Decreto legislativo - 18/04/2016 - n. 50 art. 143 - (Appalti riservati per determinati servizi)1(Appalti riservati per determinati servizi)1 [1. Le stazioni appaltanti possono riservare alle organizzazioni di cui al comma 2 il diritto di partecipare alle procedure per l'aggiudicazione di appalti pubblici esclusivamente per i servizi sanitari, sociali e culturali di cui all'allegato IX, identificati con i codici CPV 75121000-0, 75122000-7, 75123000-4, 79622000-0, 79624000-4, 79625000-1, 80110000-8, 80300000-7, 80420000-4, 80430000-7, 80511000-9, 80520000-5, 80590000-6, da 85000000-9 a 85323000-9, 92500000-6, 92600000-7, 98133000-4, 98133110-82. 2. Gli affidamenti di cui al comma 1 devono soddisfare tutte le seguenti condizioni: a) a) l'organizzazione ha come obiettivo statutario il perseguimento di una missione di servizio pubblico legata alla prestazione dei servizi di cui al comma 1; b) i profitti dell'organizzazione sono reinvestiti al fine di conseguire l'obiettivo dell'organizzazione. Se i profitti sono distribuiti o redistribuiti, ciò dovrebbe basarsi su considerazioni partecipative; c) le strutture di gestione o proprietà dell'organizzazione che esegue l'appalto sono basate su principi di azionariato dei dipendenti o partecipativi, ovvero richiedono la partecipazione attiva di dipendenti, utenti o soggetti interessati; d) l'amministrazione aggiudicatrice interessata non ha aggiudicato all'organizzazione un appalto per i servizi in questione a norma del presente articolo negli ultimi tre anni. 3.La durata massima del contratto non supera i tre anni. 4. Il bando è predisposto nel rispetto di quanto previsto dal presente articolo.] [1] Articolo abrogato dall'articolo 226, comma 1, del D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, con efficacia a decorrere dal 1° luglio 2023, come stabilito dall'articolo 229, comma 2. Per le disposizioni transitorie vedi l'articolo 225 D.Lgs. 36/2023 medesimo. [2] Comma modificato dall'articolo 89, comma 1, del D.Lgs. 19 aprile 2017, n. 56. InquadramentoLe norme principali sul tema degli appalti riservati sono contenute agli articoli 112 e 143 del Codice: 1) il primo si riferisce alla possibilità di riservare il diritto di partecipazione alle procedure di appalto e di concessione a favore di lavoratori protetti, operatori economici o cooperative sociali e loro consorzi che abbiano quale finalità principale l'integrazione sociale e professionale di soggetti disabili o svantaggiati oppure la riserva di esecuzione nel contesto di programmi di lavoro protetti, quando almeno il 30% dei lavoratori sia composto da persone con disabilità o in condizione di svantaggio; 2) L'art. 143, in sostituzione degli artt. 20 e 21 del «vecchio» Codice dei contratti pubblici, ha recepito l'art. 77 della direttiva n. 24/2014/UE. Mentre l'art. 112 contiene una riserva di tipo soggettivo e riguarda tutte le tipologie di servizi sociali, l'art. 143 individua una riserva operante sul piano oggettivo, con riguardo ai servizi sociali tassativamente da essa richiamati. Detto articolo stabilisce che le stazioni appaltanti possono riservare ad alcune organizzazioni, aventi determinate caratteristiche, il diritto di partecipare agli appalti ed affidare alle procedure per l'aggiudicazione di appalti pubblici esclusivamente per determinati servizi indicati nell'allegato IX. Si tratta di quelle organizzazioni che hanno le seguenti caratteristiche: – devono avere come obiettivo statutario il perseguimento di una missione di servizio pubblico legata alla prestazione di servizi sanitari, sociali e culturali; – i profitti dell'organizzazione sono reinvestiti al fine di conseguire l'obiettivo dell'organizzazione, per cui se i profitti vengono distribuiti o redistribuiti, questo deve avvenire su considerazioni partecipative; – le strutture di gestione o proprietà dell'organizzazione che esegue l'appalto sono basate su principi di azionariato dei dipendenti o partecipativi, ovvero richiedono la partecipazione attiva di dipendenti, utenti o soggetti interessati; – l'amministrazione interessata non deve aver aggiudicato all'organizzazione richiedente di partecipare alla gara, un appalto per i servizi sanitari, sociali e culturali, a norma del presente articolo, negli ultimi tre anni. Tale requisito attua il principio di rotazione dell'art. 143 comma 2 lettera d). Viceversa quest'ultimo non può essere invocato se nel triennio precedente l'operatore abbia vinto la gara in seguito ad una procedura aperta (T.A.R. Lombardia Milano IV, n. 2277/2019). Il contratto deve avere una durata massima di tre anni. Il bando deve essere predisposto secondo le indicazioni contenute nell'allegato XIV, come precisato nel comma 1 dell'art. 143. Quanto ai bandi, il Codice demanda all'ANAC la redazione di bandi tipo «al fine di agevolare l'attività delle stazioni appaltanti omogeneizzandone le condotte». Detti bandi tipo sembrano essere vincolanti (R. De Nictolis, 526). Il correttivo 2017 ha sostituito all'art. 143, comma 1, del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, le parole «allegato XIV» con «allegato IX». Si trattava di un errore meramente materiale che è stato mediante il correttivo giustamente eliminato. Alcuni specifici appalti di servizi sociali e altri specifici servizi di cui all'allegato IX, espressamente elencati nell'art. 142, possono essere riservati a determinate categorie di operatori economici (enti del c.d. Terzo settore). L'elencazione va ritenuta tassativa sia quanto alla tipologia dei servizi, sia quanto ai requisiti richiesti agli operatori economici, stante la deroga al principio di apertura del mercato a tutti i concorrenti potenziali. La riserva degli appalti è comunque solo facoltativa e non obbligatoria. Si tratta di una riserva del diritto di partecipare alle procedure per l'aggiudicazione di appalti pubblici (De Nictolis, 1613). BibliografiaCaringella, Manuale di diritto amministrativo, Roma, 2021; De Nictolis, Il nuovo codice dei contratti pubblici, in Urb. e app., 2016. |