Codice Civile art. 830 - Beni degli enti pubblici non territoriali.

Caringella Caringella

Beni degli enti pubblici non territoriali.

[I]. I beni appartenenti agli enti pubblici non territoriali sono soggetti alle regole del presente codice, salve le disposizioni delle leggi speciali.

[II]. Ai beni di tali enti che sono destinati a un pubblico servizio si applica la disposizione del secondo comma dell'articolo 828.

Inquadramento

L'art. 830 c.c. prende in considerazione l'ipotesi in cui enti pubblici non territoriali siano titolari di beni pubblici, ritenendo applicabili, salvo diversa disposizione legislativa, la normativa «privatistica». Dunque, il legislatore ha optato per una scelta diversa rispetto a quella di cui all'art. 828, comma 1, c.c., per la quale, invece, la normativa codicistica ha carattere residuale, trovando, pertanto, applicazione nei casi non disciplinati dalla normativa di diritto pubblico.

A tale deroga, però, il legislatore ha previsto al comma 2 dell'art. 830 c.c., che nel caso in cui i beni assolvano ad un «pubblico servizio» sono soggetti ai vincoli di destinazione di cui all'art. 828, comma 2, c.c., cioè al regime giuridico previsto per i beni di proprietà dello Stato e degli enti territoriali.

Il richiamo al pubblico servizio, quindi, comporta l'applicazione, anche per i beni degli enti territoriali, della distinzione tra patrimonio disponibile e indisponibile, rientrando, a seconda dei tipi di bene, in uno o nell'altro. Così al contempo, la destinazione comporta l'applicazione del regime ivi previsto all'art. 826, comma 3, c.c. (al quale si rimanda per una più completa trattazione sul tema).

Privatizzazioni

Di particolare interesse, nel caso dell'art. 830 c.c., il fenomeno delle privatizzazioni, le quali hanno comportato, a fronte della spinta europea, la trasformazione di enti pubblici non territoriali in persone giuridiche di diritto privato.

Infatti, al fine di realizzare una accezione di bene pubblico oggettiva, dinamica e atipica si è ritenuto superabile il requisito della necessaria soggettività pubblica, mediante una tutela diversa e alternativa di tali beni: vincolo di destinazione o onere reale.

Al fine di pervenire a tale risultato si è proceduto, da una parte, alla trasformazione dei soggetti pubblici titolari di tali beni, in soggetti di diritto privato; dall'altra, alla costituzione ex novo di società a cui sono state affidati beni pubblici.

Per quanto concerne il primo caso, cioè di enti pubblici non territoriali trasformate in società private, il vincolo di destinazione ex art. 830, comma 2, sembra permanere, essendo irrilevante la qualifica soggettiva del titolare (Police, 433).

Tale privatizzazione, però, sebbene non muti il regime giuridico, comporta alcuni effetti. Infatti, il bene pubblico sarà necessariamente soggetto alla gestione imprenditoriale, cioè lo strumento societario prescelto comporta la necessità di una gestione del bene in coerenza con lo stesso e con il mercato in cui opera tale impresa; la conseguenza, quindi, è che il vincolo di indisponibilità non può che essere interpretato in senso relativo (Caringella, 685). Orbene, viene alla luce una nozione connessa non tanto alla titolarità, ma alla qualitas del bene e della sua destinazione.

In definitiva, la privatizzazione dei beni pubblici è espressione del buon andamento della pubblica amministrazione, la quale pone in essere non soltanto un processo di risanamento dei conti pubblici (Bianca), ma si modifica anche le modalità di protezione dell'interesse pubblico, in quanto segna il passaggio da una attività di prestazione ad una di regolazione, garantendo la salvaguardia del pubblico interesse (Chiara, 399).

Per quanto concerne, invece, il superamento dell'intrasferibilità, cioè della disponibilità dei beni pubblici, come per il fenomeno della cartolarizzazione, si rinvia all'art. 823 e 828 c.c.

Problemi attuali: criteri per determinare la destinazione pubblica del bene

La dottrina e la giurisprudenza ritengono che sia doveroso, sia in ordine all'art. 830, comma 2, sia all'art. 826, comma 3, c.c., valutare case by case la soluzione opportuna al fine di delineare se il bene abbia o meno una destinazione pubblica (Bianca).

a tal riguardo, però, si richiama una recente pronuncia delle Sezioni Unite, avente ad oggetto un bene affidato, a titolo oneroso, in uso ad un privato per lo svolgimento di servizi socio-assistenziali. Nel caso di specie, il Supremo consesso ha richiesto la sussistenza di un provvedimento amministrativo che destini il bene al pubblico servizio, in mancanza del quale ha sancito che l'appartenenza del bene al patrimonio disponibile dell'ente, con la conseguenza che la controversia relativa alla sua restituzione rientrasse nella giurisdizione del giudice ordinario, avendo ad oggetto un rapporto privatistico di carattere paritetico riconducibile a quello locatizio (Cass. S.U., n. 21991/2020).

Per la condizione giuridica dei beni ex art. 830, comma 2, rinvia espressamente alla disciplina di cui all'art. 828, comma 2, c.c..

Bibliografia

Bianca (diretto da), Commentario del codice civile, Gatti, Troiano (a cura di), Della proprietà, III, Roma, 2014; Caringella, Manuale ragionato di diritto amministrativo, Roma, 2021; Police, I beni di proprietà pubblica, in Scoca (a cura di), Manuale di diritto amministrativo, Torino, 2019.

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