Decreto legislativo - 19/08/2016 - n. 175 art. 26 - Altre disposizioni transitorie

Andrea Zoppini

Altre disposizioni transitorie

1. Le società a controllo pubblico già costituite all'atto dell'entrata in vigore del presente decreto adeguano i propri statuti alle disposizioni del presente decreto entro il 31 luglio 2017. Per le disposizioni dell'articolo 17, comma 1, il termine per l'adeguamento è fissato al 31 dicembre 20171 .

2. L'articolo 4 del presente decreto non è applicabile alle società elencate nell'allegato A, nonché alle società aventi come oggetto sociale esclusivo la gestione di fondi europei per conto dello Stato o delle regioni, ovvero la realizzazione di progetti di ricerca finanziati dalle istituzioni dell'Unione europea 2.

3. Le pubbliche amministrazioni possono comunque mantenere le partecipazioni in società quotate detenute al 31 dicembre 2015.

4. Nei diciotto mesi successivi alla sua entrata in vigore, il presente decreto non si applica alle società in partecipazione pubblica che abbiano deliberato la quotazione delle proprie azioni in mercati regolamentati con provvedimento comunicato alla Corte dei conti. Ove entro il suddetto termine la società interessata abbia presentato domanda di ammissione alla quotazione, il presente decreto continua a non applicarsi alla stessa società fino alla conclusione del procedimento di quotazione3 .

5. Nei dodici mesi successivi alla sua entrata in vigore, il presente decreto non si applica alle società in partecipazione pubblica che, entro la data del 30 giugno 2016, abbiano adottato atti volti all'emissione di strumenti finanziari, diversi dalle azioni, quotati in mercati regolamentati. I suddetti atti sono comunicati alla Corte dei conti entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Ove entro il suddetto termine di dodici mesi il procedimento di quotazione si sia concluso, il presente decreto continua a non applicarsi alla stessa società. Sono comunque fatti salvi, anche in deroga all'articolo 7, gli effetti degli atti volti all'emissione di strumenti finanziari, diversi dalle azioni, quotati in mercati regolamentati, adottati prima della data di entrata in vigore del presente decreto.

5-bis. Alle società emittenti strumenti finanziari, diversi dalle azioni, quotati in mercati regolamentati, soggette alla disciplina di cui all'articolo 1, comma 5, e al comma 5 del presente articolo, continuano ad applicarsi le disposizioni contenute nei medesimi commi in virtù della proroga dello strumento finanziario o di successive emissioni effettuate in sostanziale continuità4.

6. Le disposizioni degli articoli 4 , 17, 19 e 25 non si applicano alle società a partecipazione pubblica derivanti da una sperimentazione gestionale costituite ai sensi dell'articolo 9-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 5.

6-bis. Le disposizioni dell'articolo 20 non si applicano alle società a partecipazione pubblica di cui all'articolo 4, comma 6. 6

7. Sono fatte salve, fino al completamento dei relativi progetti, le partecipazioni pubbliche nelle società costituite per il coordinamento e l'attuazione dei patti territoriali e dei contratti d'area per lo sviluppo locale, ai sensi della delibera Cipe 21 marzo 1997.

8. Ove alla data di entrata in vigore del presente decreto non sia stato adottato il decreto previsto dall'articolo 1, comma 672, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, il decreto di cui all'articolo 11, comma 6 è adottato entro trenta giorni dalla suddetta data.

9. Al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 11-quater, comma 1, le parole: «Si definisce» sono sostituite dalle seguenti: «Ai fini dell'elaborazione del bilancio consolidato, si definisce»;

b) all'articolo 11-quinquies, comma 1, le parole: «Per società partecipata» sono sostituite dalle seguenti: «Ai fini dell'elaborazione del bilancio consolidato, per società partecipata».

10. Le società a controllo pubblico si adeguano alle previsioni dell'articolo 11, comma 8, entro il 31 luglio 2017 7.

11. Salva l'immediata applicazione della disciplina sulla revisione straordinaria di cui all'articolo 24, alla razionalizzazione periodica di cui all'articolo 20 si procede a partire dal 2018, con riferimento alla situazione al 31 dicembre 2017.

12. Al fine di favorire il riordino delle partecipazioni dello Stato e di dare piena attuazione alla previsione di cui all'articolo 9, comma 1, ove entro il 31 ottobre 2016 pervenga la proposta dei relativi ministri, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri la titolarità delle partecipazioni societarie delle altre amministrazioni statali è trasferita al Ministero dell'economia e delle finanze, anche in deroga alla previsione normativa originaria riguardante la costituzione della società o l'acquisto della partecipazione.

12-bis. Sono escluse dall'applicazione del presente decreto le società destinatarie dei provvedimenti di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, nonché la società di cui all'articolo 7 del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 1198 .

12-ter. Per le società di cui all'articolo 4, comma 8, le disposizioni dell'articolo 20 trovano applicazione decorsi 5 anni dalla loro costituzione9 .

12-quater. Per le società di cui all'articolo 4, comma 7, solo ai fini della prima applicazione del criterio di cui all'articolo 20, comma 2, lettera e), si considerano i risultati dei cinque esercizi successivi all'entrata in vigore del presente decreto10 .

12-quinquies. Ai fini dell'applicazione del criterio di cui all'articolo 20, comma 2, lettera d), il primo triennio rilevante è il triennio 2017-2019. Nelle more della prima applicazione del suddetto criterio relativo al triennio 2017-2019, si applica la soglia di fatturato medio non superiore a cinquecentomila euro per il triennio precedente l'entrata in vigore del presente decreto ai fini dell'adozione dei piani di revisione straordinaria di cui all'articolo 24 e per i trienni 2015-2017 e 2016-2018 ai fini dell'adozione dei piani di razionalizzazione di cui all'articolo 2011 .

12-sexies. In deroga all'articolo 4, le amministrazioni pubbliche possono acquisire o mantenere partecipazioni nelle società che, alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, risultano già costituite e autorizzate alla gestione delle case da gioco ai sensi della legislazione vigente. Con riguardo a tali società, le disposizioni di cui all'articolo 20, comma 2, lettere a) ed e), non trovano applicazione e le disposizioni di cui all'articolo 14, comma 5, si applicano a decorrere dal 31 maggio 201812 .

 

[4] Comma inserito dall'articolo 10, comma 1, del D.L. 9 agosto 2024, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 ottobre 2024, n. 143.

Inquadramento

L'art. 26 del d.lgs. 175/2016, rubricato «altre disposizioni transitorie», contiene al suo interno varie tipologie di norme.

In particolare, si fa riferimento a disposizioni avente carattere i) derogatorio, che stabiliscono la non applicabilità di specifiche previsioni a società in possesso di particolari caratteristiche; ii) transitorio volte a consentire la più graduale ed efficacie attuazione delle disposizioni del Testo Unico; iii) d'attuazione che precisano i modi e i tempi per l'applicazione di specifiche disposizioni del TUSP.

Le previsioni derogatorie.

Con riferimento alle previsioni derogatorie, il comma 2 dell'art. 26 dispone che l'articolo 4 del TUSP non è applicabile alle società elencate nell'allegato A.

L'art. 26, comma 2 del TUSP, quindi, delimita l'ambito di applicazione dell'art. 4, ovvero della disposizione che circoscrive le finalità perseguibili dalle amministrazioni pubbliche attraverso l'acquisizione e la gestione di partecipazioni.

In primo luogo, la norma in esame esclude l'applicabilità di tale disposizione alle società elencate nell'Allegato A del Testo Unico.

L'Allegato A contiene un elenco di 35 società suddivise in due macrocategorie, la prima denominata società, la seconda gruppo.

In particolare, sono inserite nell'Allegato A: Coni Servizi, EXPO, Arexpo, Invimit, Fises, Gruppo ANAS, Gruppo GSE, Gruppo Invitalia, Gruppo IPZS, Gruppo Sogin, Gruppo Eur, Gruppo Fira, Gruppo Sviluppo Basilicata, Gruppo Fincalabra,

Gruppo Sviluppo Campania, Gruppo Friulia, Gruppo Lazio Innova, Gruppo Filse, Gruppo Finlombarda, Gruppo Finlombarda Gestione SGR, Gruppo Finmolise, Gruppo Finpiemonte, Gruppo Puglia Sviluppo, Gruppo SFIRS, Gruppo IRFIS-FinSicilia, Gruppo Fidi-Toscana, Gruppo GEPAFIN, Gruppo Finaosta, Gruppo Veneto Sviluppo, Gruppo Trentino Sviluppo, Gruppo Ligurcapital, Gruppo Aosta Factor, Gruppo Friuli Veneto Sviluppo SGR, Gruppo Sviluppumbria, Gruppo Sviluppo Imprese Centro Italia – SICI SGR.

Analizzando l'elenco di tali società è difficile trovare un criterio omogeneo da porre a fondamento dell'esclusione dall'applicazione dell'art. 4 del TUSP, in quanto vengono ricompresi vari tipi di società (Lucattini, 499). Pertanto, risulta difficile individuare una ratio comune nella deroga prevista dall'art. 26, comma 2 del d.lgs. n. 175/2016.

Anche il Consiglio di Stato ha osservato, proprio su tale aspetto, che «non sono chiare le ragioni della deroga, per le società elencate nell'Allegato A, che dovrebbe risultare dal testo mediante una valorizzazione della natura delle società e soprattutto dell'attività che esse svolgono» (Cons. St., parere n. 968/2016).

Né tanto meno potrebbe chiamarsi in soccorso la relazione illustrativa al d.lgs. n. 175/2016 laddove era stato specificato le ragioni dell'esclusione dall'applicazione dell'art. 4 TUSP delle società e/o gruppi elencati nell'Allegato A doveva rinvenirsi nel fatto che tali società rivestono un rilievo particolare per l'economia nazionale «anche in rapporto alla dimensione finanziaria e alle possibili strategie di sviluppo».

Comunque, a prescindere dalle considerazioni svolte finora l'elenco dell'Allegato A deve considerarsi tassativo.

La seconda deroga prevista dal medesimo comma 2 dell'art. 26 concerne la mancata applicazione dell'art. 4 del TUSP alle società aventi come oggetto sociale esclusivo la gestione di fondi europei per conto dello Stato o delle regioni, ovvero la realizzazione di progetti di ricerca finanziati dalle istituzioni dell'Unione europea.

Quanto alle società di cui sopra il Cons. St., con il parere n. 968/2016 reso sullo schema di decreto legislativo, consigliava al legislatore delegato di intervenite con «un maggiore livello di specificità in relazione alla individuazione delle società che gestiscono fondi europei, per evitare che, attraverso questo espediente, possano continuare ad esistere società non più rispondenti al nuovo modello prefigurato dallo schema di decreto» e di chiarire «che per le società in questione non trovi applicazione esclusivamente il «vincolo di attività» e non anche il «vincolo di scopo», per le medesime ragioni esposte in relazione al potere che il comma 6 dell'art. 4 attribuisce al Presidente del Consiglio dei ministri». La modifica proposta non è stata però recepita dal legislatore delegato. I successivi commi 3, 4 e 5 dell'art. 26 del TUSP hanno ad oggetto deroghe applicabili alle sole società quotate o in fase di quotazione.

La ratio di tali previsioni si rinviene nel favor dell'ordinamento italiano per i processi di quotazione. In particolare, viene consentito alle pubbliche amministrazioni di mantenere le partecipazioni in società quotate detenute al 31 dicembre 2015 (comma 3).

I commi 4 e 5, invece, dispongono la deroga dall'applicazione delle previsioni del Testo Unico nella sua interezza a quelle società a partecipazione pubblica che abbiano deliberato la quotazione delle proprie azioni in mercati regolamentati con provvedimento comunicato alla Corte dei conti nei diciotto mesi successivi alla entrata in vigore del TUSP (comma 4), e nei dodici mesi successivi alla sua entrata in vigore alle società in partecipazione pubblica che, entro la data del 30 giugno 2016, abbiano adottato atti volti all'emissione di strumenti finanziari, diversi dalle azioni, quotati in mercati regolamentati (comma 5).

Il comma 6 prevede che le disposizioni degli artt. 4,17,19 e 25 del TUSP non si applicano alle società a partecipazione pubblica derivanti da una sperimentazione gestionale costituite ai sensi dell'art. 9-bis d.lgs. n. 502/1992, finalizzate ad attuare forme di collaborazione pubblico-provata nel settore sanitario.

Il comma 7 fa salve, fino al completamento dei relativi progetti, le partecipazioni pubbliche nelle società costituite per il coordinamento e l'attuazione dei patti territoriali e dei contratti d'area per lo sviluppo locale, ai sensi della delibera CIPE 21 marzo 1997.

Il comma 12-bis dell'art. 26 del TUSP prevede due esclusioni.

La prima avente ad oggetto l'esclusione dall'applicazione del presente decreto le società destinatarie dei provvedimenti di cui al d.lgs. n. 159/2011.

La seconda deroga ha ad oggetto l'esclusione dell'applicazione delle previsioni del Testo Unico delle società di cui all'art. 7 del d.l. n. 59/2016, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 119/2016.

Il comma 12-ter prevede che per le società di cui all'art. 4, comma 8, le disposizioni dell'articolo 20 trovano applicazione decorsi 5 anni dalla loro costituzione.

Quest'ultima è una deroga di carattere temporale e applicabile a quelle società aventi caratteristiche di spin-off o di start-up universitarie.

Infine, il comma 12-sexies dispone che in deroga all'articolo 4, le amministrazioni pubbliche possono acquisire o mantenere partecipazioni nelle società che, alla data di entrata in vigore TUSP, risultano già costituite e autorizzate alla gestione delle case da gioco ai sensi della legislazione vigente. Con riguardo a tali società, le disposizioni di cui all'art. 20, comma 2, lettere a) ed e), non trovano applicazione e le disposizioni di cui all'art. 14, comma 5, si applicano a decorrere dal 31 maggio 2018.

Le previsioni transitorie.

L'art. 26 contiene anche alcune disposizioni di carattere transitorio.

La prima di esse si rinviene nell'art. 26, comma 1 in base al quale le società a controllo pubblico già costituite all'atto dell'entrata in vigore del presente decreto adeguano i propri statuti alle disposizioni del presente decreto entro il 31 luglio 2017. Per le disposizioni dell'art. 17, comma 1, il termine per l'adeguamento è fissato al 31 dicembre 2017 in tema di partecipazione del socio privato e selezione del medesimo mediante gara a doppio oggetto.

Il successivo comma 10 prevede che le società a controllo pubblico si adeguano alle previsioni dell'art. 11, comma 8, entro il 31 luglio 2017.

Il comma 11 fa salva l'immediata applicazione della disciplina sulla revisione straordinaria di cui all'art. 24, fissando al 2018 l'anno in cui le amministrazioni pubbliche dovranno procedere alla razionalizzazione periodica di cui all'articolo 20 con riferimento alla situazione al 31 dicembre 2017.

Infine, il comma 8 dispone che ove alla data di entrata in vigore del presente decreto non sia stato adottato il decreto previsto dall'art. 1, comma 672, della l. n. 208/2015, il decreto di cui all'art. 11, comma 6 è adottato entro trenta giorni dalla suddetta data.

Tale disposizione ha carattere sollecitatorio, in quanto prevede che qualora non venga adottato il decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze recante gli indicatori dimensionali e qualitativi delle società pubbliche, al fine di determinare i compensi massimi degli amministratori, tale atto debba essere adottato entro 30 giorni dall'entrata in vigore del Testo Unico.

Il fine di tale ultima previsione è, dunque, quella di sollecitare l'attuazione della disciplina restrittiva contenuta nell'art. 11, comma 6.

Le previsioni d'attuazione.

Le disposizioni di attuazione sono volte a creare le condizioni indispensabili per l'operatività di altre norme del Testo Unico (Lucattini, 505).

Si fa riferimento, in particolare, a quanto disciplinato dal comma 12, 12-quater e 12-quinquies. Con il comma 12, il legislatore delegato ha previsto che al fine di favorire il riordino delle partecipazioni dello Stato e di dare piena attuazione alla previsione di cui all'articolo 9, comma 1, ove entro il 31 ottobre 2016 pervenga la proposta dei relativi ministri, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri la titolarità delle partecipazioni societarie delle altre amministrazioni statali è trasferita al Ministero dell'economia e delle finanze, anche in deroga alla previsione normativa originaria riguardante la costituzione della società o l'acquisto della partecipazione.

Il comma 12-quater dispone che per le società di cui all'art. 4, comma 7, solo ai fini della prima applicazione del criterio di cui all'art. 20, comma 2, lettera e), si considerano i risultati dei cinque esercizi successivi all'entrata in vigore del presente decreto. Infine, il comma 12-quinquies stabilisce che ai fini dell'applicazione del criterio di cui all'articolo 20, comma 2, lettera d), il primo triennio rilevante è il triennio 2017-2019. Nelle more della prima applicazione del suddetto criterio relativo al triennio 2017-2019, si applica la soglia di fatturato medio non superiore a cinquecentomila euro per il triennio precedente l'entrata in vigore del presente decreto ai fini dell'adozione dei piani di revisione straordinaria di cui all'art. 24 e per i trienni 2015-2017 e 2016-2018 ai fini dell'adozione dei piani di razionalizzazione di cui all'art. 20.

Bibliografia

Brici, Altre disposizioni transitorie, in Meo, Nuzzo (diretto da), Il Testo Unico sulle società pubbliche. Commento ald.lgs. 19 agosto 2016, n. 175, Bari, 2016; Lucattini, Altre disposizioni transitorie, in Morbidelli (a cura di), Codice delle società a partecipazione pubblica, Milano, 2018, 204 ss.; Percoco, Altre disposizioni transitorie, Caringella, Ciaralli, Bottega, Codice ragionato sulle società pubbliche, Roma, 2018; Piperata, La partecipazione delle pubbliche amministrazioni a società di capitali nel nuovo disegno della riforma: modelli, procedure e limiti, in Aa.Vv., Le società pubbliche nel Testo Unico, Milano, 2017.

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