Legge - 24/11/1981 - n. 689 art. 15 - Accertamenti mediante analisi di campioni 1.

Alessandra Petronelli

Accertamenti mediante analisi di campioni 1.

Se per l'accertamento della violazione sono compiute analisi di campioni, il dirigente del laboratorio deve comunicare all'interessato, a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento, l'esito dell'analisi.

L'interessato può chiedere la revisione dell'analisi con la partecipazione di un proprio consulente tecnico. La richiesta è presentata con istanza scritta all'organo che ha prelevato i campioni da analizzare, nel termine di 15 giorni dalla comunicazione dell'esito della prima analisi, che deve essere allegato all'istanza medesima.

Delle operazioni di revisione dell'analisi è data comunicazione all'interessato almeno dieci giorni prima del loro inizio.

I risultati della revisione dell'analisi sono comunicati all'interessato a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento, a cura del dirigente del laboratorio che ha eseguito la revisione dell'analisi.

Le comunicazioni di cui al primo e al quarto comma equivalgono alla contestazione di cui al primo comma dell'articolo 14 ed il termine per il pagamento in misura ridotta di cui all'articolo 16 decorre dalla comunicazione dell'esito della prima analisi o, quando è stata chiesta la revisione dell'analisi, dalla comunicazione dell'esito della stessa.

Ove non sia possibile effettuare la comunicazione all'interessato nelle forme di cui al primo e al quarto comma, si applicano le disposizioni dell'articolo 14.

Con il decreto o con la legge regionale indicati nell'ultimo comma dell'art. 17 sarà altresì fissata la somma di denaro che il richiedente la revisione dell'analisi è tenuto a versare e potranno essere indicati, anche a modifica delle vigenti disposizioni di legge, gli istituti incaricati della stessa analisi2.

[1] L'importo da versare per ogni richiesta di revisione di analisi alla competente tesoreria provinciale dello Stato è stato elevato a L. 80.500 dall'articolo unico del D.M. 1° agosto 1984; a L. 89.000 dall'articolo unico del D.M. 30 marzo 1985; a L. 96.700 dall'articolo unico del D.M. 30 giugno 1986; a L. 102.600 dall'articolo unico del D.M. 10 luglio 1987; a L. 107.300 dall'articolo unico del D.M. 1° settembre 1988; a L. 112.700 dall'articolo unico del D.M. 6 giugno 1989; a L. 120.200 dall'articolo unico del D.M. 26 maggio 1990; a L. 127.530 dall'articolo unico del D.M. 6 agosto 1991; a L. 135.690 dall'articolo unico del D.M. 18 giugno 1992; a L. 143.020 dall'articolo unico del D.M. 4 novembre 1993; a L. 149.030 dall'articolo unico del D.M. 20 dicembre 1994; a L. 154.840 dall'articolo unico del D.M. 16 aprile 1996; a L. 163.200 dall'articolo unico del D.M. 16 maggio 1997; a L. 169.600 dall'articolo unico del D.M. 23 gennaio 1998; a L. 175.600 dall'articolo unico del D.M. 17 aprile 2000; a L. 178.400 dall'articolo unico del D.M. 13 marzo 2001; a euro 94,53 dall'articolo unico del D.M. 4 marzo 2002; a euro 97,08 dall'articolo unico del D.M. 31 marzo 2003; a euro 99,40 dall'articolo unico del D.M. 27 febbraio 2004; a euro 101,88 dall'articolo unico del D.M. 16 marzo 2005; a 103,92 dall'articolo unico del D.M. 28 febbraio 2006; a 105,69 dall'articolo unico del D.M. 26 gennaio 2007; a 107,80 dall'articolo unico del D.M. 7 febbraio 2008; a 109,63 dall'articolo unico del D.M. 23 dicembre 2008; a 113,14 dall'articolo unico del D.M. 16 dicembre 2009; a 113,93 dall'articolo unico del D.M. 15 dicembre 2010; a euro 115,75 dall'articolo unico del D.M. 16 dicembre 2011: a euro 118,88 dall'articolo unico del D.M. 20 dicembre 2012, a euro 122,45 dall'articolo unico del D.M. 18 dicembre 2013; a euro 123,80 dall'articolo unico del D.M. 22 dicembre 2014; a euro 124,05 dall'articolo unico del D.M. 15 dicembre 2015; a euro 123, 93 dall'articolo unico del D.M. 7 dicembre 2016; a euro 123,81 dall'articolo unico del D.M. 13 dicembre 2017; a euro 125,17 dall'articolo unico del D.M. 24 dicembre 2018; a euro  126,55 euro dall'articolo unico del D.M. 11 dicembre 2019; a euro 127,18 dall'articolo unico del D.M. 21 dicembre 2020, a euro 126,80 dall'articolo unico del D.M. 1° febbraio 2022, da ultimo il presente importo è determinato in 147,22 euro, dall'articolo unico del D.M. 31 dicembre 2024.

[2] Per le norme di attuazione del presente comma, vedi il D.P.R. 29 luglio 1982, n. 571.

Inquadramento

Tra le modalità di accertamento della violazione amministrativa, rientra quella disciplinata dall'art. 15, consistente nell'analisi dei campioni.

Talune violazioni presuppongono infatti, per il loro accertamento, un'analisi tecnica di laboratorio; trattasi delle tipiche ipotesi di trasgressione delle norme sulla genuinità degli alimenti e bevande, in materia di inquinamento idrico e atmosferico, sulla composizione dei carburanti.

L'art. 15 consente agli organi di controllo – organi che non devono obbligatoriamente possedere la qualifica di Ufficiali o Agenti di polizia giudiziaria, ma semplicemente dipendenti di Enti Pubblici o, ancora di più, dipendenti di Enti Privati (es. ditte che hanno in appalto il servizio A.T.O.) – di effettuare prelievi di campioni, anche all'interno delle ditte, per verificare il livello di contaminazione o non contaminazione.

Il primo comma dell'art. 15 stabilisce in particolare che il dirigente del laboratorio deve comunicare all'interessato, a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento, l'esito dell'analisi.

In materia di sanzioni amministrative, ove l'accertamento della violazione sia realizzato attraverso analisi di campioni, la comunicazione dell'esito di tali analisi, ai sensi dell'art. 15 della l. n. 689 del 1981, equivale alla contestazione immediata di cui all'art. 14, comma 1, della stessa legge e, pertanto, non è soggetta ad un termine predeterminato, ma deve essere eseguita entro un lasso di tempo compatibile con l'equiparazione all'accertamento immediato stabilita dall'art. 15, comma 5, legge cit.; ne consegue che, solo ove tale comunicazione non sia possibile, occorre procedere alla notificazione degli estremi della violazione entro il termine, decorrente dal momento del completamento dell'analisi, di cui all'art. 14, comma 2, legge cit., in difetto della quale si verifica l'estinzione dell'obbligazione di pagamento della sanzione pecuniaria (Cass. II, n. 18199/2019).

Invece, qualora per l'accertamento della violazione siano compiute analisi di campioni e i relativi risultati non siano stati comunicati all'interessato con lettera raccomandata, la contestazione della violazione deve comunque seguire le normali procedure di cui all'art. 14 della medesima legge, e, pertanto, deve contenere gli estremi essenziali della violazione, quali risultanti dalle analisi compiute sul campione, riportando con esattezza l'esito delle analisi, allo scopo di garantire comunque il diritto alla difesa all'interessato, esercitabile anche mediante la richiesta di revisione delle analisi (Cass. n. 12952/2004).

La richiesta di revisione delle analisi dei campioni

Al fine di consentire il diritto alla difesa, l'art. 15 in commento, secondo comma, consente al cittadino di chiedere la revisione delle analisi dei campioni prelevati dagli organi accertatori, prima dell'irrogazione della sanzione o del compimento degli effettivi atti del procedimento.

Infatti, in materia di sanzioni amministrative, qualora per l'accertamento della violazione siano state compiute analisi di campioni, i risultati di esse devono essere comunicati con lettera raccomandata all'interessato, al fine di consentire di esercitare al medesimo di esercitare il proprio diritto di difesa richiedendo le controanalisi; in mancanza di tale comunicazione il procedimento amministrativo che si conclude con la irrogazione della sanzione è illegittimo, a meno che, pur avendo gli agenti accertatori prelevato dei campioni per eseguire le analisi, queste ultime, anche se eseguite, non siano state poste a fondamento dell'accertamento della violazione di legge (cfr., Cass. n. 14250/2006).

Analisi ripetibili e non ripetibili

In caso di analisi di campioni deperibili, si richiama la pronuncia della Cassazione penale, secondo cui «costituisce nullità soggetta al cosiddetto regime intermedio previsto dall'art. 180 cod. proc. pen. il mancato rispetto delle formalità volte a garantire la partecipazione della parte privata all'analisi dei campioni prelevati con riferimento ad alimenti deperibili; qualora tale violazione non venga ritualmente dedotta, risulta legittima l'acquisizione al fascicolo dibattimentale del certificato di analisi che, in ipotesi di alimenti deperibili, va considerato atto irripetibile e può essere utilizzato quale mezzo di prova» (Cass. pen., n. 37400/2006).

In caso di campione non deteriorabile, la Cassazione ha chiarito che la concreta possibilità di effettuare la revisione delle analisi di un alimento è collegata al dato obiettivo della non deteriorabilità del campione, sussistendo altrimenti la fisica impossibilità di reiterazione delle stesse, cosicché quando il campione non è deteriorabile, deve ritenersi legittimamente esclusa dalla legge la partecipazione degli interessati alle prime analisi, proprio perché la revisione consentirebbe comunque, sebbene in un momento successivo, l'esercizio delle garanzie difensive (Cass. n. 34396/2011).

Questioni applicative

1) Chi è l'autorità competente per il controllo?

Tutti gli organi tecnici di cui all'art. 13 l. n. 689/1981.

In materia ambientale, l'art. 101, comma 4, d.lgs. n. 152/2006 recita: «L'autorità competente per il controllo è autorizzata a effettuare tutte le ispezioni che ritenga necessarie per l'accertamento delle condizioni che danno luogo alla formazione degli scarichi. Essa può richiedere che scarichi parziali contenenti le sostanze di cui ai parametri fissati subiscano un trattamento particolare prima della loro confluenza nello scarico generale».

In tal caso, il compito dell'organo accertatore, quale organo di Polizia amministrativa o Polizia giudiziaria, è, dunque, quello di stabilire quale sia, nello specifico, l'uscita dello stabilimento o dall'impianto di trattamento che serve lo stabilimento medesimo, ovvero, in altri termini, se il prelievo di campioni di acqua, onde controllare la conformità ai limiti tabellari, debba effettuarsi in corrispondenza dell'uscita dei reflui dall'impianto dello stabilimento o, piuttosto, immediatamente prima dell'immissione degli stessi nel fiume, nel canale, o nel mare, una volta depurati all'interno dello stabilimento.

2) In caso di sversamento in acqua di sostanze inquinanti, qual è il punto di prelievo dei campioni?

Il punto di prelievo campioni di acque, sui quali effettuare le analisi chimico-fisiche dirette a verificare il superamento delle concentrazioni di sostanze inquinanti consentite dalle vigenti norme di legge, deve essere individuato – in osservanza ai principi di proporzionalità e precauzione – immediatamente prima dell'immissione di tali reflui industriali nel mare e non, invece, in corrispondenza del singolo impianto produttivo, ubicato all'interno dello stabilimento industriale (Cons. St. V, n. 4648/2005).

Bibliografia

Assini, Sanzioni amministrative: aspetti di diritto processuale, in Supplemento al n. 1/1984 de Il consiglio Superiore della Magistratura, 1984, Roma; Cagnazzo, Toschei (a cura di), La sanzione Amministrativa - principi generali, Torino, 2011; Capaccioli, Manuale di diritto amministrativo, I, 1983, Padova; Iero, Impugnabilità del verbale ispettivo della direzione del lavoro e c.d. accertamento negativo in prevenzione, in Lavoro nella Giurisprudenza, 2008; Marinucci, Dolcini, Manuale di diritto penale, Parte generale, Milano, 2009; Morzenti Pellegrini, Monzani, La sanzione amministrativa pecuniaria, in Cagnazzo, Toschei (a cura di), La sanzione amministrativa. Principi generali, Torino, 2012; Paliero, Travi, voce Sanzioni amministrative, in Enc. dir., vol. XLI, Milano, 1989; Pellizzer, Buranello, Disciplina sulle sanzioni amministrative ed ambito di applicazione, in Cagnazzo, Toschei (a cura di), La sanzione amministrativa, Torino, 2012; Travi, Sanzioni amministrative e pubblica amministrazione, Padova, 1983.

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