Decreto legislativo - 30/03/2001 - n. 165 art. 70 - Norme finali (Art. 73, commi 1, 3, 4, 5 e 6-bis del d.lgs n. 29 del 1993, come modificati dall'art. 21 del d.lgs n. 470 del 1993, successivamente sostituiti dall'art. 37 del d.lgs n. 546 del 1993 e modificati dall'art. 9, comma 2 del d.lgs n. 396 del 1997, dall'art. 45, comma 4 del d.lgs n. 80 del 1998 e dall'art. 20 del d.lgs n. 387 del 1998; art. 45, commi 1, 2, 7, 10, 11, 21, 22 e 23 del d.lgs n. 80 del 1998, come modificati dall'art. 22, comma 6 del d.lgs n. 387 del 1998, dall'art. 89 della legge n. 342 del 2000 e dall'art. 51, comma 13, della legge n. 388 del 2000)Norme finali (Art. 73, commi 1, 3, 4, 5 e 6-bis del d.lgs n. 29 del 1993, come modificati dall'art. 21 del d.lgs n. 470 del 1993, successivamente sostituiti dall'art. 37 del d.lgs n. 546 del 1993 e modificati dall'art. 9, comma 2 del d.lgs n. 396 del 1997, dall'art. 45, comma 4 del d.lgs n. 80 del 1998 e dall'art. 20 del d.lgs n. 387 del 1998; art. 45, commi 1, 2, 7, 10, 11, 21, 22 e 23 del d.lgs n. 80 del 1998, come modificati dall'art. 22, comma 6 del d.lgs n. 387 del 1998, dall'art. 89 della legge n. 342 del 2000 e dall'art. 51, comma 13, della legge n. 388 del 2000) 1. Restano salve per la regione Valle d'Aosta le competenze in materia, le norme di attuazione e la disciplina sul bilinguismo. Restano comunque salve, per la provincia autonoma di Bolzano, le competenze in materia, le norme di attuazione, la disciplina vigente sul bilinguismo e la riserva proporzionale di posti nel pubblico impiego. 2. Restano ferme le disposizioni di cui al titolo IV, capo II del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, riguardanti i segretari comunali e provinciali, e alla legge 7 marzo 1986, n. 65 - esclusi gli articoli 10 e 13 - sull'ordinamento della Polizia municipale. Per il personale disciplinato dalla stessa legge 7 marzo 1986, n. 65 il trattamento economico e normativo è definito nei contratti collettivi previsti dal presente decreto, nonché, per i segretari comunali e provinciali, dall'art. 11, comma 8 del Decreto del Presidente della Repubblica 4 dicembre 1997, n. 465. 3. Il rapporto di lavoro dei dipendenti degli enti locali è disciplinato dai contratti collettivi previsti dal presente decreto nonché dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 4. Le aziende e gli enti di cui alle leggi 26 dicembre 1936, n. 2174, e successive modificazioni ed integrazioni,13 luglio 1984, n. 312, 30 maggio 1988, n.186, 11 luglio 1988, n. 266, 31 gennaio 1992, n. 138, legge 30 dicembre 1986, n. 936, decreto legislativo 25 luglio 1997, n. 250, decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, adeguano i propri ordinamenti ai principi di cui al titolo I. I rapporti di lavoro dei dipendenti dei predetti enti ed aziende nonché della Cassa depositi e prestiti sono regolati da contratti collettivi ed individuali in base alle disposizioni di cui agli articoli 2, comma 2, all'articolo 8, comma 2 ed all'articolo 60, comma 3. [Le predette aziende o enti sono rappresentati dall'ARAN ai fini della stipulazione dei contratti collettivi che li riguardano. Il potere di indirizzo e le altre competenze inerenti alla contrattazione collettiva sono esercitati dalle aziende ed enti predetti e della Cassa depositi e prestiti di intesa con il Presidente del Consiglio dei ministri, che la esprime tramite il Ministro per la funzione pubblica, ai sensi dell' articolo 41, comma 2. La certificazione dei costi contrattuali al fine della verifica della compatibilità con gli strumenti di programmazione e bilancio avviene con le procedure dell'articolo 47]1. 5. Le disposizioni di cui all'articolo 7 del decreto-legge 19 settembre 1992, n. 384, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 novembre 1992, n. 438, vanno interpretate nel senso che le medesime, salvo quelle di cui al comma 7, non si riferiscono al personale di cui al decreto legislativo 26 agosto 1998, n. 319. 6. A decorrere dal 23 aprile 1998, le disposizioni che conferiscono agli organi di governo l'adozione di atti di gestione e di atti o provvedimenti amministrativi di cui all'articolo 4, comma 2, del presente decreto, si intendono nel senso che la relativa competenza spetta ai dirigenti. 7. A decorrere dal 23 aprile 1998, le disposizioni vigenti a tale data, contenute in leggi, regolamenti, contratti collettivi o provvedimenti amministrativi riferite ai dirigenti generali si intendono riferite ai dirigenti di uffici dirigenziali generali. 8. Le disposizioni del presente decreto si applicano al personale della scuola. Restano ferme le disposizioni di cui all'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59 e del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 35. Sono fatte salve le procedure di reclutamento del personale della scuola di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 e successive modificazioni ed integrazioni. 9. Per il personale della carriera prefettizia di cui all'art. 3, comma 1, del presente decreto, gli istituti della partecipazione sindacale di cui all'articolo 9 del medesimo decreto sono disciplinati attraverso apposito regolamento emanato ai sensi dell'art. 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni ed integrazioni 2. 10. I limiti di cui all'articolo 19, comma 6, del presente decreto non si applicano per la nomina dei direttori degli Enti parco nazionale. 11. Le disposizioni in materia di mobilità di cui agli articoli 30 e seguenti del presente decreto non si applicano al personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. 12. In tutti i casi, anche se previsti da normative speciali, nei quali enti pubblici territoriali, enti pubblici non economici o altre amministrazioni pubbliche, dotate di autonomia finanziaria sono tenute ad autorizzare la utilizzazione da parte di altre pubbliche amministrazioni di proprio personale, in posizione di comando, di fuori ruolo, o in altra analoga posizione, l'amministrazione che utilizza il personale rimborsa all'amministrazione di appartenenza l'onere relativo al trattamento fondamentale. La disposizione di cui al presente comma si applica al personale comandato, fuori ruolo o in analoga posizione presso l'ARAN a decorrere dalla completa attuazione del sistema di finanziamento previsto dall'art. 46, commi 8 e 9, del presente decreto, accertata dall'organismo di coordinamento di cui all'art. 41, comma 6 del medesimo decreto. Il trattamento economico complessivo del personale inserito nel ruolo provvisorio ad esaurimento del Ministero delle finanze istituito dall'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 9 luglio 1998, n. 283, in posizione di comando, di fuori ruolo o in altra analoga posizione, presso enti pubblici territoriali, enti pubblici non economici o altre amministrazioni pubbliche dotate di autonomia finanziaria, rimane a carico dell'amministrazione di appartenenza. 13. In materia di reclutamento, le pubbliche amministrazioni applicano la disciplina prevista dal decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, e successive modificazioni ed integrazioni, per le parti non incompatibili con quanto previsto dagli articoli 35 e 36, salvo che la materia venga regolata, in coerenza con i principi ivi previsti, nell'ambito dei rispettivi ordinamenti . [1] Comma modificato dall'articolo 47, comma 5, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, dall'articolo 5, comma 1-bis, del D.L. 31 gennaio 2005, n. 7 e, successivamente dall'articolo 66, comma 3, del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. Vedi quanto disposto dall'articolo 2, commi da 1 a 5, del D.L. 6 luglio 2012, n. 95. [2] Per il regolamento relativo agli istituti di partecipazione sindacale per il personale della carriera prefettizia vedi D.P.R. 20 settembre 2002, n. 247. InquadramentoL'art. 70, comma 1, del decreto n. 165/2001 contempla la salvezza, per la Valle d'Aosta, delle competenze in materia, delle norme di attuazione e della disciplina del bilinguismo; analoga previsione anche per la Provincia autonoma di Bolzano, riguardo le competenze in materia, le norme di attuazione, la disciplina sul bilinguismo e la riserva proporzionale di posti nel pubblico impiego (cd. «proporzionale etnica»). In tema, si segnala T.R.G.A. Bolzano, n. 265/1994, laddove ribadisce che la provincia autonoma di Bolzano è legittimata a ricorrere in via giurisdizionale per l'annullamento degli atti concernenti pubblici dipendenti addetti ad uffici posti nella propria circoscrizione territoriale, ove li ritenga lesivi del principio della proporzionale etnica e del bilinguismo, avendo istituzionalmente la rappresentanza dei gruppi bilinguistici di minoranze rispetto alla collettività nazionale. I commi successivi dell'art. 70 in commento affrontano problematiche attuative e di coordinamento attinenti determinati settori o materie. Il comma 13, invece, ha provveduto a legificare la disciplina recata dal d.P.R. n. 487/1994 («Regolamento recante norme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi»).Viene sancito che, in materia di reclutamento, le pubbliche amministrazioni applicano la disciplina prevista dal d.P.R. stesso per le parti non incompatibili con quanto previsto dagli artt. 35 e 36 del d.lgs. n. 165/2001, salvo che la materia venga regolata, in coerenza con i principi ivi previsti, nell'ambito dei rispettivi ordinamenti (cd. clausola di cedevolezza della normativa statale). Il richiamo agli artt. 35 e 36 serve a circoscrivere il campo di applicazione del d.P.R. n. 487/1994, richiamo operato «al limitato fine di disciplinare l'effetto abrogativo e quindi la regola di conflitto per l'ipotesi in cui sussista incompatibilità tra la disciplina previgente contenuta nel d.P.R. n. 487/1994 e quella sopravvenuta contenuta nel d.lgs. n. 165/2001». Così T.A.R. Lombardia, Milano III, 17 gennaio 2008, n. 53; cfr. anche T.A.R. Veneto I, n. 3052/2002 e Cass., sez. lav., n. 24170/2006. Riguardo le c.d. amministrazioni monocomparto, di cui al comma 4 dell'art. 70, va ricordato che nella originaria formulazione del d.lgs. n. 29/1993, il legislatore delegato ha ritenuto di mantenere una disciplina ad hoc per le amministrazioni già escluse dall'applicazione della legge quadro del 1983, cui fu aggiunto qualche altro peculiare ente. Per esse è stata disposta una collocazione particolare, al di fuori dei comparti e delle aree autonome di contrattazione collettiva, avulsa quindi dall'ordinario modello di contrattazione collettiva per comparti. Gli enti e le aziende in questione sono stati successivamente coinvolti in processi di privatizzazione e/o di modifica di status e veste giuridica. Al comma 4 è, comunque, scolpita la norma che detta che i predetti organismi «adeguano i propri ordinamenti ai principi di cui al titolo I. I rapporti di lavoro dei dipendenti dei predetti enti ed aziende [..] sono regolati da contratti collettivi ed individuali in base alle disposizioni di cui all'art. 2, comma 2, all'art. 8, comma 2 ed all'art. 60, comma 3». BibliografiaVedi sub art. 69. |