Decreto legislativo - 18/04/2016 - n. 50 art. 156 - (Concorso di idee)1(Concorso di idee)1 [1. Le disposizioni del presente capo si applicano anche ai concorsi di idee finalizzati all'acquisizione di una proposta ideativa da remunerare con il riconoscimento di un congruo premio. 2. Sono ammessi al concorso di idee, oltre che i soggetti ammessi ai concorsi di progettazione, anche i lavoratori subordinati abilitati all'esercizio della professione e iscritti al relativo ordine professionale secondo l'ordinamento nazionale di appartenenza, nel rispetto delle norme che regolano il rapporto di impiego, con esclusione dei dipendenti della stazione appaltante che bandisce il concorso. 3. Il concorrente predispone la proposta ideativa nella forma più idonea alla sua corretta rappresentazione. Per i lavori, nel bando non possono essere richiesti elaborati di livello pari o superiore a quelli richiesti per il progetto di fattibilità tecnica ed economica. Il termine di presentazione della proposta deve essere stabilito in relazione all'importanza e complessità del tema e non può essere inferiore a sessanta giorni dalla pubblicazione del bando. La partecipazione deve avvenire in forma anonima. 4. Il bando prevede un congruo premio al soggetto o ai soggetti che hanno elaborato le idee ritenute migliori. 5. L'idea o le idee premiate sono acquisite in proprietà dalla stazione appaltante, previa eventuale definizione degli assetti tecnici, le quali possono essere poste a base di un concorso di progettazione o di un appalto di servizi di progettazione. Alla procedura sono ammessi a partecipare i premiati qualora in possesso dei relativi requisiti soggettivi. 6. La stazione appaltante può affidare al vincitore del concorso di idee la realizzazione dei successivi livelli di progettazione, con procedura negoziata senza bando, a condizione che detta facoltà sia stata esplicitata nel bando, e che il soggetto sia in possesso dei requisiti di capacità tecnico professionale ed economica previsti nel bando in rapporto ai livelli progettuali da sviluppare. 7. In caso di intervento di particolare rilevanza e complessità, la stazione appaltante può procedere all'esperimento di un concorso di progettazione articolato in due fasi. La seconda fase, avente ad oggetto la presentazione [del progetto definitivo] del progetto di fattibilità, ovvero di un progetto definitivo a livello architettonico e a livello di progetto di fattibilità per la parte strutturale ed impiantistica, si svolge tra i soggetti individuati sino ad un massimo di dieci, attraverso la valutazione di proposte di idee presentate nella prima fase e selezionate senza formazione di graduatorie di merito e assegnazione di premi. Tra i soggetti selezionati a partecipare alla seconda fase devono essere presenti almeno il 30 per cento di soggetti incaricati, singoli o in forma associata, con meno di cinque anni di iscrizione ai relativi albi professionali. Nel caso di raggruppamento, il suddetto requisito deve essere posseduto dal capogruppo. Ai soggetti selezionati aventi meno di cinque anni di iscrizione è corrisposto un rimborso spese pari al 50 per cento degli importi previsti per le spese come determinati dal decreto per i corrispettivi professionali di cui al comma 8 dell'articolo 24. Per gli altri soggetti selezionati, in forma singola o associata, il predetto rimborso è pari al 25 per cento. Al vincitore del concorso, se in possesso dei requisiti previsti, può essere affidato l'incarico della progettazione esecutiva a condizione che detta possibilità e il relativo corrispettivo siano previsti nel bando2.] [1] Articolo abrogato dall'articolo 226, comma 1, del D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, con efficacia a decorrere dal 1° luglio 2023, come stabilito dall'articolo 229, comma 2. Per le disposizioni transitorie vedi l'articolo 225 D.Lgs. 36/2023 medesimo. [2] Comma modificato dall'articolo 96, comma 1, del D.Lgs. 19 aprile 2017, n. 56. InquadramentoIl concorso di idee è stato introdotto dal d.P.R. 6 novembre 1962, n. 1930 quale strumento per l'acquisizione da parte dell'amministrazione o di «progetti preliminari», riguardanti lo studio dei problemi che per loro natura consentono varie possibilità d'impostazione (art. 3) o di «progetti di massima», inerenti lo studio della soluzione migliore di un problema definito (art. 4). La citata norma qualificava il concorso di idee come una particolare tipologia di concorso di progettazione cui ricorrere quando occorre acquisire progetti preliminari che attengono allo studio dei problemi che per la loro natura consentono varie possibilità di impostazione, per cui i concorrenti sono chiamati a presentare idee proposte mediante una relazione corredata da disegni sommari o schizzi. Si trattava, a ben vedere, di un'offerta al pubblico in cui l'amministrazione si impegna ad acquistare, corrispondendo un premio, l'idea progettuale che l'amministrazione stessa avrà giudicato più meritevole. La disposizione di cui all'art. 156 cit. ricalca il previgente art. 108 del d.lgs. n. 163/2006, non senza apportare talune innovazioni. Rispetto alla disciplina di cui al vecchio Codice e al relativo Regolamento due sono le novità più significative. La prima riguarda l'espressa previsione dell'obbligo dell'anonimato (comma 3, ultimo cpv): la questione aveva generato non poche incertezze nella vigenza dell'art. 108, che non recava alcuna indicazione in tal senso, sicché il legislatore del 2016 – seguendo le indicazioni fornite sul punto dall'ANAC (parere precontenzioso n. 119/2008 e det. n. 60/2009) ha ritenuto di intervenire sul punto fugando ogni dubbio sull'applicazione di detto principio. La seconda concerne la possibilità, nell'ambito di una procedura bifasica, di far seguire al concorso di idee un concorso di progettazione (comma 7). Ai sensi del comma 1 dell'art. 156 del Codice, i concorsi di idee sono quelli finalizzati all'acquisizione di una proposta ideativa da remunerare con il riconoscimento di un congruo premio: si tratta, in sostanza, di un sondaggio con cui l'amministrazione procede allo studio degli elaborati intellettuali presentati dai concorrenti, al fine di ottenere una valutazione comparata di una pluralità di soluzioni su temi di paesaggio, ambiente, ingegneria, architettura, tecnologia, ecc. L'Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici (oggi ANAC) ha sottolineato come il concorso di idee sia una procedura che si conclude con l'acquisto, da parte della stazione appaltante, di un prodotto dell'ingegno, giudicato il migliore sul piano qualitativo da un'apposita commissione in relazione a una preindicata esigenza (det. n. 125/2007). La giurisprudenza ha invece equiparato il concorso di idee ad una gara progettuale atipica che ha per scopo quello di un sondaggio di elaborati intellettuali. Il vigente art. 156 precisa che le norme dettate per i concorsi di progettazione si applicano anche ai concorsi di idee finalizzate all'acquisizione di una proposta ideativa, da remunerare con il riconoscimento di un congruo premio previsto dal bando. Sono ammessi a partecipare anche i lavoratori subordinati abilitati all'esercizio della professione e iscritti al relativo ordine professionale e non solo i soggetti ammessi ai concorsi di progettazione. In linea generale, la disposizione stabilisce poi che il concorrente è chiamato a predisporre una proposta ideativa nella forma più idonea alla sua corretta rappresentazione. Le idee premiate sono acquisite in proprietà alla stazione appaltante e possono essere poste a base di un concorso di progettazione o di un appalto di servizi di progettazione, ovvero possono essere affidare al vincitore del concorso di idee la realizzazione dei successivi livelli di progettazione con una procedura negoziata senza bando. Infine, la disposizione disciplina gli interventi di particolare rilevanza e complessità, disponendo – in analogia alle disposizioni di cui all'art. 155 – che la stazione appaltante può procedere all'esperimento di un concorso di progettazione bifasico. La proposta ideativa e il premioIl comma 3 dell'art. 156 dispone che il concorrente abbia libertà nella predisposizione della propria proposta ideativa («nella forma più idonea»): naturalmente, la stazione appaltante, nei limiti del rispetto dei principi di ragionevolezza e proporzionalità, potrà stabilire nel bando le modalità con cui le proposte ideative dovranno essere rappresentate e inviate. Resta fermo il principio, che distingue i concorsi di progettazione dai concorsi di idee, secondo cui la stazione appaltante non può chiedere elaborati di livello pari o superiore a quelli richiesti per il progetto di fattibilità: il che limita e vincola non solo l'amministrazione che ha indetto il concorso, ma anche i candidati che vi partecipano i quali, di conseguenza, non potranno presentare elaborati di dettaglio superiore, a pena di violazione del principio della par conditio tra i concorrenti. Ai concorrenti può essere richiesta pertanto un'idea progettuale in una fase embrionale, che può evolvere secondo differenti sviluppi, e non un progetto definitivo in ogni suo aspetto. Tale circostanza comporta un ampio margine di discrezionalità nelle valutazioni espresse dalla commissione di gara, che pertanto potranno essere censurate limitatamente a profili di contraddittorietà manifesta rispetto a quanto richiesto dal bando di gara o da specifiche disposizioni di legge (cfr. T.A.R. Molise, I, n. 91/2020). Con riguardo ai profili partecipativi, la giurisprudenza – pur richiamato l'applicazione del generali principio del favor partecipationis – ha precisato che «nel concorso di idee è legittima la clausola del bando che precluda, in termini chiari, la partecipazione a tutti i soggetti che abbiano, in qualsiasi modo e in qualsiasi misura, cooperato alla elaborazione dei documenti posti a base della gara stessa, trovando ciò giustificazione nell'evidente vantaggio competitivo che nell'elaborazione di proposte progettuali può discendere dall'aver concorso alla definizione dell'idea-base. In siffatta prospettiva, il mero ed obiettivo riscontro di siffatta partecipazione (in quanto se ne dimostri l'effettività e la pertinenza rispetto alla concreta idea progettuale) è in grado di giustificare di per sé l'automatismo dell'esclusione, cui non osta né l'eventuale stato soggettivo di buona fede del concorrente (privo di rilievo, non trattandosi di apprezzare la liceità di comportamenti ovvero la meritevolezza di affidamenti, ma la obiettiva sussistenza e consistenza di requisiti di partecipazione), né la pretesa necessità di concreto, specifico e motivato apprezzamento dell'effettività del vantaggio conseguito (il quale, nella specie, era “in re ipsa”, trattandosi non già di aggiudicare un appalto, ma proprio e solo di premiare idee progettuali migliorative, che costituissero mero «sviluppo» della originaria idea progettuale, la cui conoscenza rappresentava di per sé un implausibile vantaggio)» (Cons. St., V, n. 4817/2018). Quanto ai termini che il bando di concorso deve assegnare per la presentazione delle proposte ideative, questi devono essere almeno pari a sessanta giorni; con conseguente possibilità di aumento di detti termini, in ragione alla importanza e complessità del tema, ma con divieto di diminuirli. Il comma 4 dispone che il bando preveda la corresponsione di un congruo premio al vincitore o ai soggetti che hanno presentato le proposte ideative migliori: si sottolinea che, a differenza che nei concorsi di progettazione, la corresponsione del premio è obbligatoria e lo stesso deve essere congruo, tenuto conto delle tariffe professionali, e comunque tale da consentire l'indennizzo dei costi dell'attività svolta dal professionista. I successivi livelli di progettazioneAcquisita la proprietà della proposta premiata, la stazione appaltante, ai sensi del comma 5, può decidere di utilizzare l'idea o le idee premiate mettendole a base o di un concorso di progettazione o di un appalto di servizi: in tali casi, non potendo – come visto – la proposta ideativa avere un dettaglio pari a quello del progetto di fattibilità, dovranno essere definiti gli aspetti tecnici per consentire ai candidati/concorrenti del successivo concorso di progettazione/appalto di servizi di predisporre i loro elaborati di livello progettuale pari al progetto di fattibilità, o anche definitivo ed esecutivo. In alternativa alla possibilità di cui al comma 5, il comma 6 dell'art. 156 consente alla stazione appaltante di affidare al vincitore del concorso di idee la realizzazione dei successivi livelli di progettazione (dunque, preliminare, definitivo ed esecutivo) con procedura negoziata senza bando ai sensi dell'art. 63. Tale possibilità è subordinata due condizioni principali: detta facoltà deve essere esplicitata nel bando di gara ed il soggetto deve essere in possesso dei requisiti di capacità tecnico professionale ed economica previsti nel bando stesso in rapporto ai livelli progettuali da sviluppare. In assenza delle specifiche previsioni del bando di gara sopra indicate la stazione appaltante, all'esito del concorso di idee deve indire un concorso di progettazione o un appalto di servizi di progettazione ponendo a base l'idea del vincitore del concorso, come previsto dall'art. 156 comma 5 (ANAC, n. 185/2018). Si evidenzia che, in ogni caso, il vincitore del concorso di idee, al di là del diritto alla corresponsione del congruo premio, non ne può vantare di ulteriori né in relazione all'attivazione della procedura negoziata (seppur la relativa possibilità sia stata riservata nel bando), né con riguardo alla positiva conclusione di quest'ultima con l'affidamento dell'incarico. Interventi di particolare rilevanza e complessitàIl comma 7 dell'art. 156 – come detto – rappresenta una novità rispetto alla precedente disciplina, prevedendo, in caso di intervento di particolare rilevanza e complessità, l'esperimento di un concorso di progettazione «in due fasi». La prima ha natura selettiva ed è finalizzata ad individuare fino a un massimo di dieci soggetti che saranno ammessi alla fase successiva, in base alla valutazione delle loro «proposte di idee». La seconda si svolge tra i soli soggetti selezionati ed ha ad oggetto la presentazione del «progetto di fattibilità», ovvero di «un progetto definitivo a livello architettonico e a livello di progetto di fattibilità per la parte strutturale e impiantistica». A differenza di quanto si verifica nell'ipotesi del concorso di progettazione in «due gradi» di cui al comma 4 dell'art. 154, nella fattispecie di cui al comma 7 dell'art. 156 è previsto proprio il ricorso al concorso di idee per selezionare i partecipanti alla fase successiva. Si tratta, peraltro, di un procedimento unitario alla stessa stregua del concorso di progettazione in «due gradi», in quanto il concorso è diretto all'acquisizione di un unico livello di progettazione (ovvero il progetto di fattibilità) e non dei vari livelli di progettazioni. Questi ultimi, infatti, possono essere affidati al vincitore del concorso, sempre che in possesso dei requisiti e che la relativa possibilità sia prevista nel bando, solo «a valle» della conclusione del concorso stesso, ma non ne costituiscono l'oggetto. Il comma 7 chiude la disciplina del concorso di idee con la prescrizione che almeno il 30% dei soggetti selezionati all'esito del concorso di idee devono essere «giovani professionisti con meno di cinque anni di iscrizione ai relativi albi professionali» e con la previsione di un rimborso, pari al 50% o al 25% degli importi previsti per le spese come determinate dal decreto per i corrispettivi professionali di cui al comma 8 dell'art. 24, da riconoscersi, rispettivamente, ai soggetti selezionati con meno di cinque anni di iscrizione e a tutti gli altri soggetti selezionati. BibliografiaBuonanno, in Caringella, Protto (a cura di) Codice e Regolamento Unico dei Contratti Pubblici, Trento, 2011, 2214-2215; Nunziata, I concorsi di progettazione e di idee, in Clarich (a cura di), Commentario al Codice dei Contratti Pubblici, II ed., Torino, 2019; Scalise, Massari, I concorsi di progettazione e di idee, in Caringella, Giustiniani, Mantini (a cura di), Roma, 2021. |