra del licenziato, ex art. 2, d.lgs. n. 23 del 2015.
Elemento dirimente al fine di stabilire la tutela da garantire nel caso concreto è la legittimità della condotta del dipendente. Le assenze, e dunque il difetto della prestazione lavorativa, potranno essere giustificate richiamando l'art. 1460, c.c., solo qualora l'inadempimento datoriale risulti connotato da particolare gravità, incidendo su aspetti fondamentali della vita del lavoratore, quale ad es. il diritto alla salute ex art. 32, Cost.
Di converso, la reazione del lavortore sembra non superare il vaglio di proporzionalità in relazione all'inadempimento datoriale. In tale ultima ipotesi il licenziamento non potrebbe essere ritorsivo. Cfr. Cass., sez. lav., 17 gennaio 2019, n. 1195. |