Codice di Procedura Civile art. 608 bis - Estinzione dell'esecuzione per rinuncia della parte istante (1).

Vito Amendolagine

Estinzione dell'esecuzione per rinuncia della parte istante (1).

[I]. L'esecuzione di cui all'articolo 605 si estingue se la parte istante, prima della consegna o del rilascio, rinuncia con atto da notificarsi alla parte esecutata e da consegnarsi all'ufficiale giudiziario procedente.

(1) Articolo inserito, in sede di conversione, dall'art. 2 3 lett. e) n. 38 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476.

Inquadramento

L'art. 608-bis c.p.c. novellato dalla l. n. 80/2005, enuncia che l'esecuzione di cui all'art. 605 c.p.c. si estingue se la parte istante, prima della consegna o del rilascio, rinuncia con atto da notificarsi alla parte esecutata e da consegnarsi all'ufficiale giudiziario procedente.

In tale ottica assume rilevanza la legittimazione ad agire della parte, consistente nella titolarità del potere e del dovere di subire un giudizio in ordine al rapporto sostanziale dedotto in causa, mediante la deduzione di fatti in astratto idonei a fondare il diritto azionato, secondo la prospettazione dell'istante, prescindendo dall'effettiva titolarità del rapporto dedotto in causa (Cass. II, n. 2190/2024).

Il compimento degli adempimenti formali richiesti dall'art. 608-bis c.p.c. delineano quindi una fattispecie a “formazione progressiva” (Campeis, De Pauli, 319; Carrato 2005, 121).

La novellazione della norma serve ad evitare che nonostante il raggiungimento dello scopo – consegna o rilascio della res indicata nel titolo esecutivo – il procedimento segua ulteriormente il suo corso, con inutile dispendio di tempo e costi anticipati dal creditore istante.

Un'analoga fattispecie può verificarsi anche nel caso in cui l'esecuzione venga promossa sulla base di un titolo esecutivo giudiziale avente una caducità intrinseca, in quanto si tratta di un titolo che è ancora soggetto al vaglio del giudice della cognizione, per cui può succedere che il creditore promuova l'esecuzione forzata, il debitore instauri il giudizio di opposizione all'esecuzione e, nelle more di questo, il titolo esecutivo venga meno nel processo di cognizione che frattanto va avanti in via autonoma. Infatti il processo esecutivo esige l'esistenza di un titolo valido ed efficace non soltanto nella sua fase iniziale, ma anche per tutta la durata del processo medesimo. Non è sufficiente, in altri termini, che il processo esecutivo si avvii sulla base di un titolo valido, ma occorre che questo permanga per l'intera sua durata. Tale regola generale abitualmente sintetizzata col brocardo nulla executio sine titulo – in forza del quale, la regola secondo cui il titolo esecutivo deve esistere dall'inizio alla fine della procedura va intesa nel senso che essa presuppone non necessariamente la continuativa sopravvivenza del titolo del creditore procedente, bensì la costante presenza di almeno un valido titolo esecutivo che giustifichi la perdurante efficacia dell'originario pignoramento (Cass. S.U., n. 25478/2021).

La norma in commento richiede espressamente quali presupposti per conseguire l'effetto estintivo della procedura dichiarato successivamente con ordinanza dal giudice dell'esecuzione, che l'atto di rinuncia proveniente dalla parte istante venga portato a conoscenza con la sua notificazione al debitore eseguita nel rispetto delle forme previste ex lege, ed all'ufficiale giudiziario, al quale va invece consegnata manualmente, ovviamente, prima di addivenire all'inizio delle operazioni finalizzate a conseguire la consegna od il rilascio del bene.

A differenza della rinuncia agli atti del giudizio ex art. 306 c.p.c. per la quale, occorre l'accettazione delle parti costituite che potrebbero aver interesse alla prosecuzione del giudizio, la rinuncia contemplata dall'art. 608-bis c.p.c. non richiede l'accettazione della parte esecutata perché quest'ultimo non ha interesse a rifiutarla, privandosi del godimento della res.

La produzione dell'effetto estintivo non richiede la necessaria accettazione dell'esecutato, non avendo quest'ultimo un interesse contrario all'estinzione della procedura esecutiva intrapresa nei suoi confronti (Bove, 315; Cordopatri, 777; Giordano 2006, 1242; Dominici, 1052).

La norma introdotta dal legislatore del 2005, chiarisce che l'estinzione per rinuncia dell'istante opera anche nell'esecuzione per rilascio (Giordano 2006, 1242).

L'irrevocabilità della rinuncia manifestata dalla parte istante ex art. 608-bis c.p.c. postula il perfezionamento dei presupposti richiesti dalla norma anzidetta: la notifica dell'atto alla parte esecutata e la successiva consegna all'ufficiale giudiziario.

Il procedimento: notifica dell'istanza di rinuncia all'esecutato e consegna all'ufficiale giudiziario

L'art. 608-bis c.p.c. dispone espressamente che l'esecuzione di cui all'art. 605 c.p.c. si estingue se la parte istante, prima della consegna o del rilascio, rinuncia alla procedura, con atto da notificarsi alla parte esecutata e da consegnarsi all'ufficiale giudiziario procedente.

La circostanza secondo cui la rinuncia dovrà intervenire prima della conclusione dell'esecuzione, ossia, rispettivamente, della consegna ovvero del rilascio è chiara anche per la dottrina, così come la stessa modalità e tempistica: l'atto va prima notificato alla parte esecutata, e, successivamente consegnato all'ufficiale giudiziario procedente (Giordano 2019, 1).

Alcuni autori ritengono che la rinuncia contemplata dall'art. 608-bis c.p.c. possa essere fatta anche oralmente anche al momento dell'accesso, in presenza dell'esecutato, ed essere verbalizzata dall'ufficiale giudiziario (Bove, 315; Tatangelo, 534; Sassani, Miccolis, Perago, 138).

Tuttavia, ciò potrebbe contrastare con la ratio legis sottesa alla novellazione della stessa norma in commento, che richiedendo quanto alle modalità ed alla tempistica, che l'atto di rinuncia in parola intervenga prima della consegna o del rilascio, con atto da notificarsi alla parte esecutata e da consegnarsi all'ufficiale giudiziario procedente, lascia chiaramente intendere da un lato, che la forma dell'atto debba necessariamente essere fatta in forma scritta, dovendo essere notificato alla parte esecutata, e, dall'altro, che la sua consegna – modalità che presuppone anch'essa la predisposizione dell'atto di rinuncia in forma scritta – all'ufficiale giudiziario, debba avvenire prima della consegna o del rilascio della res, e, dunque, prima dell'accesso in loco, giacchè, altrimenti, la finalità della norma, ravvisabile nell'evitare l'ulteriore corso dell'esecuzione, che si realizza proprio con l'accesso, al termine del quale, la procedura potrebbe comunque già chiudersi senza alcuna necessità di predisporre l'istanza contemplata dall'art. 608-bis c.p.c., resterebbe sostanzialmente eluso.

Infatti, non avrebbe alcun senso presentare l'istanza di rinuncia soltanto in un momento concomitante all'evento che la norma in commento intende evitare, anticipandolo, ossia, l'estinzione della procedura esecutiva prima della consegna o rilascio della res che almeno in astratto – ma in genere, anche concretamente – potrebbe realizzarsi normalmente già in sede di primo accesso dell'ufficiale giudiziario.

Inoltre, ammettendo la proposizione dell'istanza di rinuncia oralmente, per essere raccolta a verbale in sede di accesso realizzato dall'ufficiale giudiziario, significherebbe alterare in toto lo schema normativo, non soltanto dal punto di vista squisitamente formale, in quanto, l'istanza raccolta a verbale non sarebbe più diretta alla parte esecutata, la quale, oltre a non essere necessariamente presente, non concorre minimamente nella stessa formazione del processo verbale delle operazioni esecutive che è un atto redatto dall'ufficiale giudiziario.

Ciò, comporterebbe che l'istanza di rinuncia di cui si discute verrebbe sostanzialmente indirizzata oralmente dalla parte istante all'ufficiale giudiziario presente alle operazioni, che ne darebbe atto raccogliendola nel verbale redatto ad hoc il giorno stabilito per l'accesso nell'esecuzione per rilascio e, nell'esecuzione per consegna nel giorno scelto dal medesimo pubblico ufficiale, in occasione del quale, come già detto, la parte esecutata potrebbe anche non essere presente, non essendo prevista in tale procedura di consegna la notifica dell'”avviso” allo stesso debitore esecutato.

A ciò aggiungasi l'insorgenza di ulteriori problematiche ostative alla pronta realizzazione del fine ipotizzato nella ratio legis dell'art. 608-bis c.p.c. atteso che ove detta rinuncia fosse proposta oralmente dalla parte istante – in occasione dell'accesso dell'ufficiale giudiziario e raccolta da quest'ultimo a verbale – quid juris in caso di assenza della parte esecutata, che pure non è obbligata a presenziare le operazioni di consegna o rilascio della res?

È evidente che in tale ipotesi – al pari di altre ugualmente possibili – si arriverebbe al paradosso che sebbene non sia necessaria l'accettazione dell'esecutato per la rinuncia prevista dall'art. 608-bis c.p.c., ciò nonostante, il medesimo debitore, con la sua sola assenza il giorno stabilito per la consegna od il rilascio della res potrebbe vanificare l'anzidetta rinuncia, per la cui operatività, la norma anzidetta, richiede il duplice presupposto – anche sul piano cronologico – della notifica all'esecutato e la sua successiva consegna all'ufficiale giudiziario.

L'intervento del giudice dell'esecuzione

L'art. 608-bis c.p.c. è silente in ordine alla previsione di un provvedimento del giudice dell'esecuzione dichiarativo dell'estinzione anticipata della procedura esecutiva per consegna o rilascio, sebbene non possa escludersi l'applicazione della regola generale in tema di estinzione del processo esecutivo, il quale, va dichiarato con ordinanza del giudice dell'esecuzione (Bove, 316).

In tale senso si è orientata una parte della dottrina ritenendo preferibile tale soluzione (Consolo, 1292), con applicazione dell'art. 630, comma 2, c.p.c., rispetto a quella che ritiene sufficiente a realizzare l'estinzione ex art. 608-bis c.p.c. il mero verificarsi delle condizioni richieste dalla norma (Cordopatri, 778; Sassani, Miccolis, Perago, 138; Tommaseo, 242).

In ordine all'intervento del giudice dell'esecuzione per la dichiarazione di estinzione della procedura esecutiva per consegna o rilascio ex art. 608-bis c.p.c. la dottrina è divisa.

A tale riguardo, sebbene l'art. 608-bis c.p.c. non enuncia alcun intervento da parte del giudice dell'esecuzione, appare tuttavia evidente come la dichiarazione dell'effetto estintivo sembra lo presupponga, con l'emissione di un'ordinanza ad hoc, anche al fine di rendere coerente la disciplina stabilita dalla disposizione in esame con quella dell'art. 629 c.p.c. in tema di rinuncia all'esecuzione forzata e dell'art. 306 c.p.c. per la rinuncia agli atti del giudizio (Giordano 2006, 1242; contra, Arieta, De Santis, 1468; Carrato 2005, 122; Sinisi, Troncone, 239, laddove ritengono che la fattispecie estintiva, in assenza di un'esplicita previsione normativa, si perfeziona con la realizzazione dei presupposti indicati dall'art. 608-bis c.p.c. e la produzione automatica dei suoi effetti).

La liquidazione delle spese di esecuzione per consegna o rilascio

In ogni caso, il provvedimento del giudice dell'esecuzione è necessario per stabilire il diritto al rimborso delle spese di esecuzione.

Infatti l'art. 611 c.p.c. dispone che nel processo verbale l'ufficiale giudiziario specifica tutte le spese anticipate dalla parte istante, e che la liquidazione delle spese è fatta dal giudice dell'esecuzione, la quale, costituisce titolo esecutivo.

Il sistema di liquidazione delle spese previsto dall'art. 611 c.p.c., concerne esclusivamente le spese vive anticipate dalla parte istante nell'esecuzione per consegna o rilascio, e non anche le spese della rappresentanza tecnica (Cass. III, n. 9669/2008).

A seguito della modifica dell'art. 611 c.p.c., per effetto dell'art. 2, comma 3, lett. e) del d.l. n. 35/2005, convertito con modificazione nella l. n. 80/2005, il giudice dell'esecuzione è tenuto a provvedere alla liquidazione delle spese del procedimento a norma dell'art. 91 c.p.c., ragione per cui, il potere di liquidazione del giudice, in precedenza limitato alle spese vive, deve ritenersi esteso anche al compenso del difensore che ha assistito la parte istante, ed il relativo decreto, riconducibile all'ambito dell'art. 642 c.p.c., è impugnabile nelle forme dell'opposizione a decreto ingiuntivo (Cass. III, n. 15341/2011).

Al creditore non è preclusa la rinnovazione del precetto per l'intero importo del credito e fino alla totale estinzione dello stesso, purché egli non chieda, col precetto successivo, spese, compensi ed accessori dei precetti anteriori, in quest'ultima ipotesi, essendo il nuovo precetto illegittimo, tuttavia, solo per tali voci e non per l'intero (Trib. Mantova 27 settembre 2021).

Bibliografia

Allorio, Sospensione dell'esecuzione per consegna o rilascio, in Giur. It, 1946; Andrioli, Le opposizioni all'esecuzione per consegna o rilascio, in Foro it, 1943; Arieta, De Santis, L'esecuzione forzata, in Montesano, Arieta (a cura di) Tratt. dir. proc. civ., III, 2, Padova, 2007; Battaglia, sub artt. 608 e 608-bis, in Cipriani, Monteleone (a cura di), La riforma del processo civile, Padova, 2007; Bonsignori, L'esecuzione forzata, Torino, 2006; Bove, in Balena, Bove, Le riforme più recenti del processo civile, Bari, 2006; Cabrini, sub artt. 605-611, in Commentario breve al codice di procedura civile, Carpi, Taruffo (a cura di), Padova, 2012; Campeis, De Pauli, Le esecuzioni civili, Padova, 2007; Capponi, Manuale di diritto dell'esecuzione civile, Torino, 2016; Carrato, Le locazioni e il processo, in Carrato, Scarpa, (a cura di), Milano, 2005; Carrato, Riflessioni essenziali sul novellato art. 56 della l. n. 392 del 1978, in Arch. loc., 2005; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2002; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2006; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2017; Cea, I procedimenti locativi, in Foro it., 1985; Consolo, Codice di procedura civile commentario, diretto da Consolo, tomo III, Milano, 2018; Cordopatri, Le nuove norme sull'esecuzione forzata, in Riv. dir. proc., 2005; Corsaro, Le esecuzioni forzate nel codice di procedura civile, Milano, 2006; Costantino, Processo esecutivo, in Foro it, 2006; Denti, L'esecuzione forzata in forma specifica, Milano, 1953; De Stefano, Gli interventi in materia di esecuzione forzata, in Riv. esec. Forzata, 2014; Di Marzio, Di Mauro Il processo locatizio. Dalla formazione all'esecuzione del titolo, Milano, 2011; Dominici, sub art. 608-bis, in Le recenti riforme del processo civile, commentario diretto da Carpi, I, Bologna, 2007; Ferri, in Comoglio, Ferri, Taruffo, Lezioni sul processo civile, II, Bologna, 2011; Frassinetti, sub art. 608-bis, in Vullo (a cura di), Codice dell'esecuzione forzata, Piacenza, 2012; Giordano, Caratteri e problematiche della nuova esecuzione per rilascio, in Riv. dir. proc., 2006; Giordano, Codice di procedura civile commentato, Milano, 2020; Luiso, Esecuzione forzata (esecuzione forzata in forma specifica), in Enc. giur. Treccani, XIII, Roma, 1989; Luiso, Diritto processuale civile, III, Milano, 2017; Mandrioli, Esecuzione per consegna o rilascio, in Dig. civ., VII, Torino, 1991; Mandrioli, Esecuzione per consegna o rilascio, in Dig. civ., VII, Torino, 1998; Mandrioli, Carratta, Diritto processuale civile, IV, Torino, 2017; Masoni, Le locazioni, II, Il processo (a cura di) Grasselli, Masoni, Padova, 2007; Monteleone, Diritto processuale civile, Padova, 2004; Monteleone, Manuale di diritto processuale civile, II, Padova, 2012; Montesano, Esecuzione specifica, in Enc. dir., XV, Milano, 1966; Montesano, Garanzie di difesa ed esecuzione ordinaria contro terzi e successori particolari dell'obbligato, in Riv. trim. dir. proc. civ., 1987; Piombo, L'esecuzione per consegna o rilascio e le opposizioni, con particolare riferimento alla disciplina speciale in tema di rilascio di immobili locati ad uso abitativo, in Riv. esec. Forzata, 2004; Proto Pisani, La nuova disciplina del processo civile, Napoli, 1991; Proto Pisani, Lezioni di diritto processuale civile, Napoli, 2014; Redenti, Vellani, Diritto processuale civile, Milano, 2011; Saletti, Le (ultime?) novità in tema di esecuzione forzata, in Riv. dir. proc., 2006; Sassani, Miccolis, Perago, L'esecuzione forzata, Torino, 2010; Satta, Commentario al codice di procedura civile, III, Milano, 1966; Sinisi, Troncone, Diritto processuale delle locazioni, Napoli, 2006; Soldi, Manuale dell'esecuzione forzata, Padova, 2017; Tatangelo, sub artt. 608, 608-bis e 611, in Commentario alle riforme del processo civile, Briguglio, Capponi (a cura di), II, Padova, 2007; Tedoldi, Le novità in materia di esecuzione forzata nel d.l. 132/2014, in Corr. giur., 2015; Tommaseo, L'esecuzione forzata, Padova, 2009; Trisorio Liuzzi, Tutela giurisdizionale delle locazioni, Napoli, 2005; Verde, Diritto processuale civile, III, Bologna, 2015; Ventura, L'esecuzione in forma specifica, in L'esecuzione forzata riformata, Miccolis, Perago (a cura di), Torino, 2009; Vittoria, sub art. 608-bis, in Arieta, De Santis, Didone, Codice commentato delle esecuzioni civili, Milano, 2016.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario