Legge - 7/08/1990 - n. 241 art. 18 bis - Presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni 1

Maurizio Francola

Presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni 1

 

1. Dell'avvenuta presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni è rilasciata immediatamente, anche in via telematica, una ricevuta, che attesta l'avvenuta presentazione dell'istanza, della segnalazione e della comunicazione e indica i termini entro i quali l'amministrazione è tenuta, ove previsto, a rispondere, ovvero entro i quali il silenzio dell'amministrazione equivale ad accoglimento dell'istanza. Se la ricevuta contiene le informazioni di cui all'articolo 8, essa costituisce comunicazione di avvio del procedimento ai sensi dell'articolo 7. La data di protocollazione dell'istanza, segnalazione o comunicazione non può comunque essere diversa da quella di effettiva presentazione. Le istanze, segnalazioni o comunicazioni producono effetti anche in caso di mancato rilascio della ricevuta, ferma restando la responsabilità del soggetto competente.

2. Nel caso di istanza, segnalazione o comunicazione presentate ad un ufficio diverso da quello competente, i termini di cui agli articoli 19, comma 3, e 20, comma 1, decorrono dal ricevimento dell'istanza, segnalazione o della comunicazione da parte dell'ufficio competente.

Inquadramento

L'art. 3 comma 1 lett. a) del d.lgs. n. 126/2016 ha introdotto l'art. 18-bis nella l. n. 241/1990, imponendo alle amministrazioni il rilascio all'interessato di una ricevuta attestante l'avvenuta presentazione dell'istanza, della segnalazione e della comunicazione dal medesimo presentata, con l'indicazione anche dei termini entro i quali l'amministrazione sarà tenuta, ove previsto, a rispondere, ovvero entro i quali il silenzio dell'amministrazione assumerà la valenza di accoglimento dell'istanza.

Si tratta, come evidente, di una norma preordinata all'effettiva conoscibilità della decorrenza dei termini per la conclusione del procedimento ovvero della formazione del silenzio-assenso, volta a valorizzare il principio del buon andamento della pubblica amministrazione, anche mediante meccanismi di raccordo tra doveri pubblici (conclusione del procedimento) e privati (proposizione dell'istanza) (Caringella, 245).

Il primo periodo della richiamata norma deve, quindi, essere letto in combinato disposto con l'art. 2 comma 6 l. n. 241/1990, secondo cui i termini per la conclusione del procedimento decorrono dall'inizio del procedimento d'ufficio o dal ricevimento della domanda, se il procedimento è ad iniziativa di parte. Ed invero, il rilascio della predetta ricevuta con l'indicazione della data di presentazione dell'istanza, consente all'interessato di avere contezza dei tempi di conclusione del procedimento e del momento in cui si formerà l'eventuale silenzio-assenso, anche nei procedimenti ad iniziativa di parte, considerato che, ai sensi dell'art. 2 comma 6 l. n. 241/1990, il giorno di presentazione dell'istanza deve essere computato nei termini di conclusione del procedimento.

La disposizione prosegue, precisando che qualora la ricevuta contenga le informazioni di cui all'articolo 8, costituirà comunicazione di avvio del procedimento ai sensi dell'articolo 7.

Il che sembrerebbe indurre a ritenere che la comunicazione di avvio del procedimento deve essere fornita anche nei procedimenti ad istanza di parte, come, peraltro, desumibile dall'art. 8 comma 1 lett. b) ter l. n. 241/1990 nella parte in cui prevede, appunto, che l'amministrazione è tenuta ad indicare nella comunicazione di avvio del procedimento la data di presentazione della relativa istanza nei procedimenti ad iniziativa di parte.

La data di protocollazione dell'istanza, segnalazione o comunicazione non può comunque essere diversa da quella di effettiva presentazione.

Le istanze, segnalazioni o comunicazioni producono effetti anche in caso di mancato rilascio della ricevuta, ferma restando la responsabilità del soggetto competente.

La data di protocollazione dell'istanza.

Come detto, la data di protocollazione dell'istanza, segnalazione o comunicazione non può comunque essere diversa da quella di effettiva presentazione.

Al riguardo deve ritenersi che il termine di conclusione del procedimento decorra dalla data di effettivo ricevimento dell'istanza da parte della P.A. e non dalla data di protocollazione dell'istanza, se diversa.

Qualora, poi, l'istanza sia inoltrata tramite posta (anche elettronica) rileva la data di ricevimento e non di spedizione, secondo le regole generali.

La ricevuta telematica della data di presentazione dell'istanza.

Il procedimento amministrativo è preferito come attività digitale.

Ne costituisce riprova l'art. 3-bis l. n. 241/1990 che, nella sua versione originaria, si limitava ad incentivare le Pubbliche Amministrazioni all'uso della telematica, nei rapporti interni, e con le altre amministrazioni e con i privati, mentre, adesso, con la modifica apportata dall'art. 12 comma 1 lett. b) d.l. n. 76/2020, convertito con modificazioni dalla l. n. 120/2020, impone alle Amministrazioni l'uso degli strumenti informatici e telematici, statuendo che per conseguire maggiore efficienza nella loro attività, le amministrazioni pubbliche agiscono mediante strumenti informatici e telematici, nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni e tra queste e i privati.

Tuttavia, si tratta di un obbligo privo di sanzione in caso di violazione.

L'uso degli strumenti informatici consente ai privati di inoltrare istanze anche quando gli uffici della P.A. sono chiusi e la ricezione ad opera del sistema informatico della P.A. dell'impulso telematico inoltrato dall'interessato fuori dall'orario di ufficio non pregiudica la decorrenza del termine, non essendo quest'ultima impedita in questi casi da nessuna norma.

Pertanto, quando le istanze sono presentate tramite P.E.C., anche se la P.A. non ha protocollato la richiesta o inviato la ricevuta dell'art. 18-bis, il termine decorre da quando la P.E.C. è stata ricevuta dalla P.A. e ciò in ragione del combinato disposto degli artt. 2 comma 6, art. 2-bis, art. 18-bis l. n. 241/1990, artt. 64 e 65 Codice amministrazione digitale d.lgs. 7 marzo 2005 n. 82 e degli artt. 28 e ss. d.P.R. n. 445/2000.

I sistemi informatici deputati alla ricezione delle istanze possono, inoltre, essere programmati per generare automaticamente la ricevuta di cui all'art. 18-bis l. n. 241/1990, con tutte le indicazioni richieste per assumere la valenza di comunicazione di avvio del procedimento.

Presentazione dell'istanza ad un ufficio non competente.

L'art. 18-bis comma 2 l. n. 241/1990 prevede che nel caso di istanza, segnalazione o comunicazione presentate ad un ufficio diverso da quello competente, i termini di cui agli articoli 19, comma 3, e 20, comma 1, decorrono dal ricevimento dell'istanza, segnalazione o della comunicazione da parte dell'ufficio competente.

La norma assume una significativa rilevanza poiché non afferma, in linea di principio, la regola secondo cui i termini di conclusione del procedimento decorrono anche in caso di presentazione dell'istanza ad un ufficio non competente, limitandosi a sancire che, soltanto, i termini per l'esercizio dei poteri repressivi di cui all'art. 19 comma 3, in tema di SCIA, e quelli per la formazione del silenzio assenso (art. 20 comma 1) rimangono sospesi sino a quando l'istanza non sarà trasmessa dall'ufficio incompetente che l'ha ricevuta all'ufficio competente a deciderla.

Donde, la conclusione secondo cui, fuori dei casi di cui all'art. 19 comma 3 e di silenzio assenso, il termine di conclusione del procedimento decorre dal giorno di presentazione dell'istanza presso un ufficio non competente dell'Ente, comunque, deputato a provvedere.

Sul punto, infatti, la giurisprudenza ha chiarito che in tema di attività della Pubblica Amministrazione, permane la situazione di inerzia colpevole se l'amministrazione non conclude il procedimento nel termine di riferimento ovvero se adotta un atto infraprocedimentale o, soprassessorio. L'incompetenza dell'organo adito, infatti, non costituisce legittimo motivo per non esaminare l'istanza in quanto l'art. 18-bis l. n. 241/1990 prevede, in tal caso, l'obbligo di trasmettere l'istanza stessa all'ufficio competente (T.A.R. Lazio, Roma, II-ter, n. 9522/2019).

Bibliografia

Caringella, Codice Amministrativo Ragionato, Roma, 2018.

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