Regolamento - 25/06/2019 - n. 1111 art. 19 - Esame della procedibilità

Rosaria Giordano

Esame della procedibilità

1. Se il convenuto che ha la residenza abituale in uno Stato diverso dallo Stato membro in cui è stato avviato il procedimento non compare, l'autorità giurisdizionale competente è tenuta a sospendere il procedimento fin quando non si sarà accertato che al convenuto è stata data la possibilità di ricevere la domanda giudiziale o un atto equivalente in tempo utile perché questi possa presentare le proprie difese, ovvero che è stato fatto tutto il possibile a tal fine.

2. In luogo del paragrafo 1 del presente articolo, si applica l'articolo 19 del regolamento (CE) n. 1393/2007 qualora sia stato necessario trasmettere la domanda giudiziale o un atto equivalente da uno Stato membro a un altro a norma di tale regolamento.

3. Ove non sia applicabile il regolamento (CE) n. 1393/2007, si applica l'articolo 15 della convenzione dell'Aia del 15 novembre 1965 relativa alla notificazione e alla comunicazione all'estero di atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile o commerciale, qualora sia stato necessario trasmettere la domanda giudiziale o un atto equivalente all'estero a norma di tale convenzione.

Inquadramento

Qualora il convenuto non compaia, il giudice adito è tenuto a verificare la regolarità della notificazione nonché l'effettuazione della stessa in tempo utile per consentire al convenuto stesso di difendersi compiutamente e, nelle more, di tale verifica, dispone la sospensione del procedimento. La norma non chiarisce quale è il lasso di tempo minimo che deve intercorrere tra la notificazione e la comparizione del convenuto che garantisce a quest'ultimo la possibilità di difendersi compiutamente: si è ritenuto che ciò implichi una rimessione a quanto previsto dalle legislazioni degli Stati membri (Baratta, 165).

Il § 2 della norma in esame chiarisce che, peraltro, quando sia stato necessario trasmettere la domanda giudiziale o un atto equivalente da uno Stato membro a un altro a norma del Regolamento CE n. 1348/00 trova applicazione l'art. 19 di detto regolamento: tuttavia tale norma è stata abrogata dall'art. 25 del Regolamento CE, 13 novembre 2007, n. 1393, che ha disciplinato nuovamente la materia delle notificazioni degli atti in materia civile e commerciale nello spazio giudiziario europeo, sicché si deve fare riferimento all'art. 19 di detto Regolamento.

Pertanto, opportunamente, senza tuttavia correggere il refuso contenuto nel precedente comma, l'ultimo comma della disposizione in esame precisa che, ove non sia applicabile il Regolamento CE n. 1393/2007, ossia nei rapporti con Stati terzi, trova applicazione l'art. 15 della convenzione dell'Aja del 15 novembre 1965 relativa alla notificazione e alla comunicazione all'estero di atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile o commerciale, qualora sia stato necessario trasmettere la domanda giudiziale o un atto equivalente all'estero a norma di tale convenzione.

Sospensione del procedimento nell’ipotesi di contumacia del convenuto

Qualora il convenuto non compaia, il giudice adito è tenuto a verificare la regolarità della notificazione nonché l'effettuazione della stessa in tempo utile per consentire al convenuto stesso di difendersi compiutamente. Lo strumento, in una protezione significativa del diritto di difesa del convenuto, è quello della sospensione del procedimento sino all'avvenuta verifica del compimento rituale di tali attività. La norma non chiarisce quale è il lasso di tempo minimo che deve intercorrere tra la notificazione e la comparizione del convenuto che garantisce a quest'ultimo la possibilità di difendersi compiutamente. Si è ritenuto che ciò implichi una rimessione a quanto previsto dalle legislazioni degli Stati membri (Baratta, 165).

Le verifiche devono essere compiute chiedendo alla parte che ha effettuato la notifica alla parte convenuta non costituita di produrre documentazione attestante la regolarità del procedimento notificatorio e la concessione di un congruo termine per l'esercizio del diritto di difesa.

Il § 2 della norma in esame chiarisce che, peraltro, quando sia stato necessario trasmettere la domanda giudiziale o un atto equivalente da uno Stato membro a un altro a norma del Regolamento CE n. 1348/00trova applicazione l'art. 19 di detto regolamento.

Tuttavia tale norma è stata abrogata dall' art. 25 del Regolamento CE, 13 novembre 2007, n. 1393 , che ha disciplinato nuovamente la materia delle notificazioni degli atti in materia civile e commerciale nello spazio giudiziario europeo, sicché si deve fare riferimento all'art. 19 di detto Regolamento.

Più in particolare, in accordo con tale previsione normativa, qualora un atto di citazione (o equivalente) sia stato trasmesso ad un altro Stato membro per la notificazione o la comunicazione, secondo quanto prescritto dalla normativa comunitaria in materia, e il convenuto non compaia, non sarà possibile una declaratoria di contumacia tout court e il giudice dovrà «soprassedere» alla decisione della causa fino a quando non ritenga raggiunta la prova di uno dei fatti esplicitati dallo stesso Regolamento. Il potere-dovere del giudice di emettere una pronuncia sul merito della causa è dunque temporaneamente sospeso , divenendo nuovamente esercitabile solo al ricorrere di alcuni eventi che l'attore ha l'onere di dimostrare (cfr. Armeli, § 3).

Invero, l'attore può in primo luogo provare che l'atto introduttivo del giudizio è stato notificato o comunicato in ossequio alla legge interna dello Stato membro «richiesto» ( i.e. quello in cui la notificazione o la comunicazione deve essere eseguita), con una delle modalità previste per la trasmissione degli atti nel processo a soggetti che si trovano nel territorio nazionale: in detta ipotesi, il giudice sarà tenuto a controllare non solo il rispetto della normativa nazionale applicabile, ma altresì la conformità del metodo utilizzato con la lex fori (Barel, 277).

In alternativa, l'attore può dimostrare che l'atto introduttivo del giudizio è stato consegnato (direttamente) al convenuto oppure depositato presso la sua residenza abituale secondo una procedura contemplata nello stesso Regolamento CE n. 1393/2007. A riguardo, è stato evidenziato che, nonostante la dizione letterale della norma sembri richiedere una conoscenza effettiva dell'atto consegnato, secondo un'interpretazione generale offerta dalla Corte di giustizia di Lussemburgo, non parrebbe affatto necessario che il destinatario abbia preso concreta contezza dell'atto, risultando per contro sufficiente che il documento trasmesso sia a lui semplicemente conoscibile, perlomeno quando sia stato fatto il possibile per completare la notifica nel rispetto dei principi di diligenza e buona fede (Armeli, § 3).

Lo stesso art. 19 del Regolamento CE n. 1393/2007 chiarisce, poi, che, anche se si prova che il convenuto ha ricevuto l'atto, la decisione potrà essere pronunciata solo alla condizione, ulteriore ed essenziale, che la trasmissione e la consegna dell'atto siano state effettuate in tempo utile a consentire al convenuto di difendersi. Il legislatore comunitario, tuttavia, neppure nel predetto Regolamento, ha ritenuto opportuno quantificare il lasso temporale da reputarsi sufficiente per la predisposizione di un'adeguata difesa (Campeis-De Pauli, 246).

Il terzo § della norma in esame stabilisce, infine, che ove non si applichino le disposizioni del Regolamento CE n. 1363/2007, opera l'art. 15 della convenzione dell'Aja del 15 novembre 1965 relativa alla notificazione e alla comunicazione all'estero di atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile o commerciale, qualora sia stato necessario trasmettere la domanda giudiziale o un atto equivalente all'estero a norma di tale convenzione: detta Convenzione è l'antesignana della disciplina in materia oggi in vigore nello spazio giudiziario europeo e rimane tutt'ora applicabile ai rapporti con Stati terzi, ossia qualora la domanda giudiziale debba essere notificata o comunicata ad un soggetto collocato in territorio extra-UE (Armeli, § 3, nt. 15).

Bibliografia

Armeli, Le tutele del convenuto contumace involontario. Disciplina processuale comunitaria e diritto italiano a confronto, in Giustiziacivile.com 2014; Baratta, Scioglimento e invalidità del matrimonio nel diritto internazionale privato, Milano 2004; Barel, Le notificazioni nello spazio giuridico europeo, Padova 2008; Biagioni, Il nuovo regolamento comunitario sulla giurisdizione e sull’efficacia delle decisioni in materia matrimoniale e di responsabilità dei genitori, in Riv. dir.internaz. 2004, 991; Biavati, Notificazioni e comunicazioni in Europa, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2002, 501 ss.; Bonomi, Il regolamento comunitario sulla competenza e sul riconoscimento in materia matrimoniale e di potestà dei genitori, in Riv. dir.internaz. 2001, 298; Campeis-De Pauli, Prime riflessioni sulla disciplina delle notifiche in materia civile e commerciale nell’Unione europea, in Giust. civ. 2001, V, 239 ss.; Giordano (-Simeone), Giurisdizione nelle controversie sulla crisi familiare nell’Unione europea nel Reg. UE n. 1111/2019, in Riforma del processo per le persone, i minorenni e le famiglie, Milano 2022, 45 ss.; Mosconi, Giurisdizione e riconoscimento delle decisioni in materia matrimoniale secondo il regolamento comunitario 29 maggio 2000, in Riv. dir. proc. 2001, 376; Nourissat, Le réglement (CE) n° 1393/2007 du 13 novembre 2007 relatif à la siginification des actes judiciaires et extragiudiciaires en matière civile et commerciale: ce qui va changer dans un an, in Procédures 2008, 2 ss.; Panzarola, La notificazione degli atti giudiziari ed extragiudiziali negli Stati membri dell’Unione europea, in Nuove leggi civ. comm. 2000, VI, 1161.

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