Decreto legislativo - 30/03/2001 - n. 165 art. 46 - Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni ( Art. 50, commi da 1 a 12 e 16 del d.lgs n. 29 del 1993 , come sostituiti prima dall' art. 17 del d.lgs n. 470 del 1993 e poi dall' art. 2 del d.lgs n. 396 del 1997 )Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Art. 50, commi da 1 a 12 e 16 del d.lgs n. 29 del 1993, come sostituiti prima dall'art. 17 del d.lgs n. 470 del 1993 e poi dall'art. 2 del d.lgs n. 396 del 1997) 1. Le pubbliche amministrazioni sono legalmente rappresentate dall'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni - ARAN, agli effetti della contrattazione collettiva nazionale. L'ARAN esercita a livello nazionale, in base agli indirizzi ricevuti ai sensi degli articoli 41 e 47, ogni attività relativa alle relazioni sindacali, alla negoziazione dei contratti collettivi e alla assistenza delle pubbliche amministrazioni ai fini dell'uniforme applicazione dei contratti collettivi. Sottopone alla valutazione della commissione di garanzia dell'attuazione della legge 12 giugno 1990, n. 146, e successive modificazioni e integrazioni, gli accordi nazionali sulle prestazioni indispensabili ai sensi dell'articolo 2 della legge citata. 2. Le pubbliche amministrazioni possono avvalersi dell'assistenza dell'ARAN ai fini della contrattazione integrativa. Sulla base di apposite intese, l'assistenza può essere assicurata anche collettivamente ad amministrazioni dello stesso tipo o ubicate nello stesso ambito territoriale. Su richiesta dei comitati di settore, in relazione all'articolazione della contrattazione collettiva integrativa nel comparto ed alle specifiche esigenze delle pubbliche amministrazioni interessate, possono essere costituite, anche per periodi determinati, delegazioni dell'ARAN su base regionale o pluriregionale. 3. L'ARAN cura le attivita' di studio, monitoraggio e documentazione necessarie all'esercizio della contrattazione collettiva. Predispone a cadenza semestrale, ed invia al Governo, ai comitati di settore dei comparti regioni e autonomie locali e sanita' e alle commissioni parlamentari competenti, un rapporto sull'evoluzione delle retribuzioni di fatto dei pubblici dipendenti. A tale fine l'ARAN si avvale della collaborazione dell'ISTAT per l'acquisizione di informazioni statistiche e per la formulazione di modelli statistici di rilevazione. L'ARAN si avvale, altresi', della collaborazione del Ministero dell'economia e delle finanze che garantisce l'accesso ai dati raccolti in sede di predisposizione del bilancio dello Stato, del conto annuale del personale e del monitoraggio dei flussi di cassa e relativi agli aspetti riguardanti il costo del lavoro pubblico1. 4. L'ARAN effettua il monitoraggio sull'applicazione dei contratti collettivi nazionali e sulla contrattazione collettiva integrativa e presenta annualmente al Dipartimento della funzione pubblica, al Ministero dell'economia e delle finanze nonche' ai comitati di settore, un rapporto in cui verifica l'effettivita' e la congruenza della ripartizione fra le materie regolate dalla legge, quelle di competenza della contrattazione nazionale e quelle di competenza dei contratti integrativi nonche' le principali criticita' emerse in sede di contrattazione collettiva nazionale ed integrativa2. 5. Sono organi dell'ARAN: a) il Presidente; b) il Collegio di indirizzo e controllo 3. 6. Il Presidente dell'ARAN e' nominato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione previo parere della Conferenza unificata. Il Presidente rappresenta l'agenzia ed e' scelto fra esperti in materia di economia del lavoro, diritto del lavoro, politiche del personale e strategia aziendale, anche estranei alla pubblica amministrazione, nel rispetto delle disposizioni riguardanti le incompatibilita' di cui al comma 7-bis. Il Presidente dura in carica quattro anni e puo' essere riconfermato per una sola volta. La carica di Presidente e' incompatibile con qualsiasi altra attivita' professionale a carattere continuativo, se dipendente pubblico, e' collocato in aspettativa o in posizione di fuori ruolo secondo l'ordinamento dell'amministrazione di appartenenza 4. 7. Il collegio di indirizzo e controllo e' costituito da quattro componenti scelti tra esperti di riconosciuta competenza in materia di relazioni sindacali e di gestione del personale, anche estranei alla pubblica amministrazione e dal presidente dell'Agenzia che lo presiede; due di essi sono designati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta, rispettivamente, del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e del Ministro dell'economia e delle finanze e gli altri due, rispettivamente, dall'ANCI e dall'UPI e dalla Conferenza delle Regioni e delle province autonome. Il collegio coordina la strategia negoziale e ne assicura l'omogeneita', assumendo la responsabilita' per la contrattazione collettiva e verificando che le trattative si svolgano in coerenza con le direttive contenute negli atti di indirizzo. Nell'esercizio delle sue funzioni il collegio delibera a maggioranza, su proposta del presidente. Il collegio dura in carica quattro anni e i suoi componenti possono essere riconfermati per una sola volta5. 7-bis. Non possono far parte del collegio di indirizzo e controllo ne' ricoprire funzioni di presidente, persone che rivestano incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici ovvero che ricoprano o abbiano ricoperto nei cinque anni precedenti alla nomina cariche in organizzazioni sindacali. L'incompatibilita' si intende estesa a qualsiasi rapporto di carattere professionale o di consulenza con le predette organizzazioni sindacali o politiche. L'assenza delle predette cause di incompatibilita' costituisce presupposto necessario per l'affidamento degli incarichi dirigenziali nell'agenzia6. 8. Per la sua attività, l'ARAN si avvale: a) delle risorse derivanti da contributi posti a carico delle singole amministrazioni dei vari comparti, corrisposti in misura fissa per dipendente in servizio. La misura annua del contributo individuale e' definita, sentita l'ARAN, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della pubblica amministrazione e l'innovazione, d'intesa con la Conferenza unificata ed e' riferita a ciascun triennio contrattuale 7 89; b) di quote per l'assistenza alla contrattazione integrativa e per le altre prestazioni eventualmente richieste, poste a carico dei soggetti che se ne avvalgano. 9. La riscossione dei contributi di cui al comma 8 è effettuata: a) per le amministrazioni dello Stato mediante l'assegnazione di risorse pari all'ammontare dei contributi che si prevedono dovuti nell'esercizio di riferimento. L'assegnazione e' effettuata annualmente sulla base della quota definita al comma 8, lettera a), con la legge annuale di bilancio, con imputazione alla pertinente unita' previsionale di base dello stato di previsione del ministero dell'economia e finanze 10; b) per le amministrazioni diverse dallo Stato, mediante un sistema di trasferimenti da definirsi tramite decreti del Ministro per la funzione pubblica di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e, a seconda del comparto, dei Ministri competenti, nonché, per gli aspetti di interesse regionale e locale, previa intesa espressa dalla Conferenza unificata Stato-regioni e Stato-città 11. 10. L'ARAN ha personalità giuridica di diritto pubblico. Ha autonomia organizzativa e contabile nei limiti del proprio bilancio. Affluiscono direttamente al bilancio dell'ARAN i contributi di cui al comma 8. L'ARAN definisce con propri regolamenti le norme concernenti l'organizzazione interna, il funzionamento e la gestione finanziaria. I regolamenti sono soggetti al controllo del Dipartimento della funzione pubblica e del Ministero dell'economia e delle finanze, adottati d'intesa con la Conferenza unificata, da esercitarsi entro quarantacinque giorni dal ricevimento degli stessi. La gestione finanziaria è soggetta al controllo consuntivo della Corte dei conti12. 11. Il ruolo del personale dipendente dell'ARAN e' definito in base ai regolamenti di cui al comma 1. Alla copertura dei relativi posti si provvede nell'ambito delle disponibilità di bilancio tramite concorsi pubblici, ovvero mediante assunzioni con contratto di lavoro a tempo determinato, regolati dalle norme di diritto privato13. 12. L'ARAN puo' altresi' avvalersi di un contingente di personale, anche di qualifica dirigenziale, proveniente dalle pubbliche amministrazioni rappresentate, in posizione di comando o fuori ruolo in base ai regolamenti di cui al comma 10. I dipendenti comandati o collocati fuori ruolo conservano lo stato giuridico ed il trattamento economico delle amministrazioni di provenienza. Ad essi sono attribuite dall'ARAN, secondo le disposizioni contrattuali vigenti, le voci retributive accessorie, ivi compresa la produttività per il personale non dirigente e per i dirigenti la retribuzione di posizione e di risultato. Il collocamento in posizione di comando o di fuori ruolo è disposto secondo le disposizioni vigenti nonché ai sensi dell'articolo 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127. L'ARAN può utilizzare, sulla base di apposite intese, anche personale direttamente messo a disposizione dalle amministrazioni e dagli enti rappresentati, con oneri a carico di questi. L'ARAN puo' avvalersi di esperti e collaboratori esterni con modalita' di rapporto stabilite con i regolamenti adottati ai sensi del comma 10, nel rispetto dell'articolo 7, commi 6 e seguenti14. 13. Le regioni a statuto speciale e le province autonome possono avvalersi, per la contrattazione collettiva di loro competenza, di agenzie tecniche istituite con legge regionale o provinciale ovvero dell'assistenza dell'ARAN ai sensi del comma 2. [1] Comma sostituito dall'articolo 58, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [2] Comma sostituito dall'articolo 58, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [3] Comma sostituito dall'articolo 58, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [4] Comma sostituito dall'articolo 58, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [5] Comma sostituito dall'articolo 58, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [6] Comma inserito dall'articolo 58, comma 1, lettera b), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [7] Per l'individuazione dei contributi annuali che le regioni sono tenute a versare all'ARAN vedi per l'anno 2002, il D.M. 13 dicembre 2001, per l'anno 2003, il D.M. 12 novembre 2002, per l'anno 2004, il D.M. 21 novembre 2003, per l'anno 2005, il D.M. 6 dicembre 2004, per l'anno 2006, il D.M. 3 febbraio 2006, per l'anno 2007, il D.M. 11 ottobre 2006, per l'anno 2014 il D.M. 21 ottobre 2013, per l'anno 2017 il D.M. 27 ottobre 2016, per l'anno 2018 il D.M. 13 novembre 2017, per l'anno 2019 il D.M. 23 novembre 2018, per l'anno 2020 il D.M. 28 novembre 2019. [8] Per le modalita' di riscossione dei contributi dovuti dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura a favore dell'ARAN ai sensi della presente lettera, vedi il D.P.C.M. 9 luglio 2012 ; per le modalita' di pagamento dei contributi versati all'ARAN dagli Enti locali vedi il D.P.C.M. 27 novembre 2013. [9] Lettera modificata dall'articolo 58, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [10] Lettera sostituita dall'articolo 58, comma 1, lettera d), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [11] Lettera modificata dall'articolo 22, comma 4, lettera b), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [12] Comma modificato dall'articolo 58, comma 1, lettera e), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [13] Comma modificato dall'articolo 58, comma 1, lettera f), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [14] Comma modificato dall'articolo 58, comma 1, lettera g), del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. InquadramentoAlla gestione tecnica delle generali dinamiche contrattuali del lavoro alle dipendenze delle P.A. è preposta, per la parte pubblica, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), cui è dedicato l'art. 46 del decreto n. 165/2001. Tale agenzia – dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia organizzativa e contabile (nei limiti del proprio bilancio; cfr. il comma 10 dell'art. 46) – ha la complessiva e obbligatoria rappresentanza legale delle pubbliche amministrazioni agli effetti della contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego privatizzato. Essa esprime, in tale sede, la volontà delle P.A. nell'ambito dei procedimenti contrattuali svolti nei confronti delle organizzazioni sindacali (controparti private). Solo facoltativa è, invece, l'assistenza che può essere chiesta all'ARAN dalle amministrazioni ai fini della contrattazione decentrata (di natura «derivata» dai contratti nazionali). Tale assistenza può essere assicurata anche collettivamente ad amministrazioni dello stesso tipo o ubicate nello stesso ambito territoriale. Possono anzi essere costituite, anche per periodi determinati, delegazioni dell'ARAN su base regionale o pluriregionale (comma 2). Alle regioni a statuto speciale e alle province autonome è lasciata, invece, la facoltà di avvalersi, per la contrattazione collettiva di loro competenza, di agenzie tecniche istituite con legge regionale o provinciale ovvero dell'assistenza dell'ARAN (così il comma 13 dell'art. 46; cfr. anche Corte cost., n. 315/2001). L'ARAN è, quindi, una agenzia pubblica erogatrice di servizi (è tra quelle istituite anteriormente alla generale disciplina della figura recata dal d.lgs. n. 300/1999), caratterizzata da una struttura istituzionale (in quanto i suoi componenti sono nominati da soggetti esterni all'ente) e dalla strumentalità, essendo portatrice di interessi non propri ma degli enti che rappresenta. Si tratta, tuttavia, di una strumentalità operante non solo nei confronti dello Stato, ma di tutte le pubbliche amministrazioni di cui è chiamata a rappresentare gli interessi. Peraltro, l'ARAN non può essere considerata un'autorità amministrativa indipendente, difettando dei caratteri tipici di tale figura: la finalità di protezione di interessi diffusi o collettivi, una spiccata autonomia nei confronti del governo, il riconoscimento di funzioni di controllo, di regolazione e sanzione. L'ARAN esercita, a livello nazionale, ogni attività relativa alle relazioni sindacali, alla negoziazione dei contratti collettivi (che sono sottoscritti dal suo presidente) e alla assistenza delle pubbliche amministrazioni ai fini dell'uniforme applicazione dei contratti collettivi. L'Agenzia opera conformandosi agli indirizzi impartiti dai Comitati di settore, che sono espressione delle istanze associative o rappresentative delle pubbliche amministrazioni (cfr. gli artt. 41 e 47 del decreto n. 165). Usando categorie privatistiche (art. 1388 e ss. c.c.), la dottrina ha osservato che il legislatore ha, così, dato vita ad una sorta di microsistema soggettivo complesso costituito da comitati di settore ed ARAN; ciascuno dei due organismi è ex lege titolare di una parte dei poteri normativi o negoziali: i primi del potere di indirizzo; l'ARAN del potere di rappresentanza. Il potere di indirizzo non può non condizionare quello di rappresentanza; il secondo poi, una volta concretizzatosi nella stipulazione di un contratto collettivo, è in grado di produrre effetti in capo alle amministrazioni rappresentate, che non avessero manifestato chiaramente le condizioni del loro consenso attraverso i comitati di settore. La configurazione di due distinti organismi rappresenta una soluzione funzionale a mantenere una separazione tra soggetti politici e parte tecnica nella negoziazione dei contratti nazionali (Zoppoli, 1297). Come precisato dai commi 3 e 4 dell'art. 46 del decreto n. 165 (modificati dal d.lgs. n. 150/2009), l'ARAN cura le attività di studio, monitoraggio e documentazione necessarie all'esercizio della contrattazione collettiva. Predispone a cadenza semestrale, ed invia al Governo, ai comitati di settore dei comparti regioni e autonomie locali e sanità e alle commissioni parlamentari competenti, un rapporto sull'evoluzione delle retribuzioni di fatto dei pubblici dipendenti, avvalendosi della collaborazione dell'ISTAT e del Ministero dell'economia e delle finanze. Di particolare rilievo il monitoraggio effettuato dall'ARAN sull'applicazione dei contratti collettivi nazionali e sulla contrattazione collettiva integrativa. L'Agenzia presenta annualmente al Dipartimento della funzione pubblica, al Ministero dell'economia e delle finanze nonché ai comitati di settore, un rapporto sulla effettività e congruenza della ripartizione fra le materie regolate dalla legge, quelle di competenza della contrattazione nazionale e quelle di competenza dei contratti integrativi nonché le principali criticità emerse in sede di contrattazione collettiva nazionale ed integrativa. L'ARAN assicura anche la raccolta dei dati sui voti e sulle deleghe dei sindacati che devono essere ammessi alla contrattazione collettiva. Un apposito organismo istituito presso l'ARAN, ex art. 43, comma 8, d.lgs. n. 165/2001, è il comitato paritetico, al quale partecipano le organizzazioni sindacali ammesse alla contrattazione collettiva nazionale. Esso ha il compito di garantire modalità certe e obiettive di rilevazione e la certificazione dei dati sui voti e le deleghe dei lavoratori, ai fini della misurazione della rappresentatività sindacale, oltre alla risoluzione di eventuali controversie. Tra le altre attribuzioni e prerogative dell'ARAN si segnalano quelle relative all'accertamento pregiudiziale sull'efficacia, validità ed interpretazione dei contratti collettivi (art. 64); la possibilità di intervenire nei giudizi innanzi al g.o. al fine di garantire la corretta interpretazione e l'uniforme applicazione dei contratti collettivi (art. 63-bis); i compiti inerenti gli accordi nazionali sulle prestazioni indispensabili, sottoposti alla valutazione della Commissione di garanzia dell'attuazione della l. 12 giugno 1990, n. 146 (art. 46, comma 1). L'evoluzione normativa.L'art. 2, comma 1, lettera b), della l. 23 ottobre 1992, n. 421, demandava al Governo di «prevedere strumenti per la rappresentanza negoziale della parte pubblica, autonoma e obbligatoria, mediante un apposito organismo tecnico, dotato di personalità giuridica, sottoposto alla vigilanza del Presidente del Consiglio dei Ministri e operante in conformità alle direttive impartite dal Presidente dal Consiglio dei Ministri». Le varie delegazioni delle amministrazioni previste dalla normativa previgente sono state così sostituite da un unico soggetto in grado di garantire la complessiva coeren.za della contrattazione relativa ai vari comparti: l'art. 50 del d.lgs. n. 29/1993 ha istituito l'Agenzia per le relazioni sindacali (ARES), con al vertice un solo un direttore di nomina governativa. Con la seconda privatizzazione del 1997, il processo decisionale dell'Agenzia è stato ri-articolato e reso plurale, sì da farlo più rispondente al volere delle amministrazioni rappresentate; ciò si è realizzato introducendo i Comitati di settore, investiti di poteri di indirizzo. L'ARAN si presenta, così, come un protagonista double face, «vero e proprio fattore di trasformazione dell'input pubblicistico in output privatistico». Il decreto 165 consacra, invero, un faticoso compromesso «fra un'unica agenzia di rappresentanza legale e pluralità delle pubbliche amministrazioni; e, soprattutto, fra procedura pubblicistica di formazione e forma privatistica di espressione della volontà negoziale» (Carinci). Le modifiche organizzativo-istituzionali operate dalla riforma Brunetta.L'art. 46 del d.lgs. n. 165/2001 è stato in più parti novellato dalla riforma Brunetta del 2009, che ha operato un vero e proprio riassetto istituzionale. La prima novità è la revisione della procedura di nomina del Presidente, ora con decreto del Presidente della Repubblica (in luogo del precedente d.P.C.M.), previo parere della Conferenza unificata, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Il Presidente è scelto tra gli esperti in materia di economia del lavoro, diritto del lavoro, politiche del personale e strategia aziendale, anche estranei alla pubblica amministrazione. La sua carica è incompatibile con qualsiasi altra attività professionale a carattere continuativo; sicché se è dipendente pubblico, è collocato in aspettativa o in posizione di fuori ruolo (comma 6). «Come si è visto, la nomina del Presidente avviene previo parere della Conferenza unificata, mentre in precedenza era necessario che la medesima conferenza fosse soltanto «sentita» in merito alla scelta del Presidente. In questo modo, il Governo ha inteso potenziare il ruolo degli interlocutori regionali nella nomina del Presidente, anche perché nel parere del 29 luglio 2009, espresso dalla Conferenza unificata sulla base dell'art. 3, comma 2, l. n. 15/2009, il Ministro per la pubblica amministrazione ha considerato vincolante il parere che la Conferenza deve rendere in merito alla scelta del Presidente ARAN» (Delfino, 714). Il Presidente – il cui mandato dura quattro anni rinnovabili una sola volta – rappresenta l'Agenzia e preside il Collegio di indirizzo e controllo, composto da quattro esperti di riconosciuta competenza in materia di relazioni sindacali e di gestione del personale, anche estranei alla pubblica amministrazione. Due di essi sono designati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta, rispettivamente, del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e del Ministro dell'economia e delle finanze; gli altri due, rispettivamente, dall'ANCI e dall'UPI e dalla Conferenza delle Regioni e delle province autonome. Il Collegio delibera a maggioranza, su proposta del Presidente, dura in carica quattro anni e i suoi componenti possono essere riconfermati per una sola volta. Compito del Collegio è di coordinare la strategia negoziale e di assicurarne l'omogeneità, «assumendo la responsabilità per la contrattazione collettiva e verificando che le trattative si svolgano in coerenza con le direttive contenute negli atti di indirizzo» (comma 7). Da rilevare che la riforma del 2009 sottolinea, per la prima volta, la differenziazione fra competenze generali dell'ARAN e competenze specifiche dell'«organismo direttivo» (il collegio di indirizzo e di controllo). Il nuovo comma 7-bis dell'art. 46 d.lgs. n. 165/2001 rinnova e amplia, poi, il sistema delle incompatibilità: non possono «far parte del collegio di indirizzo e controllo né ricoprire funzioni di presidente, persone che rivestano incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici ovvero che ricoprano o abbiano ricoperto nei cinque anni precedenti alla nomina cariche in organizzazioni sindacali. L'incompatibilità si intende estesa a qualsiasi rapporto di carattere professionale o di consulenza con le predette organizzazioni sindacali o politiche». L'assenza delle predette cause di incompatibilità costituisce presupposto necessario anche per l'affidamento degli incarichi dirigenziali nell'Agenzia. Il rafforzamento della legittimazione dell'ARAN, secondo il legislatore della riforma Brunetta, passa attraverso una composizione che assicura al massimo grado la competenza tecnica, smorzando eventuali canali di condizionamento politico-sindacale. Il d.lgs. n. 150/2009, inoltre, ha modificato i commi 8, 9, 10, 11 e 12 dell'art. 46 in esame, disponendo che: 1) la misura annua del contributo individuale – a carico delle singole amministrazioni dei vari comparti e corrisposto in misura fissa per dipendente in servizio – è definita, sentita l'ARAN, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della pubblica amministrazione e l'innovazione, d'intesa con la Conferenza unificata ed è riferita a ciascun triennio contrattuale; di tali risorse l'ARAN si avvale assieme alle quote per l'assistenza alla contrattazione integrativa e per le altre prestazioni eventualmente richieste, poste a carico dei soggetti che se ne avvalgano; 2) sono rinnovate le modalità di riscossione dei contributi individuali; 3) i regolamenti dell'ARAN concernenti l'organizzazione interna, il funzionamento e la gestione finanziaria sono soggetti al controllo del Dipartimento della funzione pubblica e del Ministero dell'economia e delle finanze, adottati d'intesa con la Conferenza unificata, da esercitarsi entro quarantacinque giorni dal ricevimento degli stessi, mentre resta ferma la sottoposizione della gestione finanziaria al controllo consuntivo della Corte dei conti; 4) i medesimi regolamenti definiscono il ruolo del personale dipendente dell'ARAN. Scomparso il precedente tetto di cinquanta unità, la legge prescrive ora che «alla copertura dei relativi posti si provvede nell'ambito delle disponibilità di bilancio tramite concorsi pubblici, ovvero mediante assunzioni con contratto di lavoro a tempo determinato, regolati dalle norme di diritto privato». Purché sia previsto dai regolamenti interni, l'ARAN può altresì avvalersi di un contingente di personale, anche di qualifica dirigenziale, proveniente dalle pubbliche amministrazioni rappresentate, in posizione di comando o fuori ruolo. La concessione del comando o fuori ruolo rappresenta un atto necessitato/dovuto, ai sensi dell'art. 17, comma 14, della l. n. 127/1997, espressamente richiamato; 5) i regolamenti ARAN sono tenuti al rispetto di quanto previsto dall'art. 7, comma 6 e seguenti, d.lgs. n. 165/2001 per quanto riguarda l'utilizzazione di esperti e collaboratori esterni. BibliografiaCarinci, Una riforma «conclusa». Fra norma scritta e prassi applicativa, in csdle.lex.unict.it, 2004; Delfino, La nuova contrattazione collettiva nel lavoro pubblico: soggetti e procedimenti, in Le ist. del federalismo, 2009, 5/6, 708; Zoppoli, La «terza volta» dell'agenzia per la rappresentanza negoziale delle amministrazioni pubbliche. Brevi riflessioni sulla riforma dell'Aran, in Il lavoro nelle p.a., 1998, 1297. |