Incidenti stradali transfrontalieri: legittimazione sostanziale e processuale passiva del mandatario per la liquidazione dei sinistri

Caterina A. Davelli
05 Febbraio 2020

La compagnia di assicurazioni, mandataria in Italia di compagnia estera a sensi dell'art. 152 cod. ass., è titolare del diritto passivo risarcitorio e, conseguentemente, legittimata passiva processuale?
Massima

Il mandatario per la liquidazione di sinistri avvenuti all'estero, nominato a sensi degli artt. 151 e ss. cod. ass. può essere convenuto in giudizio in quanto titolare di legittimazione sostanziale oltre che della rappresentanza processuale.

Il caso

Un cittadino italiano, a seguito di un sinistro stradale verificatosi all'estero, al fine di ottenere il risarcimento dei danni subìti, conveniva in giudizio, il responsabile civile nonché la compagnia di assicurazioni italiana mandataria in Italia dell'assicuratore estero.

La compagnia italiana eccepiva il proprio difetto di legittimazione passiva, assumendo che la sua designazione legislativa era limitata all'attività stragiudiziale di liquidazione dei danni riportati nell'incidente. Il Tribunale, con sentenza parziale, accoglieva l'eccezione e disponeva la prosecuzione del giudizio nei soli confronti del responsabile civile.

L'attore interponeva gravame che veniva respinto dalla Corte d'Appello. Avverso tale decisione veniva promosso ricorso per Cassazione che veniva accolto con rinvio alla Corte territoriale affinché verificasse la sussistenza dei presupposti per l'affermazione della legittimazione passiva della compagnia mandataria ed il conseguente diritto del ricorrente ad ottenere dalla stessa il risarcimento dei danni derivati dal sinistro.

La Corte d'Appello dichiarava la legittimatio ad causam della compagnia mandataria, la quale interponeva ricorso in Cassazione, deciso con la sentenza in commento, assumendo che la sentenza di rinvio risultava in contrasto con la successiva sentenza CGUE del 15 dicembre 2016 in c-588/15.

La questione

La compagnia di assicurazioni, mandataria in Italia di compagnia estera a sensi dell'art. 152 cod. ass., è titolare del diritto passivo risarcitorio e, conseguentemente, legittimata passiva processuale?

Le soluzioni giuridiche

I Supremi Giudici esordiscono confermando che il giudizio di rinvio ha natura chiusa ed evidenziano come la Corte territoriale, investita di tale giudizio, abbia dato preciso riscontro alle questioni lasciate aperte nella fase rescindente.

Fatta questa premessa, la Corte afferma come sia necessario tener conto dei principi enunciati nella loro precedente pronunzia n.10124/2015, dando ampio rilievo alla successiva pronuncia CGUE del 15.12.2016 in c-558/2015, la quale, analizzando la direttiva UE 2000/26 (c.d. IV Direttiva), ha affermato il principio secondo il quale «l'art. 4 della Direttiva 2000/26 deve essere interpretato nel senso che esso non impone agli Stati membri di prevedere che il mandatario designato, ai sensi di tale articolo per la liquidazione dei sinistri possa esso stesso essere convenuto, in luogo dell'impresa di assicurazione che rappresenta, dinanzi al giudice nazionale adito con domanda di risarcimento da una persona lesa che rientri nell'ambito di applicazione dell'art.1 di tale direttiva».

La Corte Suprema, nel tornare sul caso deciso con sentenza di rinvio, ha esposto i passaggi logico giuridici della indicata sentenza della CGUE secondo la quale dalla Direttiva 2000/26 si rileva che:

- gli Stati membri devono prevedere che i mandatari per la liquidazione dei sinistri siano dotati di poteri sufficienti per rappresentare l'impresa di assicurazione estera nei confronti delle vittime dinanzi alle autorità nazionali ed il mandato previsto dall'art.4, paragrafo 5 include la funzione che consente alle persone lese di agire dinanzi ai giudici nazionali per il risarcimento del danno subìto, rilevando che tra i poteri di cui il mandatario dispone vi è anche quello di ricevere le notifiche di atti giudiziari;

- dai lavori preparatori, secondo le intenzioni del legislatore comunitario, il potere di rappresentanza esercitato da un assicuratore nello Stato membro dovrebbe comprendere una procura a ricevere la notifica degli atti giudiziari anche se di portata limitata, nel senso che tale potere non doveva alterare le norme di diritto internazionale privato sull'attribuzione della competenza giurisdizionale;

- non risulta che l'obiettivo di migliorare la situazione giuridica delle persone lese comporti che l'art. 4 della Direttiva 2000/26 debba essere interpretato – quando tali persone possono agire direttamente contro l'impresa assicuratrice del responsabile straniero – nel senso che impone agli Stati membri implicitamente ma necessariamente di prevedere la possibilità di convenire in giudizio il mandatario.

Svolte queste premesse gli ermellini precisano come, per costante orientamento della CGUE, il diritto comunitario vada interpretato in modo da evitare da un lato interpretazioni che possano privare la norma comunitaria di qualsiasi utilità (c.d. effetto utile) e dall'altro come sia necessario imporre interpretazioni che, qualora venissero escluse, potrebbero attenuare gli obiettivi perseguiti dal legislatore comunitario.

Viene inoltre evidenziato come gli obiettivi della Direttiva 2000/26 (e della successiva Direttiva 2009/103/CE) siano quelli di rafforzare la tutela delle vittime di incidenti stradali transfrontalieri, di agevolare e sveltire i risarcimenti di tali danni, nonché di evitare abusi della posizione - che di fatto risulta essere di vantaggio – da parte dell'assicuratore del responsabile.

Inoltre, si evidenzia come la CGUE avesse già statuito che la volontà del legislatore comunitario fosse quella di attribuire al mandatario quella legittimatio ad causam che potesse permettere alle persone lese di agire in giudizio contro quest'ultimo.

I Supremi Giudici, quindi, osservano che la formulazione del principio di diritto espresso dalla Corte di Giustizia Europea “non impone” consente di ritenere che gli art. 151 – che nel suo ultimo comma afferma che «i danneggiati possono agire direttamente contro l'impresa di assicurazioni) -e 152 cod. ass. vengano interpretati in modo corretto sia nella sentenza n. 10124/2015, sia dalla Corte territoriale investita del rinvio.

Le argomentazioni svolte hanno determinato i Supremi Giudici a respingere sia l'istanza di remissione alla Corte di Giustizia, ritenendo che questa si sia già espressa sul punto, sia l'istanza di remissione alle Sezioni Unite, per mancanza di validi presupposti.

Osservazioni

La Corte Suprema nel pronunciarsi in fase rescindente sulla questione della rappresentanza processuale della mandataria, ha dichiarato non soltanto di uniformarsi alla sua precedente decisione, ma soprattutto, così pare intendere, alla intervenuta sentenza della Corte di giustizia europea, interpretandola nel senso che il danneggiato può convenire in giudizio il mandatario nominato ex art. 152 cod.ass. al fine di chiederne la condanna al risarcimento.

Riteniamo opportuno in questa sede riportare i passaggi della sentenza della Corte di giustizia UE del 15.12.2016 in c-588/15, ai quali i Supremi Giudici si sono riferiti, che paiono in contrasto con la conclusione alla quale la sentenza è pervenuta.

«20. Tali disposizioni non comportano di per sé, che un siffatto rappresentante possa essere convenuto, in luogo dell'impresa di assicurazione che rappresenta, dinanzi al giudice nazionale.

21 La possibilità di convenire il mandatario per la liquidazione dei sinistri non risulta nemmeno dalle disposizioni dell'articolo 4, paragrafo 4, della direttiva 2000/26

22 Lo stesso articolo 4, paragrafo 4, della direttiva 2000/26 … non riconosce, di per sé, la possibilità di agire in giudizio direttamente contro detto rappresentante

23 Se è pur vero che secondo il disposto dell'art. 4, paragrafo 5, della direttiva 2000/26, il mandatario per la liquidazione dei sinistri è dotato di poteri sufficienti a rappresentare l'impresa di assicurazione nei confronti delle persone lese e a soddisfare interamente le loro richieste di indennizzo, tale disposizione, che fissa gli obiettivi di detta rappresentanza, non precisa l'esatta portata dei poteri conferiti a tal fine».

La sentenza della CGUE, dopo aver dopo aver esplicitato i compiti assegnati al mandatario per la trattazione durante il procedimento di indennizzo risarcitorio, precisa che il mandatario non si sostituisce in nulla all'impresa che rappresenta e svolge soltanto le funzioni di intermediario (punto 26) e che la nomina di un mandatario «non costituisce apertura di una succursale di un'impresa di assicurazione e non ha come effetto il conferimento a tale rappresentante della qualità di legittimato passivo, in luogo dell'impresa di assicurazione, dinanzi al giudice nazionale» (punto 27).

L'enunciazione della sentenza qui commentata, risulta essere messa in relazione con la ribadita necessità della massima tutela accordata da detta legislazione al danneggiato di un sinistro transfrontaliero.

Deve osservarsi che la massima tutela al danneggiato è assicurata non soltanto dalla possibilità di azione diretta nei confronti della compagnia del responsabile, ma soprattutto dal vantaggio di convenirla nel proprio paese, notificando alla stessa l'atto di citazione, redatto nella propria lingua, presso la mandataria italiana della gestione stragiudiziale dei sinistri.

La limitazione riguardante il potere del mandatario di ricevere la notifica, chiaramente evidenziata nella sentenza della CGUE quando riferisce che «tra i poteri sufficienti di cui deve disporre il mandatario per la liquidazione dei sinistri figura il mandato a ricevere le notifiche di atti giudiziari (punto 33) senza che né dai lavori preparatori, né dai considerando della direttiva 2000/26 risulti una volontà del legislatore dell'Unione intesa ad estendere tale mandato sino a consentire che l'azione avviata dalle persone lese dinanzi al giudice nazionale del luogo di loro residenza, per ottenere un indennizzo da parte dell'impresa di assicurazione della persona responsabile, possa essere intentata contro il rappresentante di detta impresa (punto 35).

Aggiungendo poiché le persone lese possono notificare gli atti giudiziari al rappresentante dell'impresa di assicurazione, non sembra che in tal modo l'obiettivo della direttiva 2000/26, volto a facilitare l'azione di tali persone, non sarebbe raggiunto e che a tal fine sia necessario che questo stesso rappresentante possa essere convenuto dinanzi a tale giudice (punto 36)».

Dalle considerazioni svolte dalla Corte di giustizia UE, appare lecito desumere, quindi, che né la legislazione europea, né tanto meno il nostro legislatore del codice delle assicurazioni abbiano configurato una rappresentanza sostanziale e/o processuale del mandatario per la liquidazione dei sinistri transfrontalieri.

Del resto, si osserva che, quando il legislatore ha previsto la rappresentanza sostanziale e processuale lo ha stabilito con chiarezza, così come appare nel caso del rappresentante in Italia di una compagnia estera autorizzata all'esercizio dell'assicurazione (art. 23 e ss. cod.ass.), con autorizzazione all'emissione di polizze, con conseguente possibilità di sua traenza in giudizio per l'adempimento dell'obbligazione contrattuale.

Guida all'approfondimento

BONA M., Sinistri stradali all'estero ed azione diretta in Italia: davvero sussiste la legittimazione passiva del mandatario? Resp. Civ. Prev. 2015, 1140;

BONA M., Incidenti stradali “cross-border”: azione diretta contro il mandatario, Ridare.it, 2015, 6.10.2015;

BRETZEL C., DAVELLI C., Azione del danneggiato all'estero nei confronti della mandataria, inammissibilità, Ridare.it, 2017, 10.1.2017;

BRETZEL C., DAVELLI C.,La figura del mandatario per la liquidazione in Italia dei sinistri avvenuti all'estero, Arch. Giur. Circ. Sin. Str. 9/2015, 704.

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