Decreto legislativo - 30/03/2001 - n. 165 art. 28 bis - Accesso alla qualifica di dirigente della prima fascia 12.

Ciro Silvestro

Accesso alla qualifica di dirigente della prima fascia 12.

1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 19, comma 4, e dall'articolo 23, comma 1, secondo periodo, l'accesso alla qualifica di dirigente di prima fascia nelle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, e negli enti pubblici non economici avviene, per il 50 per cento dei posti, calcolati con riferimento a quelli che si rendono disponibili ogni anno per la cessazione dal servizio dei soggetti incaricati, con le modalità di cui al comma 3-bis. A tal fine, entro il 31 dicembre di ogni anno, le amministrazioni indicano, per il triennio successivo, il numero dei posti che si rendono vacanti per il collocamento in quiescenza del personale dirigenziale di ruolo di prima fascia e la programmazione relativa a quelli da coprire mediante concorso3.

2. Nei casi in cui le amministrazioni valutino che la posizione da ricoprire richieda specifica esperienza, peculiare professionalità e attitudini manageriali e qualora le ordinarie procedure di interpello non abbiano dato esito soddisfacente, l'attribuzione dell'incarico può avvenire attraverso il coinvolgimento di primarie società di selezione di personale dirigenziale e la successiva valutazione delle candidature proposte da parte di una commissione indipendente composta anche da membri esterni, senza maggiori oneri per la finanza pubblica. Nei casi di cui al presente comma non si applicano i limiti percentuali di cui all'articolo 19, comma 6. Gli incarichi sono conferiti con contratti di diritto privato a tempo determinato e stipulati per un periodo non superiore a tre anni. L'applicazione della disposizione di cui al presente comma non deve determinare posizioni sovrannumerarie4.

3. Al concorso per titoli ed esami di cui al comma 1 possono essere ammessi i dirigenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni, che abbiano maturato almeno cinque anni di servizio nei ruoli dirigenziali e gli altri soggetti in possesso di titoli di studio e professionali individuati nei bandi di concorso, con riferimento alle specifiche esigenze dell'Amministrazione e sulla base di criteri generali di equivalenza stabiliti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previo parere della Scuola nazionale dell'amministrazione, sentito il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca. A tale fine le amministrazioni che bandiscono il concorso tengono in particolare conto del personale di ruolo che ha esercitato per almeno cinque anni funzioni di livello dirigenziale generale all'interno delle stesse ovvero del personale appartenente all'organico dell'Unione europea in virtu' di un pubblico concorso organizzato da dette istituzioni5.

3-bis. Al fine di assicurare la valutazione delle capacità, attitudini e motivazioni individuali, i concorsi di cui al comma 3 definiscono gli ambiti di competenza da valutare e prevedono prove scritte e orali, finalizzate alla valutazione comparativa, definite secondo metodologie e standard riconosciuti. A questo scopo, sono nominati membri di commissione professionisti esperti nella valutazione dei suddetti ambiti di competenza, senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica 6

4. I vincitori del concorso di cui al comma 1 sono assunti dall'amministrazione e, anteriormente al conferimento dell'incarico, sono tenuti all'espletamento di un periodo di formazione presso uffici amministrativi di uno Stato dell'Unione europea o di un organismo comunitario o internazionale secondo moduli definiti dalla Scuola nazionale dell'amministrazione. In ogni caso il periodo di formazione e' completato entro tre anni dalla conclusione del concorso7.

[5. La frequenza del periodo di formazione e' obbligatoria ed e' a tempo pieno, per una durata pari a sei mesi, anche non continuativi, e si svolge presso gli uffici di cui al comma 4, scelti dal vincitore tra quelli indicati dall'amministrazione.]8

6. Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, e sentita la Scuola nazionale dell'amministrazione, sono disciplinate le modalita' di compimento del periodo di formazione, tenuto anche conto di quanto previsto nell'articolo 32 9.

7. Al termine del periodo di formazione e' prevista, da parte degli uffici di cui al comma 4, una valutazione del livello di professionalita' acquisito che equivale al superamento del periodo di prova necessario per l'immissione in ruolo di cui all'articolo 70, comma 13.

8. Le spese sostenute per l'espletamento del periodo di formazione svolto presso le sedi estere di cui al comma 4 sono a carico delle singole amministrazioni nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente10.

[2] Per il Regolamento per la disciplina delle modalita' di compimento del periodo di formazione all'estero per neo dirigenti di prima fascia, a norma del presente articolo, vedi il D.P.R. 21 giugno 2011, n. 134.

[3] Comma sostituito dall'articolo 3, comma 4, lettera a), del D.L. 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2021,  n. 113.

[4] Comma sostituito dall'articolo 3, comma 4, lettera b), del D.L. 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2021,  n. 113.

[5] Comma modificato dall'articolo 3, comma 1, lettera a), del D.L. 14 marzo 2025, n. 25, convertito con modificazioni dalla Legge 9 maggio 2025, n. 69.

[6] Comma inserito dall'articolo 3, comma 4, lettera c), del D.L. 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2021,  n. 113.

[7] Comma modificato dall'articolo 3, comma 4, lettera d), del D.L. 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2021,  n. 113.

[8] Comma abrogato dall'articolo 3, comma 4, lettera e), del D.L. 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2021,  n. 113.

[9] Comma modificato dall'articolo 3, comma 1, lettera a), del D.L. 14 marzo 2025, n. 25,  convertito con modificazioni dalla Legge 9 maggio 2025, n. 69.

[10] A norma dell'articolo 2, comma 15, del D.L. 6 luglio 2012, n. 95, come modificato dall'articolo 3, comma 5 del D.L. 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2021, n. 113, fino alla conclusione dei processi di riorganizzazione di cui al presente articolo e comunque non oltre il 31 agosto 2021 sono sospese le modalità di reclutamento previste dal presente articolo.

Inquadramento

Una radicale innovazione apportata dal d.lgs. 150/2009 è stata l'introduzione dell'art. 28-bis nel corpo del decreto n. 165. Essa realizza un vero e proprio secondo canale, per via concorsuale, per l'accesso alla prima fascia dei ruoli dirigenziali (una sorta di fast stream). In tal modo il passaggio di fascia è stato reso non più solo «automatico»: il legislatore ha dato vita ad un sistema misto, dove il ricorso a procedure selettive pubbliche viaggia in parallelo alla promozione «sul campo» in ragione dello svolgimento di incarichi dirigenziali di livello generale, per almeno cinque anni, da parte di dirigenti di seconda fascia (cfr. l'art. 23 del ddecreto n. 165).

Ciò ha restituito la possibilità di programmare/selezionare in maniera più incisiva l'innesto di nuovi dirigenti nella prima fascia, potendosi definire, attraverso il filtro del concorso, di quali competenze e di quali skill dotarsi prioritariamente, oltre eventualmente a realizzare un'operazione di ringiovanimento dei ranghi (Tardiola).

Tale meccanismo è stato incisivamente novellato dal comma 4 dell'art. 3 del d.l. n. 80/2021.

La disciplina dall'art. 28-bis, come sostitutita nel 2021, prevede che:

– l'accesso alla qualifica di dirigente di prima fascia nelle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, e negli enti pubblici non economici avviene, per il 50 per cento dei posti, calcolati con riferimento a quelli che si rendono disponibili ogni anno per la cessazione dal servizio dei soggetti incaricati, con concorso per titoli ed esami (comma 1);

– nei casi in cui le amministrazioni valutino che la posizione da ricoprire richieda specifica esperienza, peculiare professionalità e attitudini manageriali e qualora le ordinarie procedure di interpello non abbiano dato esito soddisfacente, l'attribuzione dell'incarico può avvenire attraverso il coinvolgimento di primarie società di selezione e la successiva valutazione delle candidature proposte da parte di una commissione indipendente composta anche da membri esterni. Nell'occasione, non si applicano i limiti percentuali di cui all'art. 19, comma 6. Gli incarichi sono conferiti con contratti di diritto privato a tempo determinato e stipulati per un periodo non superiore a tre anni, senza che si determinino posizioni soprannumerarie (comma 2);

– al concorso per titoli ed esami in oggetto possono essere ammessi i dirigenti pubblici di ruolo, che abbiano maturato almeno cinque anni di servizio nei ruoli dirigenziali, e gli altri soggetti in possesso di titoli di studio e professionali individuati nei bandi di concorso, con riferimento alle specifiche esigenze dell'Amministrazione e sulla base di criteri generali di equivalenza stabiliti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previo parere della SNA, sentito il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. A tale fine le amministrazioni che bandiscono il concorso tengono in particolare conto del personale di ruolo che ha esercitato per almeno cinque anni funzioni di livello dirigenziale generale all'interno delle stesse ovvero del personale appartenente all'organico dell'Unione europea in virtù di un pubblico concorso organizzato da dette istituzioni (comma 3);

– al fine di assicurare la valutazione delle capacità, attitudini e motivazioni individuali, i concorsi in oggetto definiscono gli ambiti di competenza da valutare e prevedono prove scritte e orali, finalizzate alla valutazione comparativa, definite secondo metodologie e standard riconosciuti. A questo scopo, sono nominati membri di commissione professionisti esperti nella valutazione dei suddetti ambiti di competenza, senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica (comma 3-bis);

– i vincitori del concorso sono assunti dall'amministrazione e, anteriormente al conferimento dell'incarico, sono tenuti all'espletamento di un periodo di formazione, a spese delle amministrazioni, presso sedi estere (uffici amministrativi di uno Stato dell'Unione europea o di un organismo comunitario o internazionale), secondo moduli definiti dalla Scuola nazionale dell'amministrazione. In ogni caso il periodo di formazione è completato entro tre anni dalla conclusione del concorso. Al termine del periodo di formazione è prevista, da parte dei predetti uffici di applicazione nel periodo di formazione, una valutazione del livello di professionalità acquisito che equivale al superamento del periodo di prova necessario per l'immissione in ruolo.

Secondo quanto disposto dal comma 6 dell'art. 28-bis in commento, con regolamento emanato ai sensi dell'art. 17, comma 1, della l. n. 400/1988, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, e sentita la SNA, sono disciplinate le modalità di compimento del periodo di formazione, tenuto anche conto di quanto previsto nell'art. 32 del dcreto n. 165 (inerente «Collegamento con le istituzioni internazionali, dell'Unione europea e di altri Stati. Esperti nazionali distaccati»). Tale regolamento è stato adottato con il d.P.R. n. 134/2011.

Da ricordare che l'art. 2, comma 15, del d.l. n. 95/2012 aveva disposto la sospensione delle modalità di reclutamento previste dall'art. 28- bis «fino alla conclusione dei processi di riorganizzazione previsti dal presente articolo» e comunque non oltre il termine, poi aggiornato, del 31 ottobre 2021.

Da subito, non sono mancate critiche in dottrina sul meccanismo previsto dall'art. 28-bis, specie riguardo la confusione fra acquisizione della fascia e attribuzione di un incarico e l'ampio margine lasciato alle amministrazioni nel definire i connotati dei «posti» da ricoprire e quelli dei potenziali aspiranti (D'Alessio). Ulteriori perplessità sono state suscitate dalle stesse rubriche assegnate agli artt. 28 e 28-bis del decreto n. 165. Entrambe utilizzano una analoga e speculare locuzione – rispettivamente, «Accesso alla qualifica di dirigente della seconda fascia» e «accesso alla qualifica di dirigente della prima fascia». Tale scelta terminologica appare per più versi ambigua. Come già evidenziato, nel quadro ordinamentale scaturito dalle riforme degli anni Novanta, la dirigenza (nello specifico, quella statale) non è più distinta in diverse qualifiche, ma ordinata in una sola qualifica, articolata – nel contesto di un modello improntato ad una logica di tipo funzionale-organizzativo – in due fasce ai fini del conferimento degli incarichi.

Bibliografia

D'Alessio, Le norme sulla dirigenza nel decreto legislativo di attuazione della legge delega n. 15/2009, in astrid-online.it; Tardiola, Morire di vecchiaia e burocrazia, la dura legge della seniorship, in astrid-online.it.

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