Ritardo assunzione p.a. e dimissioni dalla precedente occupazione
10 Gennaio 2022
Il risarcimento del danno connesso all'affidamento del lavoratore fondato sull'attivazione della procedura di assunzione da parte della P.A., in seguito legittimamente sospesa, può includere anche il pregiudizio derivante dalla mancata retribuzione determinato dalle dimissioni presentate in vista della (nuova) assunzione?
Sulla questione la giurisprudenza ha evidenziato che chi agisce lamentando un danno da mancata assunzione ha diritto al relativo risarcimento purché risulti il verificarsi di un danno, oltre che la ricorrenza dei presupposti della mora della controparte nel procedere alla sua assunzione.
Con riferimento al danno, chi persegue l'assunzione non necessariamente è disoccupato, sicché anche ove siano state presentate le dimissioni dalla precedente occupazione, tenuto conto del permanere della disponibilità delle energie lavorative, deve ritenersi che tra i fattori normali di identificazione del pregiudizio vi sia anche la mancanza di occupazione che si accompagni alla tardiva assunzione.
Il danno, dal punto di vista economico, consiste pertanto, oltre che in eventuali costi secondari, anche nel fatto che l'interessato è rimasto privo di occupazione nel periodo di ritardo ed ha consequenzialmente perduto retribuzioni che avrebbe percepito ove assunto dalla P.A., oppure nella sua occupazione a condizioni economiche meno favorevoli di quelle che si sarebbero avute se vi fosse stato tempestivo adempimento dell'obbligo di immissione in ruolo.
Si precisa, ad abundantiam, che solo l'instaurazione di un rapporto di impiego in contrasto con una norma imperativa determina la nullità del contratto e legittima, quindi, la mancata stipula dello stesso, con esclusione dell'affidamento incolpevole – e risarcibile- riposto sulla validità dell'instaurando negozio.
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