Legge - 24/11/1981 - n. 689 art. 19 - Sequestro 1.Sequestro 1. Quando si è proceduto a sequestro, gli interessati possono, anche immediatamente, proporre opposizione all'autorità indicata nel primo comma dell'articolo 18, con atto esente da bollo. Sull'opposizione la decisione è adottata con ordinanza motivata emessa entro il decimo giorno successivo alla sua proposizione. Se non è rigettata entro questo termine, l'opposizione si intende accolta. Anche prima che sia concluso il procedimento amministrativo, l'autorità competente può disporre la restituzione della cosa sequestrata, previo pagamento delle spese di custodia, a chi prova di averne diritto e ne fa istanza, salvo che si tratti di cose soggette a confisca obbligatoria. Quando l'opposizione al sequestro è stata rigettata, il sequestro cessa di avere efficacia se non è emessa ordinanza-ingiunzione di pagamento o se non è disposta la confisca entro due mesi dal giorno in cui è pervenuto il rapporto e, comunque, entro sei mesi dal giorno in cui è avvenuto il sequestro. [1] Per l'applicabilità della procedura prevista dal presente articolo, vedi l'articolo 4, comma 4, del D.L. 24 giugno 2014, n. 91, convertito con modificazioni dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116. InquadramentoL'art. 19 della l. n. 689/81 disciplina il sequestro che consiste in un provvedimento ablatorio di natura cautelare, che incide riduttivamente sui diritti dei destinatari comportandone una compressione, e mirante a salvaguardare la collettività dai rischi dalla pericolosità del bene. Il sequestro ha una finalità cautelare perché finalizzato alla confisca; invero, attraverso la misura ablatoria, si inibisce la pericolosità di un bene (che sia stato strumento o risultato di un illecito amministrativo) e che, nelle more della confisca, il proprietario possa utilizzarlo o disperderlo. Per garantire l'applicabilità di tale sanzione, gli organi preposti all'accertamento delle violazioni amministrative hanno la facoltà di procedere al «sequestro cautelare» delle cose che possono formare oggetto di confisca amministrativa obbligatoria o facoltativa. Il sequestro deve essere esercitato nei modi e con i limiti con cui il codice di procedura penale consente il sequestro alla Polizia Giudiziaria: vale a dire quando vi è fondato motivo di temere che le cose oggetto di confisca possano essere alterate o disperse. Il «sequestro» disposto a seguito di violazioni amministrative non è, pertanto, né una sanzione anticipata, né un mezzo di coercizione probatorio (per assicurare le prove della infrazione), ma integra una precauzione volta a rendere possibile l'applicazione di una sanzione accessoria (confisca); per tale ragione, la legge lo definisce «sequestro cautelare». Trattasi, dunque, di un provvedimento cautelare prodromico alla confisca amministrativa, di cui all'art. 20 della l. n. 689/1981. Il sequestro amministrativo può essere «obbligatorio» o «facoltativo». Il sequestro è sempre obbligatorio quando trattasi di beni od oggetti dei quali è vietato in modo assoluto la fabbricazione, la detenzione e l'utilizzo, oppure in altri casi espressamente previsti dalla legge, e cioè per i seguenti casi: 1. di stupefacenti (art. 75, comma 5 T.U. – art. 72, comma 5, l. 685/1975 – d.P.R. 571/1982); 2. di veicoli utilizzati per trasporto di stupefacenti (art. 76, comma 1, lett. g) T.U. 309/1990); 3. di veicoli/natanti privi di assicurazione (l. 990/1969 – art. 193 C.d.S.); 4. di veicoli condotti da conducenti sprovvisti di patente (art. 116 C.d.S.); 5. di veicolo non sottoposto a revisione (art. 17 C.d.S.); 6. del bene/mezzo col quale è commesso l'illecito (art. 13 l.689/1981). Modalità di esecuzione del sequestroRispetto al sequestro penale, il sequestro amministrativo non prevede convalida, ma solo opposizione dell'interessato all'Autorità competente a ricevere il rapporto: se l'opposizione non c'è, o viene rigettata, può procedersi a confisca (obbligatoria nei casi a) e b) nonché dei beni di cui è vietato in modo assoluto il possesso, la detenzione e la produzione). L'esecuzione del sequestro di cose o beni consta di due fasi tra loro collegate: quella amministrativa e quella tecnica. Gli adempimenti amministrativi per l'esecuzione del sequestro consistono nella compilazione di un apposito «Processo Verbale» finalizzato a verificare la liceità del provvedimento adottato da parte dell'amministrazione competente, nonché a consentire alla parte interessata di proporre opposizione. Il processo verbale consta, dunque, dei seguenti elementi: 1. data e luogo in cui il sequestro è avvenuto; 2. generalità dell'accertatore che lo ha eseguito; 3. descrizione dei beni o cose sequestrate, stato di conservazione ed elenco delle pertinenze del bene o cose sequestrate; 4. generalità, se conosciute, del soggetto che deteneva le cose o i beni sequestrati; 5. descrizione dell'illecito commesso con le cose sottoposte a sequestro e relative norme violate; 6. eventuali dichiarazioni rilasciate dal detentore delle cose sequestrate; 7. modi in cui sono stati apposti gli eventuali sigilli per impedire che quanto oggetto di sequestro sia posto in uso ovvero alterato; 8. luogo di custodia e generalità del custode provvisorio o del custode definitivo. Gli elementi predetti debbono essere indicati in modo chiaro sul Verbale che dovrà essere sottoscritto a cura dell'Agente accertatore che ha compiuto il sequestro e dallo stesso consegnato in copia al detentore delle cose sequestrate. Altra copia del Verbale dovrà essere immediatamente inviata all'Amministrazione competente, ai sensi dell'art. 1 del d.P.R. n. 571/1982. Inoltre, l'immediata trasmissione del verbale, risponde a due esigenze: - da un lato, consente agli interessati di proporre, anche immediatamente, opposizione al sequestro, con l'obbligo per l'Amministrazione di emettere «ordinanza motivata» di risposta all'opposizione entro il 10° giorno successivo alla proposizione dell'opposizione, in assenza della quale, entro i suddetti termini, l'opposizione s'intende accolta (c.d. silenzio accoglimento); - dall'altro, nel caso di sequestro di cose suscettibili di alterazione l'Amministrazione competente, se ritiene di confermare il sequestro perché l'illecito commesso risulta sufficientemente provato, può autorizzare l'alienazione o la distruzione di quanto oggetto di sequestro, salva la necessità di disporre il prelievo di campioni o di eseguire fotografie o altre riproduzioni. Le cose sequestrate devono essere annotate su apposito «Registro delle cose sottoposte a sequestro» (art. 9 d.P.R. n. 571/1982) nel quale si devono indicare: 1. gli estremi del procedimento a cui si riferiscono; 2. l'autorità cui è stato inviato il Verbale di sequestro; 3. le generalità del trasgressore e della persona cui appartengono le cose sequestrate; 4. il luogo in cui sono custodite; 5. le generalità del custode eventualmente nominato ai sensi dell'art. 7 e 8; 6. gli eventuali estremi dei provvedimenti che autorizzano l'eliminazione o la distruzione, la confisca o la restituzione con la data di esecuzione. L'apposizione dei sigilli Per quanto attiene agli adempimenti tecnici riguardanti il sequestro, occorre fare riferimento alla disposizione indicata nell'art. 5 del d.P.R. n. 571/82 ai sensi della quale «le cose sequestrate vengono assicurate con il sigillo dell'Ufficio cui appartiene il Pubblico Ufficiale che ha eseguito il sequestro». Lo scopo della apposizione del «sigillo» è quello di impedire l'uso o l'alterazione delle cose sequestrate, in modo da assicurare la possibilità di verifica l'eventuale intervenuta violazione agli obblighi di custodia. Ciò, in particolar modo quando l'oggetto del sequestro, per sua natura o in presenza di motivi di opportunità, venga temporaneamente affidato in custodia, allo stesso soggetto che lo deteneva al momento dell'accertamento della violazione amministrativa, in attesa della convalida del procedimento di affidamento al custode nominato dal titolare dell'Ufficio cui appartiene l'accertatore. Per quanto attiene alle concrete modalità di attuazione dell'apposizione del sigillo, si è soliti ricorrere a taluno dei sistemi già noti nella prassi giudiziaria, quali l'uso della carta gommata, spago, ceralacca, piombo, avendo in ogni caso cura di apporre sul sigillo il timbro o il marchio dell'Ufficio cui appartiene il verbalizzante. Il sequestro previsto dal codice della stradaCon particolare riferimento alle violazioni in tema di circolazione stradale, l'art. 213 del codice della strada (d.lgs. n. 285/1992), rubricato «Misura cautelare del sequestro e sanzione accessoria della confisca amministrativa», disciplina le ipotesi di applicazione della misura cautelare del sequestro amministrativo in tutti i casi in cui il Codice della Strada prevede la sanzione accessoria della confisca amministrativa. Il comma 1 dell'art. 213 attribuisce all'organo di polizia che accerta la violazione il potere di provvedere al sequestro del veicolo o delle altre cose oggetto della violazione, facendone menzione nel verbale di contestazione della violazione. In caso di sequestro il veicolo viene affidato in custodia al proprietario, o in sua assenza al conducente che dovrà custodirlo in area non soggetta a pubblico passaggio. Il rifiuto di assumere la custodia comporta l'applicazione di una gravosa sanzione (da € 1.814,00 ad € 7.271,00) unitamente alla sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi. Nel caso di sequestro di ciclomotore o di motociclo, il veicolo deve essere sempre affidato in custodia alla depositeria convenzionata. In questo caso, solo dopo che siano trascorsi almeno 30 giorni dalla data del sequestro, il proprietario del mezzo potrà chiederne l'affidamento in custodia. Contro il provvedimento di sequestro è possibile proporre ricorso al Prefetto, ai sensi dell'art. 213, comma 3 del Codice della Strada ovvero al competente Giudice di Pace. A tal proposito si precisa che la eventuale declaratoria di infondatezza dell'accertamento si estende alla misura cautelare ed importa il dissequestro del veicolo. Questioni applicative1) Chi circola con il veicolo sottoposto a sequestro risponde anche del reato penale di sottrazione di cose sottoposte a sequestro? La condotta di chi circola abusivamente con il veicolo sottoposto a sequestro amministrativo ai sensi dell'art. 213 C.d.S. integra esclusivamente reato amministrativo previsto dal comma quarto dello stesso articolo, e non anche il delitto di sottrazione di cose sottoposte a sequestro di cui all'art. 334 c.p., atteso che la norma sanzionatoria amministrativa risulta speciale rispetto a quella penale con la conseguenza che soltanto la prima deve essere applicata (Cass. pen. VI, n. 43775/2014). 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