Obblighi contributivi e mancata monetizzazione delle ferie non godute
15 Marzo 2021
Se il dipendente non ha fruito delle ferie ma il rapporto di lavoro è ancora in essere, il datore è tenuto comunque all'obbligo contributivo pur non essendo ancora monetizzabile l'indennità per mancato godimento delle ferie?
La giurisprudenza di legittimità ha affermato che l'importo corrispondente alla indennità per ferie non godute - decorso il termine previsto dall'art. 10 d.lgs. n. 66/2003 - costituisce base contributiva imponibile ai sensi dell'art. 12 l. n. 153/1969, a prescindere dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Tale elemento fattuale costituisce un presupposto indefettibile ai fini della monetizzazione delle ferie non godue tra le parti private, ma non incide sul rapporto contributivo, distinto ed autonomo rispetto a quello lavorativo, ed avente fonte nella legge.
L'indennità sostitutiva è assoggettabile a contribuzione in quanto, essendo in rapporto di corrispettività con le prestazioni lavorative, ha carattere retributivo, con integrazione del presupposto richiesto dall'art. 12 l. n. 153/1969. La prestazione è stata resa dal lavoratore, generandosi una maggiore capacità contributiva - i.e. indennità per le ferie non godute - rilevante ai fini degli oneri di finanziamento del sistema previdenziale posti a carico dell'impresa che di tale "surplus" lavorativo si è avvantaggiata.
È invece irrilevante che l'indennità possa essere monetizzata tra le parti private solo alla cessazione del contratto di lavoro, in ragione dell'autonomia sopra rammentata.
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