Legge - 24/11/1981 - n. 689 art. 29 - Devoluzione dei proventi.

Alessandra Petronelli

Devoluzione dei proventi.

I proventi delle sanzioni sono devoluti agli enti a cui era attribuito, secondo le leggi anteriori, l'ammontare della multa o dell'ammenda.

Il provento delle sanzioni per le violazioni previste dalla legge 20 giugno 1935, n. 1349, sui servizi di trasporto merci, è devoluto allo Stato.

Nei casi previsti dal terzo comma dell'articolo 17 i proventi spettano alle regioni1 .

Continuano ad applicarsi, se previsti, i criteri di ripartizione attualmente vigenti. Sono tuttavia escluse dalla ripartizione le autorità competenti ad emanare l'ordinanza-ingiunzione di pagamento e la quota loro spettante è ripartita tra gli altri aventi diritto, nella proporzione attribuita a ciascuno di essi.

Inquadramento

L'art. 29 in commento, nel disciplinare la devoluzione dei proventi, stabilisce che i proventi delle sanzioni sono devoluti agli enti a cui era attribuito, secondo le leggi anteriori, l'ammontare della multa o dell'ammenda.

Il provento delle sanzioni per le violazioni previste dalla l. n. 1349/1935 «Disciplinamento dei servizi di trasporto merci mediante autoveicoli», sui servizi di trasporto merci, è devoluto allo Stato.

Nei casi previsti dal terzo comma dell'art. 17 (ossia nelle materie di competenza delle regioni e negli altri casi, per le funzioni amministrative, ad esse delegate) i proventi spettano alle regioni.

Continuano ad applicarsi, se previsti, i criteri di ripartizione attualmente vigenti. Sono tuttavia escluse dalla ripartizione le autorità competenti ad emanare l'ordinanza-ingiunzione di pagamento e la quota loro spettante è ripartita tra gli altri aventi diritto, nella proporzione attribuita a ciascuno di essi.

La devoluzione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie (Codice della Strada)

La devoluzione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie relative alle violazioni del Codice della strada è compiutamente disciplinata dall'art. 208 C.d.S.

Detto articolo stabilisce che i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie sono ripartiti tra lo Stato e le Regioni, le Province e i Comuni a seconda dell'appartenenza del funzionario che ha accertato la violazione.

In particolare, le somme spettanti allo Stato sono destinate:

a) al finanziamento delle attività connesse all'attuazione del Piano nazionale della sicurezza stradale, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (80 per cento del totale annuo), per studi, ricerche e propaganda ai fini della sicurezza stradale, attuata anche attraverso il Centro di coordinamento delle informazioni sul traffico, sulla viabilità e sulla sicurezza stradale (CCISS), per finalità di educazione stradale, sentito, occorrendo, il Ministero dell'istruzione, e per l'assistenza e previdenza del personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, nonché per iniziative e attività di promozione della sicurezza della circolazione;

b) al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per studi, ricerche e propaganda sulla sicurezza del veicolo;

c) al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al fine di favorire l'impegno della scuola pubblica e privata nell'insegnamento dell'educazione stradale e per l'organizzazione dei corsi per conseguire il certificato d'idoneità alla conduzione dei ciclomotori.

Con riferimento agli enti locali, il comma 4 dispone che una quota pari al 50 per cento dei proventi deve essere devoluta alle finalità previste dal comma 2 per consentire agli organi di polizia locale di effettuare, nelle scuole di ogni ordine e grado, corsi didattici finalizzati all'educazione stradale, nonché al miglioramento della circolazione sulle strade, al potenziamento e al miglioramento della segnaletica stradale e alla redazione dei piani del traffico, alla fornitura di mezzi tecnici necessari per i servizi di polizia stradale di loro competenza e alla realizzazione di interventi a favore della mobilità ciclistica nonché, in misura non inferiore al 10 per cento, a interventi per la sicurezza stradale, in particolare a tutela degli utenti deboli (bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti).

Gli enti locali determinano annualmente, con delibera della giunta, le quote da destinare alle predette finalità e, qualora di popolazione superiore a diecimila abitanti, comunicano tali determinazioni al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. La quota devoluta al miglioramento della circolazione sulle strade, in virtù di una novella legislativa introdotta con l'art. 1 comma 564 della l. n. 296/2006, può essere destinata, con delibera della giunta comunale, ad assunzioni stagionali a progetto nelle forme di contratti a tempo determinato e a forme flessibili di lavoro.

Le somme derivanti dalle sanzioni, infine, in base all'art. 393 del d.P.R. n. 495/1992 (regolamento di attuazione del codice della strada) devono essere iscritte in bilancio dagli enti locali in apposito capitolo di entrata e di uscita, e successivamente rendicontate al Ministero dei lavori pubblici.

Particolare attenzione al rispetto di tale norma da parte degli enti locali è stata riservata anche dalla Corte dei conti, in occasione dei controlli finanziari di cui all'art. 1 comma 166 e ss. della legge n. 266/2005, svolti dalle Sezioni regionali di controllo.

Nel panorama delle pronunce delle Sezioni regionali di controllo, è stato ritenuto comportamento difforme dalla sana gestione finanziaria il mancato rispetto della destinazione della percentuale vincolata tra le finalità di cui all'art. 208 comma 4, e in particolare la devoluzione ad opera della Giunta comunale di parte dei proventi in questione al fine di integrare personale di Polizia Municipale ex art. 23 della l. n. 67/1988, in ragione della tassatività delle ipotesi previste dall'art. 208 C.d.S. (Corte conti, Sezione regionale di controllo per la regione siciliana, del. n. 102/2008).

Parimenti, è stato riconosciuto comportamento difforme dalla sana gestione finanziaria, la mancata adozione da parte della Giunta comunale della deliberazione di cui all'art. 208 comma 4 con cui questa determina annualmente la destinazione della quota vincolata dei proventi, in quanto tale adempimento è obbligatorio per legge (Corte conti, Sezione regionale di controllo per la Liguria, del. n. 76/2008).

Bibliografia

Albo, I proventi derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie per l'applicazione del codice della strada, in Azienda Italia il Personale, Santarcangelo di Romagna, 7/2009; Ancillotti, Carpenedo, La riscossione delle sanzioni amministrative, Santarcangelo di Romagna, 2013; Bartolini, Il codice delle violazioni amministrative, Piacenza, 2005; Bellè, Il sistema sanzionatorio amministrativo del codice della strada, Padova, 2001; Bricola, La depenalizzazione nella legge 24 novembre 1981 n. 689: una svolta «reale nella politica criminale, in Pol. dir., XIII n. 3, 1982; Capaccioli, Principi in tema di sanzioni amministrative: considerazioni introduttive, in Aa.Vv., Le sanzioni in materia tributaria: atti del Convegno tenuto a San Remo nel 1978, Milano, 1979; Dolcini, Paliero, I «principi generali» dell'illecito amministrativo nel disegno di legge «Modifiche al sistema penale», in Riv. it. dir. e proc. pen., 1980; Di Gioia, Le sanzioni amministrative, Torino 2009; Napolitano, Manuale dell'illecito amministrativo, Milano, 2021; Sandulli, Le sanzioni amministrative pecuniarie. Principi sostanziali e procedimentali, Napoli, 1983; Sandulli, Sanzione (Sanzioni amministrative), in Enc. giur. Treccani, Roma, 1992.

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